4ª DOMENICA DI PASQUA – ANNO C
Canto
SENTI UNA VOCE
Senti una voce che chiama
e non ha tempo né età.
Senti la voce più forte: accoglila!
Passa tra muri e pareti
sfida anche il vento e non ha
servi e padroni ma amici: accoglila!
E sarà facile viverla insieme a me
la nostra ancora che ci trattiene qui.
Non è per sbaglio che ha scelto proprio te
e nel cammino tuo c’è proprio Dio!
Quante parole ha l’amore
una per tutti sarà
dono per gli altri il tuo cuore e arriverà
tra le più alte montagne
dove non osano mai
scopri un paesaggio di gioia e libertà.
E non credevi mai potesse offrire a te
mille speranze che non moriranno mai.
E non credevi che toccasse proprio a te
vivere il nome Suo in mezzo a noi.
Ora traspira la pelle
questa certezza che c’è.
Tu devi urlarlo alle stelle e dire che
vivere è accogliere chi non ha
quello che puoi dargli tu.
Vivere è accogliere Cristo che ti salverà.
E non ha ostacoli né compromessi mai
e può cambiare Lui quello che non va in te
e può ridarti Lui la tua serenità.
Rispondi presto dai! Non perderlo!
Senti una voce che chiama
e non ha tempo né età.
Senti la voce più forte: Accoglila!
Aspersione con l’acqua lustrale
Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.
Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva.
Gloria a te, o Signore.
Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita.
Gloria a te, o Signore.
Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità.
Gloria a te, o Signore.
Chi presiede la celebrazione prende l’aspersorio e asperge se stesso, i ministri e il popolo.
Dio, grande nell’amore, ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda gioiosi di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.
Gloria
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini
amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo,
Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio,
Figlio del Padre,
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Colletta
O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita.. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 13,14.43-52
Dagli Atti degli apostoli
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 99 (100)
Rit. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Rit.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Rit.
Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Rit. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Seconda Lettura Ap 7,9.14b-17
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Gv 10,14
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me.
Alleluia, alleluia.
CRISTO NOSTRA PASQUA
Rit. Cristo nostra Pasqua
è stato immolato, alleluia
alleluia, alleluia, alleluia.
Quanti siete stati battezzati in Cristo
vi siete rivestiti di Cristo:
ora potete camminare in una vita nuova.
Rit.
Uniti a Lui con una morte
simile alla sua
lo saremo anche
con la sua risurrezione:
noi siamo come Vivi
tornati dai morti.
Rit.
Voi siete stati da Lui salvati
nella speranza
e ora tutti voi siete
chiamati a libertà.
Rit.
Per tutti Cristo è morto ed è risorto
perché chi vive, vive per Lui:
non sono più io che vivo,
ma è Cristo che vive in me.
Rit.
Non c’è più Giudeo né Greco,
né schiavo né libero
non c’è più uomo e donna:
ora tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
Rit.
VANGELO Gv 10,27-30
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te o Signore
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Sorelle e fratelli, in questo tempo pasquale professiamo la nostra fede rinnovando le promesse del battesimo.
Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Dio, grande nell’amore, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.
Le mie pecore
ascoltano
la mia voce.
Io do loro la vita eterna
La nostra preghiera di oggi
Prete: In questa domenica rivolgiamoci al Signore perché accresca i doni della sua chiamata e del suo amore:
Fa’ che ascoltiamo la tua voce, Signore.
- Ti preghiamo per tutti i pastori della chiesa e per papa Leone che tra noi presiede nella carità:
– siano docili all’azione dello Spirito santo affinché annuncino con franchezza la tua parola e guidino le comunità cristiane verso il tuo regno. - Ti preghiamo per tutti i credenti in te, per il popolo di Israele e per le genti dell’Islam:
– confermali quali testimoni della tua unicità, rinuncino alla violenza e camminino sul sentiero della pace. - Ti preghiamo per i popoli che vivono sotto l’incubo della guerra: liberali dalle tenebre della violenza.
– Dona a tutti pensieri di pace, dona la sapienza del cuore che tiene vivo il dialogo, che ricerca soluzioni eque e mira al bene di tutti. - Ti preghiamo per la nostre comunità parrocchiali: insegnaci l’amore per il silenzio che ci inizia all’ascolto della tua parola,
– fa’ che ti riconosciamo come nostro pastore affinché viviamo l’unità da te voluta. - Ti preghiamo per le nostre bambine e i nostri bambini che in queste due domenica partecipano per la prima volta alla messa con la Comunione:
– sorretti dallo Spirito santo, nutriti dalla Parola e dal corpo di Gesù, trasformati dal tuo amore, rendano gioioso e fecondo il loro cammino. - Ti preghiamo per (….. e per) le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti:
– tu, che sei sempre stato nostro pastore da quando esistiamo fino ad oggi e che ci ha sempre liberati da ogni male, dona a loro la pace della tua comunione.
Altre intenzioni…
Prete: Gesù, che ti sei fatto solidale con l’uomo e lo chiami a seguirti con cuore indiviso, accogli la nostra povertà e suscita in noi una risposta sempre più generosa alla ricchezza del tuo amore. Tu buon Pastore che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
ECCO QUEL CHE ABBIAMO
Sulle strade, il vento
da lontano porterà
il profumo del frumento
che tutti avvolgerà.
E sarà l’amore
che il raccolto spartirà
e il miracolo del pane in terra
si ripeterà.
Ecco quel che abbiamo,
nulla ci appartiene ormai.
Ecco i frutti della terra
che Tu moltiplicherai.
Ecco queste mani,
puoi usarle, se lo vuoi,
per dividere nel mondo
il pane che Tu hai dato a noi.
Prefazio
Ti ringraziamo, Signore:
è bello riconoscerci come gregge
che tu, o Padre,
fonte della gioia e della pace,
hai affidato all’unico Pastore,
Cristo tuo Figlio.
Nelle vicende del tempo,
spesso segnate da fatica e paura,
noi non ci sentiamo soli e abbandonati:
se ascoltiamo la voce di Gesù, il Pastore buono,
egli ci guida alle sorgenti della vita.
A lui affidi la sorte degli uomini e dei popoli.
Anche quando l’umanità attraversa la valla oscura del dolore,
se segue la voce dello Spirito trova in te la speranza
e viene spinta a realizzare il tuo desiderio
di vederci stretti attorno a te,
come unico gregge che segue il vero Pastore.
Con la Chiesa pellegrina nel tempo,
in sintonia con tutte le sante e i santi del cielo,
cantiamo con gioia la tua lode:
Santo
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
I cieli e la terra sono pieni,
della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli,
osanna al Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Benedetto colui che viene,
nel nome del Signore.
osanna nell’alto dei cieli,
osanna al Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Scambio della Pace
Antifona alla comunione
«Io sono il buon pastore e offro la vita per le pecore», dice il Signore, Alleluia. (Gv 10,14.15)
Comunione
IL CANTO DELL’AMORE
Se dovrai attraversare il deserto
non temere io sarò con te
se dovrai camminare nel fuoco
la sua fiamma non ti brucerà
seguirai la mia luce nella notte
sentirai la mia forza nel cammino
io sono il tuo Dio, il Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato
ti ho chiamato per nome
io da sempre ti ho conosciuto
e ti ho dato il mio amore
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai.
Non pensare alle cose di ieri
cose nuove fioriscono già
aprirò nel deserto sentieri
darò acqua nell’aridità
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai.
Io ti sarò accanto sarò con te
per tutto il tuo viaggio sarò con te
io ti sarò accanto sarò con te
per tutto il tuo viaggio sarò con te.
PREGHIERA PER LA PACE
Perdonaci Signore,
se queste mani che avevi creato per custodire,
si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci Signore,
se continuiamo ad uccidere nostro fratello,
perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.
Perdonaci Signore,
se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà,
se con il nostro dolore legittimiamo
l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo:
Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza,
non sia fatta la nostra volontà,
non abbandonarci al nostro agire!
Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino,
abbi cura anche di lui.
È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza!
Fermaci, Signore!
Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli
Canto finale
SEMINA LA PACE
Senti il cuore della tua città:
batte nella notte intorno a te
sembra una canzone muta che
cerca un’alba di serenità.
Semina la pace e tu vedrai
che la tua speranza rivivrà
spine tra le mani piangerai
ma un mondo nuovo nascerà. (2v)
Sì, nascerà il mondo della pace,
di guerra non si parlerà mai più.
La pace è un dono che la vita ci darà,
un sogno che si avvererà.
Semina la pace e tu vedrai
che la tua speranza rivivrà
spine tra le mani piangerai
ma un mondo nuovo nascerà. (2v)
Un mondo nuovo nascerà.
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: La quarta domenica di Pasqua ci propone sempre la figura di Gesù buon Pastore. Si consiglia di approfondire la riflessione con la lettura di tutto il capito 10 del Vangelo secondo Giovanni e di pregare con i salmi 22; 77; 79.
Le letture di Domenica prossima, V di Pasqua – anno C
Atti 14, 21-27; Salmo 145; Apocalisse 21, 1-5; Giovanni 13, 31-35
Riflessione sulle letture
L’accento della quarta domenica di Pasqua cade su Gesù pastore. Il Gesù che ha guidato i suoi discepoli facendo di loro una comunità è anche il Risorto che dona loro la vita eterna (vangelo); il Risorto è Pastore e Agnello al tempo stesso, è Pastore perché Agnello, Colui che guida i credenti alla vita piena grazie alla sua passione e morte (II lettura); il Risorto continua a esercitare nella storia le sue funzioni di pastore, cioè a formare comunità e a guidare e nutrire le sue “pecore”, attraverso l’attività apostolica di predicazione della Parola di Dio (I lettura).
Ascolto, conoscenza e sequela sono gli atteggiamenti spirituali delle “pecore” nei confronti del “pastore”, sono gli atteggiamenti costitutivi della fede. Cioè, la vita che il Signore dona continuamente ai credenti, e che essi ricevono grazie al loro ascolto, alla loro sequela e alla loro conoscenza del Signore, è la comunione con lui. Comunione che è, al tempo stesso, relazione con il Padre, perché “io e il Padre siamo uno” (v. 30). Se Gesù custodisce e non perde nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato è perché Egli rimane nella relazione con il Padre e in questa relazione di amore entra e abita ogni credente. Noi invece, facciamo ciò che Gesù non fa: noi sappiamo perdere i doni ricevuti, sappiamo perdere l’amore, sappiamo perdere l’altro, sappiamo non custodirlo. Perdiamo l’altro perché usciamo dalla relazione con il Signore e ci chiudiamo nell’egoismo. E così mentre perdiamo l’altro, smarriamo anche noi stessi e il senso del nostro vivere che si situa nella relazione con il Padre e con i fratelli.
Il contrario di questo perdere non è guadagnare, ma rimanere. Si tratta di rimanere nell’amore del Signore, nella Parola del Signore, in Lui, come il tralcio rimane nella vite e vive della vita che riceve dalla pianta. Potremmo accostare l’espressione giovannea secondo cui nessuno può rapire il credente dalla mano del Padre all’espressione paolina che dice: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? … Né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,35.38-39). Rimanendo in quell’amore si fa esperienza del dono della vita che viene da Dio e della comunione con lui.
Leggendo con attenzione il capitolo decimo di Giovanni si può vedere come il carattere di “pastore” di Gesù consista nella relazione con il Padre e con le sue pecore, dunque con Dio e con i credenti. È un titolo relazionale, non funzionale. “Io e il Padre siamo uno” (v. 30); “Io conosco le mie pecore” (v. 27). Quella che noi chiamiamo “pastorale” dovrebbe porre sempre al proprio centro la dimensione relazionale piuttosto che quella funzionale o organizzativa. Al cuore dell’essere pastore nella chiesa vi è la relazione personale con il Signore, dunque la dimensione spirituale nutrita dalla fede e dalla preghiera, e la relazione con le persone fatta di conoscenza, amore, ascolto, dedizione, dono della vita. Il pastore è attento al cuore di Dio e al cuore dell’uomo.
Vi è nei vv. 28-29 come un gioco delle mani per cui la mano di Gesù e la mano di Dio si identificano. La mano è in Giovanni simbolo dell’amore dato e ricevuto: “Il Padre ama il Figlio e ha rimesso tutto nelle sue mani” (Gv 3,35); Gesù, “sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani” (Gv 13,3), compì il gesto dell’amore radicale, simbolo del dono della sua vita per i discepoli. La mano aperta del Padre per donare tutto al Figlio diviene la mano aperta del Figlio che tutto riceve dal Padre e che il Figlio stesso mostra, quale Crocifisso Risorto, a Tommaso affinché egli riconosca al tempo stesso l’amore del Padre e del Figlio (“Mio Signore e mio Dio”: Gv 20,28). E chiedendogli di stendere, a sua volta, la sua mano, Gesù gli chiede di entrare nel mistero dell’amore trinitario manifestato dalla mano trafitta. Davvero, il buon pastore è colui che dona la vita per le sue pecore e proprio in questa donazione e perdita di sé egli, donando l’amore, custodisce le sue pecore nell’amore.
Da “Eucarestia e parola”, comunità di Bose.

Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.