

Il Consiglio Pastorale unico
La Domenica 30 aprile 2023 abbiamo rinnovato il nostro Consiglio Pastorale.
Il Consiglio Pastorale è un organo di partecipazione. È formato da persone che si rendono disponibili a far crescere la corresponsabilità della vita comunitaria della parrocchia. Questo organismo ha la funzione non solo di promuovere e coordinare l’attività pastorale con le relative verifiche ma anche, e soprattutto, di riportare al cuore del suo essere il valore della Comunità in tutte le sue differenti espressioni.
Si tratta di quattro, cinque incontri durante l’anno.
In questi incontri le persone che fanno parte del Consiglio Pastorale sono chiamate, nell’ascolto reciproco e nel confronto delle posizioni, ad essere accoglienti e coraggiosi nelle proposte di rinnovamento.
La Parrocchia non appartiene al parroco di turno ma a chi crede e vive concretamente il valore della Comunità.
Siamo chiamati a essere Chiesa senza nessuna pretesa di rilevanza sociale e Comunità che vive la fede nella semplicità, a servizio di tanti fratelli e sorelle, come il sale nella pasta e il lievito nel pane.
Dal 2019 Le parrocchie di San Lorenzo a Ponte a Greve e la parrocchia di San Quirico a Legnaia sono state affidate alla cura pastorale di don Marco Cioni.
Per facilitare un percorso comune delle due comunità il 10 febbraio 2023 abbiamo impostato un Consiglio Pastorale unico per le due parrocchie secondo lo statuto che alleghiamo.
Statuto del Consiglio pastorale
Statuto
del Consiglio Pastorale Parrocchiale delle Parrocchie di
San Lorenzo a Ponte a Greve
San Quirico a Legnaia
Art. 1 (Costituzione e natura)
1. A norma dei Documenti del Concilio Vaticano II e del Codice di Diritto Canonico (can.536), secondo lo spirito della sinodalità permanente (34° Sinodo diocesano n. 48, norma 11), è costituito nelle Parrocchie di San Lorenzo a Ponte a Greve e San Quirico a Legnaia dell’Arcidiocesi di Firenze il Consiglio Pastorale Parrocchiale (di seguito CPP), segno e strumento della comunione e della corresponsabilità pastorale nella Chiesa.
2. Il CPP è un organo consultivo e propositivo che coopera, in spirito di corresponsabilità, con il Parroco nell’azione pastorale e missionaria della parrocchia.
Art. 2 (Composizione)
Il CPP è espressione della comunione delle due comunità parrocchiale ed è composto dai fedeli, sia Sacerdoti e Diaconi, sia Religiosi e Religiose, sia soprattutto Laici ed è rappresentativo di tutte le realtà parrocchiali che cooperano con il Parroco nell’attività pastorale delle parrocchie (cfr. can. 536, §2).
Compongono il CPP:
il Parroco, che lo presiede;
altri sacerdoti e diaconi permanenti eventualmente presenti in parrocchia;
eventuali fedeli della parrocchia che siano membri del CPV e del CPD;
religiosi e religiose, in rappresentanza delle comunità eventualmente presenti in parrocchia;
rappresentanti di associazioni, movimenti, gruppi di attività presenti in parrocchia;
almeno un membro del Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici;
n. 14 laici eletti nelle comunità parrocchiali ( 7 per ognuna delle due comunità parrocchiali );
n. 6 membri nominati dal Parroco.
3 Nella composizione totale del CPP deve essere tenuto conto della rappresentanza di entrambe le parrocchie, predisponendo la parità di rappresentanti tra ciascuna comunità.
Tutti i membri del CPP siano in piena comunione con la Chiesa cattolica ed idonei ad accettare questo incarico nella Chiesa e a svolgerlo convenientemente (cfr. can. 512 §1,§3).
Art. 3 (Finalità)
Il CPP ha il compito di promuovere l’attività pastorale delle due parrocchie nelle sue dimensioni di comunione e di missione, in armonia con le indicazioni diocesane e vicariali. Per questo:
a) studia la realtà e le esigenze delle parrocchie nel contesto culturale, religioso, familiare e sociale;
b) definisce e promuove, in comunione con il Parroco ed in armonia con il progetto pastorale generale della diocesi, il piano pastorale parrocchiale;
c) individua, attraverso una costante osservazione della situazione parrocchiale, il modo migliore di tradurre in scelte concrete il piano pastorale parrocchiale;
d) favorisce il rafforzamento dell’unione e della comunione delle due realtà parrocchiali;
e) mantiene stretti collegamenti con il Consiglio Pastorale Vicariale (CPV) e con quello Diocesano (CPD).
Art. 4 (Funzionamento)
Il CPP si riunisce in sessione ordinaria almeno 4 volte all’anno (cfr. can. 514 §2). Può essere convocato in seduta straordinaria quando il Parroco lo ritiene opportuno oppure quando lo richiede la maggioranza assoluta dei consiglieri.
Per la validità di una riunione del CPP è necessaria la presenza della maggioranza (la metà più uno) dei componenti del consiglio.
Art. 5 (Durata)
1. Il CPP resta in carica per cinque (5) anni.
Allo scadere del mandato il Parroco dispone l’avvio delle procedure per il rinnovo del CPP secondo quanto stabilito nel Regolamento e tenendo conto delle indicazioni del Vescovo.
I consiglieri elettivi sono rieleggibili solo per due mandati consecutivi.
Fino all’inizio del mandato del nuovo CPP resta in carica il precedente.
Il CPP può essere sciolto, con opportune motivazioni, in qualunque momento dal Vescovo, sentito il Parroco.
Il CPP decade con la nomina del nuovo Parroco che può, comunque, confermarlo fino alla sua scadenza regolare.
Tutti i membri decadono dal CPP se risultano assenti – senza giustificato motivo – a tre sedute consecutive e vengono sostituiti dai primi non eletti, se si tratta di membri eletti dalla comunità o in rappresentanza delle diverse realtà parrocchiali, oppure da nuovi membri nominati dal Parroco.
Art 6 (Elezioni)
Per l’elezione dei 14 laici ( 7 per ognuna delle due comunità parrocchiali ) il Parroco indice le elezioni almeno tre mesi prima della scadenza regolare del quinquennio o negli altri casi previsti, fissandone i tempi e le modalità della consultazione, tenute presenti le esigenze delle Comunità parrocchiali.
Sono elettori tutti i fedeli che hanno compiuto l’Iniziazione Cristiana e che hanno il domicilio canonico nella Parrocchia, purché non siano minori di 18 anni e non siano inabili al voto. Sono eleggibili soltanto i fedeli che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età prima alla data delle elezioni.
Gli elettori sceglieranno da un elenco di eleggibili antecedentemente predisposto e portato a conoscenza delle Comunità Parrocchiali non oltre i quindici giorni precedenti.
I membri eletti dalle Comunità Parrocchiali siano scelti in base al numero delle preferenze ottenute da ciascuno.
Tutte le elezioni siano fatte per scrutinio segreto.
Art. 7 (Organi)
Gli organi del CPP sono:
iI Direttore;
il Segretario;
la Commissione della Parrocchia di San Lorenzo a Ponte a Greve
la Commissione della Parrocchia di San Quirico a Legnaia
eventuali altre Commissioni
Art. 8 (Direttore)
Il Direttore è eletto dal CPP nella prima riunione e deve essere confermato dal Parroco.
Il Direttore, d’intesa con il Parroco, convoca e modera le riunioni del CPP, promuovendone e coordinandone anche l’attività ordinaria. In caso di assenza o impedimento il Direttore può delegare le sue funzioni ad un membro del CPP scelto in accordo con il Parroco.
Art. 9 (Segretario)
Il Parroco nomina, sentito il Direttore, il Segretario del CPP.
Il Segretario provvede agli inviti di convocazione, sovrintende alla redazione dei resoconti verbali e svolge tutte le attività necessarie per il buon andamento del Consiglio, al servizio ed in collaborazione con il Parroco e il Direttore.
Art. 10 (Verbale)
Di ogni riunione del CPP viene redatto dal Segretario il verbale, che viene approvato nella riunione successiva.
Quando il Parroco lo ritiene opportuno, il resoconto dell’attività del CPP può essere portato a conoscenza della comunità parrocchiale ed inviato al Consiglio Pastorale Diocesano, al Consiglio Pastorale Vicariale, al Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici in modo da favorire la comunicazione ed il coordinamento del CPP con i suddetti organismi ecclesiali.
Art. 11 (Le Commissioni parrocchiali)
All’ interno del CPP vengono obbligatoriamente formate due Commissioni parrocchiali permanenti: la Commissione della Parrocchia di San Lorenzo a Ponte a Greve e la Commissione della Parrocchia di San Quirico a Legnaia.
Le due commissioni permanenti rispecchiano le peculiarità delle singole realtà parrocchiali e sono di aiuto al parroco per analizzare, promuovere e adattare la specifica azione pastorale al territorio di riferimento.
Delle due commissioni parrocchiali fanno parte i membri del CPP che siano espressione della singola realtà parrocchiale e i rappresentanti delle associazioni, movimenti e gruppi eventualmente presenti nella singola comunità.
All’interno delle due Commissioni parrocchiali viene nominato, in accordo col parroco, un coordinatore che modera le riunioni della Commissione e coopera più strettamente col parroco.
Ciascuna Commissione parrocchiale si riunisce in sessione ordinaria almeno 2 volte l’anno. Può essere convocata in seduta straordinaria quando il Parroco lo ritiene opportuno oppure quando lo richiede la maggioranza assoluta dei suoi membri.
Art. 12 (Altre eventuali Commissioni)
Il CPP può costituire – con il consenso del Parroco – altre Commissioni, sia permanenti che temporanee, per alcuni settori o per specifici problemi della complessa attività pastorale.
Le Commissioni svolgono funzioni di indagine e di studio, soprattutto in vista della preparazione delle sessioni del Consiglio.
Di ciascuna Commissione di regola fanno parte, oltre ad alcuni membri del CPP, anche altri membri della comunità parrocchiale cooptati allo scopo. Il coordinatore di ciascuna commissione è nominato dal CPP, che lo sceglie fra i suoi membri.
Nello svolgimento della propria attività le Commissioni devono curare l’opportuna collaborazione con le realtà parrocchiali impegnate nel settore di competenza della Commissione.
Art. 13 (Assemblea parrocchiale)
Periodicamente e comunque almeno una volta all’anno deve essere convocata una assemblea aperta a tutte le comunità parrocchiali (Assemblea parrocchiale).
In tale occasione il CPP:
riferisce sullo svolgimento dell’anno pastorale precedente;
raccoglie indicazioni e suggerimenti per l’elaborazione del piano pastorale;
presenta il programma pastorale dell’anno successivo;
propone ed esamina eventuali problemi di particolare rilevanza.
Art. 14 (Revisione)
Il presente Statuto è dato ad esperimento per un quinquennio e le proposte di modifica sono approvate con il voto favorevole della maggioranza qualificata dei membri del CPP.
Art. 15 (Rinvio)
Per quanto non previsto dal presente Statuto si applicano le norme del Diritto Canonico e le disposizioni diocesane.
Approvato all’unanimità
nella seduta del CPP del 10 Febbraio 2023
Il Parroco________________________________
Il Direttore_______________________________
CONSIGLIO PASTORALE
per animare la vita della Comunità
Giovedì, 20 febbraio alle ore 21,00
Sala parrocchiale di San Lorenzo a Ponte a Greve
via Ponte a Greve 14/A (possibilità di parcheggio)
- Riflessione condivisa sui criteri e sui modelli per i prossimi anni per le nostre comunità
- Condivisione delle informazioni per Quaresima e Pasqua
- Varie ed eventuali
Importante:
Per la riflessione del punto 1 si invita a leggere personalmente la scheda di lavoro allegata, contestualizzandola per le nostre due parrocchie. Durante l’incontro ci confronteremo a partire dalle domande che trovate al punto 4.
Scheda di Lavoro
Diventare una Chiesa locale sinodale: diocesi, parrocchie, comunità
Scheda di lavoro per CPD, CPPresb.
I. LA PAROLA CHE SOSTIENE IL CAMMINO
Avvicinandovi a Cristo, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. (1Pt 2, 4-5)
II.I. CRITERI CHE ORIENTANO LE SCELTE OPERATIVE
(cf. Sintesi dell’assemblea pastorale diocesana, 29/09/24)
modelli da superare e nuove prospettive:
“superare il modello tridentino di parrocchia”; promuovere accanto alla parrocchia luoghi/forme di incontro, confronto, spiritualità, formazione insieme a piccole comunità di ascolto della Parola di Dio; superare l’idea della parrocchia solo territoriale;
abbandonare il “tappabuchismo estremo” (!): “non si deve coprire ogni spazio di servizio in parrocchia; certi spazi devono essere lasciati liberi”;
semplificare le strutture, ripensare l’uso delle proprietà e la loro opportunità per “recuperare l’essenziale”;
II-II. CRITERI CHE ORIENTANO LE SCELTE OPERATIVE
(cf. Strumento di Lavoro del Cammino sinodale italiano, Sez. III)
Far emergere, riconoscere e animare i carismi e i ministeri di laici e laiche, inserendoli nel dinamismo missionario della Chiesa sinodale (cf. Evangelii gaudium, 27).
Evitare qualsiasi impressione che la ministerialità dei laici sia una forma di supplenza per la carenza del clero: tutti i ministeri sono a servizio di una Chiesa sinodale e sono espressione ed esercizio della comune responsabilità radicata sul Battesimo.
Valorizzare il lavoro pastorale in équipe di ministri ordinati e fedeli laici e sostenere i ministeri di coordinamento del cammino ecclesiale comune, sia quelli propri dei ministri ordinati che quelli dei ministeri dei laici e delle laiche.
Pensare in prospettiva di genere la formazione ecclesiale degli operatori pastorali: non isolare ma tenere insieme la “questione femminile” con la riflessione sulla corresponsabilità e ministerialità ecclesiale di tutti. Fare scelte coraggiose in questo campo per rendere più adeguata l’immagine di Chiesa e operare per una trasformazione culturale, che tocchi il piano dell’immaginario, del linguaggio, e permetta l’uscita dagli stereotipi.
Tenere presente nel discernimento la grandezza delle comunità, i bisogni e le risorse disponibili (parrocchie piccole/grandi; città/paese/campagna/montagna).
III. SCELTE POSSIBILI (cf. Strumento di Lavoro del Cammino sinodale italiano, scheda 12)
Ripensare in prospettiva missionaria il reticolo parrocchiale e la guida delle comunità cristiane, in particolare nel rapporto con il territorio, tenendo presente i cambiamenti legati all’urbanizzazione, alla maggior mobilità, alle migrazioni di diversa provenienza e al mondo digitale; si promuovano sperimentazioni che si affianchino e si integrino con le strutture tradizionali.
Valutare la possibilità di strutturare le parrocchie in “poli pastorali territoriali”, mettendo in rete le parrocchie secondo quanto previsto dal can. 374 § 2 sotto la dicitura “peculiari raggruppamenti” (sia nella forma di unità pastorali, che in quella di foranie/vicariati), perché la parrocchia non si “esaurisce” nei suoi confini geografici (cf. La conversione pastorale della comunità parrocchiale, 123).
Attivare una programmazione pastorale unitaria tra le parrocchie e le altre realtà ecclesiali presenti nel territorio (istituti religiosi, cappellanie, centri pastorali) nella logica di una “pastorale d’insieme”, partendo da alcuni settori pastorali dove è più necessaria una pastorale integrata sul territorio (carità, giovani, formazione politica, etc.).
Riconoscere nella Diocesi parrocchie che, per la presenza di ospedali o università o la presenza rilevante di gruppi etnici, culturali o religiosi, possano assumere una configurazione “specializzata” in relazione alle caratteristiche della popolazione locale o delle istituzioni presenti sul territorio.
Valutare la possibilità di articolare alcune parrocchie come “comunità di comunità”, che garantiscano uno spazio ecclesiale di ascolto della Parola di Dio, di fraternità e partecipazione sinodale, di celebrazione liturgica (non eucaristica), di presenza sul territorio, soprattutto nelle aree più isolate o dove è più difficile garantire un servizio stabile dei presbiteri oppure nelle grandi parrocchie dei centri urbani, in particolare nelle periferie (cf. Documento finale del Sinodo 2021-2024, 117).
Per alleggerire il carico delle incombenze del presbitero, approfondire, anche a livello civilistico, strumenti giuridici quali la delega o la procura e, per quanto consenta la normativa canonica, in dialogo con la Santa Sede, approfondire il tema della “rappresentanza legale” (can. 532) del parroco in linea con il principio di corresponsabilità.
Attivare opportune procedure di consultazione per l’individuazione e la nomina dei responsabili di ambiti pastorali (ad esempio vicari foranei, direttori di Uffici diocesani…).
PER IL DISCERNIMENTO
- Quali scelte sono rilevanti e possibili per la nostra Diocesi tra quelle proposte?
- Come procedere per attuarle (a livello di mentalità e di strutture)?
- Quali altre scelte su questo tema possono essere fatte dalla nostra Diocesi per attuare la conversione sinodale e missionaria?
- Quali sono le risorse (persone, esperienze, strutture, associazioni, organizzazioni, aggregazioni, movimenti etc.) su cui possiamo contare?
- Quali resistenze (culturali, di alcune persone, di strutture) dobbiamo tenere presenti? Come possiamo affrontarle?