ESALTAZIONE DELLA CROCE
Canto
SENTI UNA VOCE
Senti una voce che chiama
e non ha tempo né età.
Senti la voce più forte: accoglila!
Passa tra muri e pareti
sfida anche il vento e non ha
servi e padroni ma amici: accoglila!
E sarà facile viverla insieme a me
la nostra ancora che ci trattiene qui.
Non è per sbaglio che ha scelto proprio te
e nel cammino tuo c’è proprio Dio!
Quante parole ha l’amore
una per tutti sarà
dono per gli altri il tuo cuore e arriverà
tra le più alte montagne
dove non osano mai
scopri un paesaggio di gioia e libertà.
E non credevi mai potesse offrire a te
mille speranze che non moriranno mai.
E non credevi che toccasse proprio a te
vivere il nome Suo in mezzo a noi.
Ora traspira la pelle
questa certezza che c’è.
Tu devi urlarlo alle stelle e dire che
vivere è accogliere chi non ha
quello che puoi dargli tu.
Vivere è accogliere Cristo che ti salverà.
E non ha ostacoli né compromessi mai
e può cambiare Lui quello che non va in te
e può ridarti Lui la tua serenità.
Rispondi presto dai! Non perderlo!
Senti una voce che chiama
e non ha tempo né età.
Senti la voce più forte: Accoglila!
Atto penitenziale
Signore Gesù Cristo, per noi ti sei fatto obbediente fino alla morte e alla morte in croce: insegnaci a compiere sempre la volontà di Dio e abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!
Cristo Signore, morendo sulla croce hai vinto la morte e il potere del male: riunisci nel tuo regno tutti i figli di Dio, e abbi pietà di noi.
Cristo, Pietà!
Signore Gesù Cristo, tu hai subito l’infamia della croce per essere solidali con tutti i peccatori: perdona tutti gli uomini e abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!
Gloria Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini
amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo,
Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio,
Figlio del Padre,
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Colletta
O Padre, che hai voluto salvare gli uomini con la morte in croce del Cristo tuo Figlio, concedi a noi che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero di amore, di godere i frutti della redenzione nel cielo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Nm 21,4b-9
Dal libro dei Numeri
In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 77 (78)
Rit. Non dimenticate le opere del Signore!
Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.
Rit.
Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.
Rit.
Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
Rit.
Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.
Rit. Non dimenticate le opere del Signore!
Seconda Lettura Fil 2,6-11
Dalla lettera di Paolo Apostolo ai Filippesi
Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo,
perché con la tua croce hai redento il mondo.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 3,13-17
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Dio ha tanto amato
il mondo da dare
il Figlio unigenito
La nostra preghiera di oggi
Prete: Il Padre dei cieli accolga le nostre preghiere per la vita che Cristo ha dato per noi:
Noi ti preghiamo, Signore!
- Signore Gesù Cristo, attraverso la tua morte in croce sei stato esaltato e glorificato da Dio:
– intercedi presso il Padre per noi peccatori. - Signore Gesù Cristo, per noi ti sei fatto obbediente fino alla morte e alla morte in croce:
– insegnaci a compiere sempre la volontà di Dio. - Signore Gesù Cristo, tu hai subito l’infamia della croce per essere solidale con tutti i peccatori:
– perdona tutti gli uomini e salvali. - Signore Gesù Cristo, tu innalzato per la nostra salvezza sei la misura dell’amore di Dio per noi:
– aiuta il nostro vescovo Gherardo e tutta la chiesa di Firenze a vivere la comunione e l’esperienza della grandezza del tuo amore. - Signore Gesù Cristo, tu non sei venuto per condannare il mondo ma per salvarlo:
– il tuo Spirito ci renda sempre più capaci di annunciare la tua misericordia. - Signore Gesù Cristo, morendo sulla croce hai vinto la morte e il potere del male. Ti affidiamo (…. e) i nostri fratelli defunti:
– riunisci nel tuo regno tutti i figli di Dio.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, per la croce del tuo figlio: su di essa è inchiodato colui che dà la vita, privando la morte del suo potere; per questo noi vivremo un giorno, risorti, una vita divina senza fine. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
SEGNI DEL TUO AMORE
Mille e mille grani
nelle spighe d’oro
mandano fragranza
e danno gioia al cuore,
quando, macinati, fanno un pane solo:
pane quotidiano, dono tuo, Signore.
Rit. Ecco il pane e il vino,
segni del tuo amore.
Ecco questa offerta,
accoglila Signore:
tu di mille e mille cuori
fai un cuore solo,
un corpo solo in te
e il Figlio tuo verrà, vivrà
ancora in mezzo a noi.
Mille grappoli maturi
sotto il sole,
festa della terra,
donano vigore,
quando da ogni perla stilla il vino nuovo:
vino della gioia, dono tuo, Signore.
Rit.
Sulle offerte
Il pane e il vino che ci doni
a sostegno della nostra debolezza
diventino per noi il sacramento dell’amore
che hai manifestato sulla croce,
albero di salvezza eterna e
sostegno di tutto l’universo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Prefazio
È giusto,
renderti grazie, Signore,
Padre misericordioso ed eterno.
Nel legno della croce
tu hai stabilito la salvezza dell’uomo,
perché da dove sorgeva la morte
di là risorgesse la vita,
e chi dall’albero dell’Eden traeva la vittoria,
dall’albero della croce venisse sconfitto,
per Cristo Signore nostro.
Per mezzo di lui tutta la creazione esulta
a te inneggiano i cieli e la terra
uniti in eterna esultanza.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode:
Santo
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
I cieli e la terra sono pieni,
della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli,
osanna al Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Benedetto colui che viene,
nel nome del Signore.
osanna nell’alto dei cieli,
osanna al Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Santo, santo, santo è il Signore.
Scambio della pace
Antifona alla comunione
«Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me», dice il Signore. (Gv 12,32)
Comunione
TUTTO IL BENE
Siate sale della terra,
sapore di ogni giorno
siate immagine di Dio Padre,
segno vero del suo amore.Rit. Risplenda la vostra luce
davanti agli uomini
perché vedano il bene,
tutto il bene che voi fate
e ringrazino
il Padre vostro che è nei cieli,
e ringrazino
il Padre vostro che è nei cieli.Siate luce per il mondo,
città posta sopra il monte
fiamma viva che risplende,
gioia immensa ci travolge.
Rit. (2 volte)
Dopo la comunione
Padre santo che hai voluto salvare gli uomini con la morte in croce di Gesù tuo Figlio, concedi alla tua chiesa di sopportare ogni prova come partecipazione alle sofferenze di Cristo e gli uomini vedranno apparire nella storia il segno del Figlio dell’uomo: la croce della salvezza e della benedizione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto finale
VIENI E SEGUIMI
Lascia che il mondo vada
per la sua strada
Lascia che l’uomo ritorni
alla sua casa
Lascia che la gente accumuli
la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare
spieghi la vela
Lascia che trovi affetto
chi segue il cuore
Lascia che dall’albero cadano
i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini
E sarai sale della terra
E nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2 volte)
E per questa strada va, va
E non voltarti indietro, va
E non voltarti indietro.
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: l’albero della vita (Genesi 2,5-18; Ezechiele 47,1-12; Apocalisse 22,1-14)
Letture di domenica prossima, XXV del tempo ordinario C
Amos 8,4-7; Salmo 113; Timoteo 2,1-8; Lc 16,1-13.
La sequela e la croce
L’appello alla sequela è qui in relazione con l’annuncio della passione di Gesù. Gesù Cristo deve soffrire ed essere riprovato. È l’ineluttabilità della promessa di Dio affinché si compiano le Scritture. Soffrire ed essere riprovato non sono la stessa cosa. Gesù, nella sofferenza, poteva ancora essere il Cristo osannato. Sulla sofferenza potevano ancora poggiarsi la compassione e l’ammirazione del mondo. La sofferenza, in quanto tragica, poteva ancora recare in sé un valore, un onore e una dignità specifici. Ma Gesù è il Cristo riprovato nel soffrire. L’essere riprovato toglie ogni dignità e onore al soffrire. Deve essere un soffrire infame. Soffrire e essere riprovato sono le espressioni che riassumono la croce di Gesù. La morte in croce significa soffrire e morire da riprovato, da esiliato. Gesù deve soffrire ed essere riprovato in forza di una necessità divina. Ogni tentativo di negare questa necessità è satanico. Anche quando, o proprio perché, esso arriva dalla cerchia dei discepoli; infatti, questo tentativo vuole che Cristo non sia Cristo. Il fatto che sia Pietro, la pietra della Chiesa, colui che qui si rende colpevole immediatamente dopo la sua confessione a Cristo e la sua elezione da parte di Gesù, indica che la Chiesa, fin dagli inizi, si scandalizza del Cristo sofferente. Non vuole un simile Signore e, in quanto Chiesa di Cristo, non vuole farsi imporre la legge del soffrire dal suo Signore. La protesta di Pietro rappresenta la sua non-volontà di piegarsi alla sofferenza. Con ciò Satana è introdotto nella Chiesa. Egli la vuole strappare alla croce del suo Signore.
Così, a Gesù si presenta la necessità di riferire ai suoi discepoli, in modo chiaro ed inequivocabile, l’ineluttabilità della sofferenza. Come Cristo è Cristo solo in quanto sofferente e riprovato, così il discepolo è il discepolo solo in quanto sofferente e riprovato, in quanto crocifisso con lui. La sequela come vincolo alla persona di Gesù Cristo pone i seguaci sotto la legge di Cristo, vale a dire sotto la croce. […]
La croce non è una pena e un avverso destino ma è la sofferenza che ci viene soltanto dal vincolo a Gesù Cristo. La croce non è una sofferenza casuale, ma necessaria. La croce non è la sofferenza legata all’esistenza naturale, ma quella legata all’essere cristiani. Soprattutto, la croce, nella sua essenza, non è solo soffrire, ma soffrire ed essere riprovati ed anche qui, a rigore, essere riprovati per amore di Gesù Cristo e non di un qualunque altro comportamento o conoscenza. Una cristianità che non prendesse più sul serio la sequela, che avesse fatto del vangelo solo la consolazione a buon mercato della fede, e per la quale non ci fosse più distinzione tra l’esistenza naturale e quella cristiana, interpreterebbe la croce come la pena quotidiana, come la miseria e l’angoscia della nostra vita naturale. Ci si sarebbe qui dimenticati che la croce significa sempre, al contempo, essere riprovati, che alla croce appartiene l’onta del soffrire. Essere esiliati nel dolore, disprezzati e abbandonati dagli uomini, com’è nel lamento infinito del salmista; questa è la caratteristica essenziale della sofferenza della croce che una cristianità, che non sa distinguere tra esistenza civile e esistenza cristiana, non è più in grado di comprendere. La croce è com-patire insieme con Cristo, è la sofferenza di Cristo. Solo il vincolo a Cristo, che ha luogo nella sequela, sta seriamente sotto la croce.
Essa viene inflitta ad ogni cristiano. La prima sofferenza di Cristo di cui ognuno deve fare esperienza, è l’appello che ci chiama fuori dai vincoli di questo mondo. È il morire dell’uomo vecchio nell’incontro con Gesù Cristo. Chi entra nella sequela si concede alla morte di Gesù, pone la sua vita nel morire, ed è così fin dall’inizio; la croce non è la fine terribile di una vita pia e felice, ma sta al principio della comunione con Gesù Cristo. Ogni chiamata di Cristo conduce alla morte. […]
Come Cristo portò i nostri pesi, anche noi dobbiamo portare i pesi dei fratelli, la legge di Cristo che deve essere adempiuta è il portare la croce. Il peso del fratello, che ho da portare, non è solo il suo destino esteriore, il suo atteggiamento e la sua inclinazione, ma è, in senso stretto, il suo peccato. E io non posso portarlo diversamente se non perdonandolo, in forza della croce di Cristo, di cui sono divenuto partecipe. Così, la chiamata di Gesù a portare la croce pone ogni seguace nella comunione del perdono dei peccati. Il perdono dei peccati è l’opportuna passione di Cristo del discepolo. Esso è imposto a tutti i cristiani.
Come può però il discepolo sapere qual è la sua croce? La riceverà se entra nella sequela del Signore sofferente, riconoscerà la sua croce nella comunione con Gesù.
Dietrich Bonhoeffer

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