6ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Canto
Atto penitenziale
Signore Gesù, tu ci hai posto accanto affamati da sfamare ma noi abbiamo saziato solo la nostra fame: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore, tu ci hai posto accanto afflitti da consolare ma noi abbiamo asciugato solo le nostre lacrime: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore Gesù, tu ci hai posto accanto deboli da sostenere ma noi abbiamo portato solo i nostri pesi: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
O Dio, Signore del mondo, che prometti il tuo regno ai poveri e agli oppressi e resisti ai potenti e ai superbi, concedi alla tua Chiesa di vivere secondo lo spirito delle beatitudini proclamate da Gesù Cristo, tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ger 17,5-8
Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore.
Sarà come un tamarisco nella steppa;
non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena,
non smette di produrre frutti».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 1
Rit. Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
Rit.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Rit.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia
sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina
Rit. Beato l’uomo che confida nel Signore.
Seconda Lettura 1Cor 15,12.16-20
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Lc 6,23
Alleluia, alleluia.
Rallegratevi ed esultate, dice il Signore,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 6,17.20-26
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi…»
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli e sorelle, a Dio che ci ha convocati con la sua Parola, rivolgiamo ora la nostra preghiera:
• Con quelli che sono nella povertà, noi ti preghiamo, Signore:
– rendici capaci di discernere che tu sei sempre con noi e non ci abbandoni.
• Con quelli che sono nell’abbondanza, noi ti preghiamo, Signore:
– insegnaci a condividere in nostri beni affinché tutti abbiano il necessario per vivere.
• Con quelli che sono nel pianto, noi ti preghiamo, Signore:
– guarisci ogni nostra ferita e ravviva in noi la speranza della vita eterna.
• Con quelli che sono nella gioia, noi ti preghiamo, Signore:
– fa’ che ci rallegriamo sempre in te nella certezza che il tuo Giorno è vicino.
• Con quelli che sono perseguitati a causa della religione, della cultura o del colore delle pelle, noi ti preghiamo, Signore:
– rendici capaci di vincere l’odio con il bene e rendici capaci di gioire nel tuo amore.
• Con (…. e) tutte le nostre sorelle e fratelli defunti, noi ti preghiamo, Signore:
– rendici forti nella speranza della resurrezione in Cristo, primizia di coloro che sono morti.
Prete: Donaci, Signore, lo Spirito che ti ha condotto ad annunciare le beatitudini affinché ci renda annunziatori e costruttori del tuo Regno. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio», dice il Signore. (Lc 6,20)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: le beatitudini nell’antico testamento (Deuteronomio 28,1-14; Proverbi 3,13-35; Salmi 1-111-127); e nel nuovo Testamento (Matteo 13,16-17; 16,13-20; Luca 10,23-24; 11,27-28; Giovanni 13,12-17).
Le letture di Domenica prossima, settima del tempo ordinario – anno C
1Samuele 26,7-9.12-13.22-23; Salmo 102; 1Corinti 15,45-49; Luca 6,27-3
Un Dio povero
Alceste Catella
Di domenica in domenica l’evangelista Luca ci “costringe” a ritornare seriamente su realtà della vita cristiana che sovente amiamo emarginare o spiritualizzare: così è dell’esperienza del rifiuto e della croce così è della povertà che emerge quale prima tra le beatitudini.
Luca instaura una chiara equivalenza tra la sequela di Cristo e la povertà concreta e reale.
Questa povertà non è una misura di austerità o di ascesi; è la disposizione fondamentale del cuore è la comunione al mistero di Cristo povero sempre da rinnovarsi attraverso la lotta spirituale e l’amore per gli altri.
Questo tipo di povertà appare essere coessenziale alla fede fino a fare un tutt’uno essa. Infatti questa povertà concreta e reale è necessaria per concretamente vivere il radicale e assoluto fidarsi di Dio e di lui solo.
Una vita senza garanzie senza accumulo di beni e di potere dice bene, annunzia con forza Colui che “da ricco che era, si è fatto povero”, Colui che si è “svuotato”, Colui che “è disceso” Colui che “si è consegnato” …
Ora so bene quante plausibili scusanti abbiamo per aver paura a vivere e ad annunciare queste cose; eppure esse sono scritte e le leggiamo e le proclamiamo.
Solo che dobbiamo pure chiederci se quando proclamiamo queste cose pensiamo che esse siano ammonizioni morali ovvero che ci parlino delle virtù di Gesù, mentre in realtà quelle parole vogliono svelare la più intima e autentica natura di Cristo e della sua opera di salvezza. La “pazzia” della croce la piccolezza in questo mondo sono il vero orizzonte di senso in cui sono inscritti e Cristo e la chiesa e il cristiano.
Il Dio di Gesù Cristo non è un Dio per i poveri adatto a essere predicato ai poveri: è un Dio povero!
Nella genuina visione cristiana quale viene con forza presentata da Luca, la povertà non si colloca sul piano etico bensì trova un suo fondamento cristologico che la situa sul piano dell’“essere”. È quell’umile e realistica accettazione della propria creaturalità, della propria storia e della propria “carne” come luogo reale di adesione e di amore per il Signore.
Non sono temi periferici o passati di moda questi; sono l’aspetto luminoso dell’autentico volto di Cristo e della sua chiesa.
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