3ª DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu vieni a salvarci nella tua misericordia, ma noi riteniamo di non aver bisogno di salvezza. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, sai aspettare i nostri frutti di conversione, ma noi abituati ad aver tutto e subito non sappiamo attenderti. Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, tu vieni portando una giustizia di pace e di misericordia, ma noi, che ci illudiamo di essere buoni, vorremmo la condanna del peccatore. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Preghiera all’accensione della candela
Accompagniamo l’accensione della terza candela con questa preghiera:
La terza candela di Avvento
si chiama “Rallegrati”.
Accendendo questa fiamma
accogliamo il tuo incoraggiamento
a non temere, poiché tu vieni
incontro ad ognuno di noi.
Fa’ che sappiamo scorgere le tracce
delle tua azione nella storia dell’umanità;
fa’ che operiamo giustizia e misericordia
come i piccoli del tuo Regno.
Che questa fiamma sia segno
del nostro impegno profetico.
Colletta
Dio della gioia, che fai fiorire il deserto, sostieni con la forza creatrice del tuo amore il nostro cammino sulla via santa preparata dai profeti, perché, maturando nella fede, testimoniamo con la vita la carità di Cristo. Egli é Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 35,1-6a.8a.10
Dal libro del profeta Isaia
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 145 (146)
Rit. Vieni, Signore, a salvarci.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Rit.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Rit.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Rit. Vieni, Signore, a salvarci.
Seconda Lettura Gc 5,7-10
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo (Is 61,1 cit. in Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mt 11,2-11
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Ai poveri è
annunciato
il Vangelo
La nostra preghiera di oggi
Prete: Il Signore è vicino. Non lasciamo che l’inquietudine, la sfiducia o l’indifferenza ci entrino nel cuore. Apriamoci alla gioia che la parola di oggi ci ha annunziato. Diciamo:
Donaci la tua gioia, Signore!
• Tu hai liberato l’uomo, hai guarito gli infermi, hai perdonato i peccatori, hai riscattato i prigionieri dal male: rendi anche noi sensibili e attenti alle angosce dell’umanità.
• Tu hai donato agli uomini la speranza nella vita senza fine: fa’ che essa non venga mai meno nei nostri cuori, e sia per tutti un segno del tuo amore e della tua pace.
• Tu sei venuto tra noi come povero, ed eri padrone del mondo; sei venuto come vittima e condannato, ed eri il giudice di tutti: suscita in noi gli atteggiamenti dell’umiltà e della misericordia.
• Tu sei un Dio imprevedibile, non castighi ma guarisci, non condanni ma ridoni vita: vinci il nostro vizio di crederci sempre dalla parte giusta e donaci un cuore teso a riconoscerti e ricercarti.
• Tu vieni e porti gioia e felicità mentre fuggono tristezza e pianto: sostieni la speranza di chi lotta per «trasformare le spade in aratri» nei luoghi di guerra.
• Tu vieni a stabilire il tuo regno di giustizia e di pace, accogli (….. e) le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti nella comunione con te.
Prete: Signore tu sei la nostra speranza e la nostra gioia. Donaci la grazia di non perderci di coraggio, ma di essere, anche per i nostri fratelli, fonte di serenità e di forza, per far provare loro quanto è dolce vivere in unione con Te. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Andate e riferite ciò che avete udito e veduto: ai poveri è annunziato il Vangelo». (Mt 11,4-5)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: La profezia della gioia e della pace del profeta Isaia (capitoli 60-62).
Letture di domenica prossima, IV del tempo di avvento
Isaia 7,10-14; Salmo 24; Lettera ai Romani 1,1-7; Matteo 1,18-24.
Sei tu colui che deve venire?
«Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11, 3). Parole strane, addirittura scandalose, che qualcuno non è mai stato capace di accettare nel loro significato letterale. Come poteva porre una domanda simile Giovanni, che pure aveva veduto lo Spirito Santo scendere su Gesù nel Giordano? Eppure la franchezza con cui la domanda era stata fatta, costituiva proprio la garanzia della sua disperata serietà, perché al momento di concludere la propria vita, Giovanni non si preoccupava soltanto ‑ per così dire ‑ del «successo della propria missione» ma, molto più profondamente, della verità della sua stessa vita, la verità di Israele, e ‑ addirittura ‑ la verità di Dio.
San Gregorio Magno diceva che tutti i cristiani dovrebbero continuare la missione profetica di Giovanni e mettere in evidenza la presenza di Cristo nel mondo. Questo può significare molte cose differenti. Giovanni riuscì a far risaltare davanti alla gente la figura del Cristo al Giordano in un momento di grazia che avrebbe dato un significato a tutta intera la sua vita. Ma Giovanni doveva testimoniare il Cristo anche in prigione, di fronte alla morte, nel fallimento, quando perfino il significato di quell’altro glorioso momento sembrava cancellato.
Così anche noi, a volte, possiamo mostrare Cristo al mondo in certi momenti, nei quali tutti possono scorgere con chiarezza, nella storia, una conferma del messaggio cristiano. Tuttavia resta pur sempre il fatto che il nostro compito è quello di cercare e trovare Cristo nel nostro mondo così com’è, non come potrebbe essere.
Il fatto che il mondo sia ben diverso da quello che potrebbe essere non altera la verità che Cristo è presente in esso e che il suo piano non è stato né frustrato né cambiato: anzi, tutto verrà compiuto secondo la sua volontà. Il nostro Avvento è la celebrazione di questa speranza. Non la «venuta» di Cristo è incerta, ma il modo in cui noi lo riceveremo, la risposta che noi gli daremo, la nostra prontezza e la nostra capacità di «andargli incontro». Dobbiamo avere la volontà di vederlo e acclamarlo, come fece Giovanni, perfino nel momento stesso in cui sembra che le opere di tutta la nostra vita e il loro significato stiano per crollare.
La domanda di Giovanni: «Sei tu colui che deve venire?» contiene una curiosa concentrazione di tempo. Il presente si amalgama con il futuro e vi si trova anche un’allusione al passato perché fa riferimento alla precedente testimonianza di Giovanni che in Cristo è ormai arrivato il Salvatore del mondo. La nostra celebrazione dell’Avvento contiene questa stessa curiosa concentrazione di passato, presente e futuro. Noi non soltanto crediamo che Cristo verrà, ma anche che è venuto. E questo concentra la nostra attenzione sul presente nel quale, per quel che concerne l’umana testimonianza, ci può essere – o anche non essere – qualche segno visibile dell’uno e dell’altro. Eppure noi crediamo che colui che è venuto e verrà è presente qui e adesso.
Th. Merton, Stagioni liturgiche, pp. 86-89.

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