1ª DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore tu hai detto
«non di solo pane vivrà l’uomo»:
perdonaci per tutte le volte
che abbiamo riposto
solo sulle nostre capacità
l’esito della nostra vita.
Signore, pietà!
Cristo, tu hai detto
«adorerai solo il Signore tuo Dio»:
perdonaci per tutte le volte
che ci siamo prostrati
davanti a ciò
che ci promette potere e successo.
Cristo, pietà!
Signore, tu hai detto
«non tenterai il Signore Dio tuo»:
perdonaci per tutte le volte
che abbiamo preteso
di piegare la tua volontà alla nostra.
Signore, pietà!
Non si dice il gloria
Il segno della cenere
Signore nostro Dio,
tu vuoi condurci
dal dubbio alla fede,
dall’angoscia alla speranza,
dall’indifferenza all’amore
per te e per tutti gli uomini:
accorda a ciascuno di noi
il pentimento del cuore
e queste ceneri siano per noi
segno di conversione.
Guidaci in questo tempo di Quaresima
come hai guidato tuo Figlio Gesù nel deserto:
sii accanto a noi nella lotta,
avvolgici nella luce della trasfigurazione,
donaci l’acqua viva che disseta,
apri i nostri occhi accecati
e compi in noi la tua opera di redenzione
fino a farci partecipare
alla gioia del mistero pasquale
celebrato ora sulla terra
e nel tuo regno
nei secoli dei secoli.
Amen.
Colletta
O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo
di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale, per vincere le tentazioni del maligno e giungere alla Pasqua rigenerato nello Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gen 2,7-9; 3,1-7
Dal libro della Genesi
Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 50 (51)
Rit. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Rit.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Rit.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rit.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Rit. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Seconda Lettura Rm 5,12-19
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Mc 4,4b
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
VANGELO Mt 4,1-11
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Gesù fu condotto
dallo Spirito nel deserto
per essere tentato
La nostra preghiera di oggi
Prete: Pregare vuol dire affidarsi a Dio e non contare sulle nostre forze, per quanto impegnate nel bene. Se il peccato significa sfiducia nel Padre, il ritorno a lui comporta un atteggiamento più filiale. Perciò diciamo:
Signore, abbi pietà di noi peccatori!
- Signore, tu hai creato Adamo dalla terra, hai coperto la vergogna del suo peccato: ricordati che noi siamo polvere.
- Signore, tuo Figlio come noi ha provato la fame, ha rifiutato il miracolo che gli dava del pane: saziaci con il pane della tua parola e liberaci dalla tentazione di compiere le scelte del facile successo.
- Signore, tuo Figlio come noi è stato tentato, non ha voluto un segno dal cielo: insegnaci l’obbedienza che salva e facci scoprire la via dell’umiltà.
- Signore, tuo Figlio come noi è stato provato, non ha voluto la potenza e la gloria del mondo: aiutaci a vivere la povertà che ci fa liberi.
- Signore, tuo Figlio come noi ha sperato, non ha ceduto all’angoscia e alla tristezza: ravviva in noi la certezza della salvezza e accogli (…. e) tutti nostri fratelli defunti nella comunione dei santi.
Prete: Dio di tenerezza, accogli la penitenza e la preghiera della tua chiesa che vuole ritornare incessantemente a te. Insegnaci a riconciliarci con i nostri fratelli affinché siamo, gli uni per gli altri, testimoni della tua misericordia per Gesù, il Cristo, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». (Mt 4,4)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Giovanni 6,1-15 = Gesù non fonda il suo essere Messia sui miracoli. Giacomo 1,19-27 = la necessità di ascoltare la Parola. 1Corinti 1,18-31 = quanto è distante la sapienza degli uomini da quella che viene da Dio!
Letture di domenica prossima, II del tempo di Quaresima
Genesi 12,1-4; Salmo 33; Seconda lettera a Timoteo 1,8-10; Matteo 17,1-9.
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato
Il racconto delle tentazioni, che Gesù ha respinto nel deserto, non è un racconto storico. È una lezione magistrale presentata in forma di “teologia narrativa”. Chi meglio ha spiegato la portata di questo racconto geniale è stato Fëdor Dostoevskij (I fratelli Karamazov, libro V, cap. 5). Gesù improvvisamente ritorna al mondo e si presenta a Siviglia. E l’Inquisitore gli dice bruscamente: “Perché sei venuto a darci impaccio?”. La presenza di Gesù è inquietante, non solo scomoda, ma soprattutto enormemente preoccupante per la Chiesa. E l’Inquisitore spiega il perché:
Invece di impadronirti della libertà umana, l’hai allargata ancora di più. Hai dunque dimenticato che l’uomo preferisce la pace e anche la morte alla libertà di distinguere il bene e il male? Nulla è più seducente per l’uomo del libero arbitrio, ma anche nulla è più doloroso. E invece di principi solidi che avrebbero tranquillizzato per sempre la coscienza umana, hai scelto nozioni vaghe, strane, enigmatiche, che vanno al di là delle nostre forze, e così facendo hai agito come se non amassi gli uomini, tu che eri venuto a dare la vita per loro! Hai accresciuto la libertà umana invece di sequestrarla, e così hai imposto per sempre all’essere morale i tormenti della libertà. Ci sono soltanto tre forze che potrebbero soggiogare per sempre la coscienza di questi deboli ribelli: il miracolo, il mistero, l’autorità! Ma tu le hai rifiutate tutte e tre, dando tu stesso l’esempio… Noi abbiamo corretto la tua opera, fondandola sul miracolo, sul mistero e sull’autorità. E gli uomini si sono rallegrati di essere di nuovo condotti come un gregge, liberati di quel dono funesto che causava loro tante pene… Perché dunque vieni a intralciare la nostra opera? Perché rimani in silenzio, fissandomi col tuo sguardo dolce e penetrante?
(F-M. Dostoievskij, I fratelli Karamazov)
“Nulla mai fu per l’uomo e per la società umana più insopportabile della libertà!”. Qui ed in questo sta il segreto e la chiave dello scontro tra il Vangelo e la Chiesa. Perché?
Perché a partire dal momento in cui il cristianesimo, mediante la Chiesa, si è organizzato più come “Religione” che come “Vangelo”, la Chiesa non ha avuto altra soluzione che passare per dove passano le religioni, che si ergono come “un sistema di ranghi, che implica dipendenza, sottomissione e subordinazione a superiori invisibili” (W. Burkert, H. Steible). Questa è la grande tentazione che Gesù ha superato ed alla quale si è piegata la Chiesa.
La Chiesa è saggia con saggezza umana. Per questo non solo ha mantenuto al margine le esigenze di Gesù, che rivendica. Non solo ha attenuato, trasformato e moderato il suo messaggio. In alcuni punti essenziali, ed in qualità di istituzione, la Chiesa ha frainteso completamente quello che Gesù ha detto e voluto (F. Lenoir). Adesso siamo troppo lontani dalla vita di quell’uomo buono, che è stato assassinato dalla religione. Tra la religione e Gesù, siamo in troppi ad aver preferito il modus vivendi, sopportabile e confortante, che ci impone la Chiesa. Per questo l’insegnamento fondamentale del vangelo delle tentazioni è così decisivo per la Chiesa intera e per ognuno di noi cristiani.
p. José María Castillo
Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.