1ª DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu vuoi trasformare le nostre lance in falci, ma noi per paura o interesse non siamo operatori di pace. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, tu vieni come la luce del nuovo giorno che splende sul mondo, ma noi preferiamo il buio per acquietare la nostra coscienza. Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, tu verrai all’improvviso per portare a compimento il tuo regno, ma noi, pieni di “cose da fare”, non siamo più capaci di attenderti nel silenzio della preghiera. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Preghiera all’accensione della candela
Quattro candele accese successivamente ogni domenica per le quattro settimane di Avvento, evidenziano la progressiva venuta di Cristo, luce del mondo, e la nostra crescente attesa dello Sposo dell’umanità.
Lettore:
Questa prima candela di Avvento
è la prima luce che si accende
in questo tempo di attesa.
Popolo di Dio, vieni,
camminiamo nella luce del Signore.
È ormai tempo di svegliarci dal sonno;
la notte è avanzata e il giorno è vicino.
Facciamo le opere della luce:
spogliamoci delle nostre gelosie e contese
e rivestiamoci del Signore Gesù Cristo,
che ha spogliato se stesso facendosi servo.
Tutti: Vieni, Signore Gesù,
noi ti attendiamo!
Colletta
O Dio, che per radunare tutti i popoli nel tuo regno hai mandato il tuo Figlio nella nostra carne, donaci uno spirito vigilante, perché, camminando sulle tue vie di pace, possiamo andare incontro al Signore quando verrà nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 2,1-5
Dal libro del profeta Isaia
Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 121 (122)
Rit. Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
Rit.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Rit.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.
Rit.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
Rit.
Seconda Lettura Rm 13,11-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Sal 84,8
Alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mt 24,37-44
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Vegliate…
tenetevi pronti
viene il Figlio dell’uomo
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli e sorelle, in questa prima domenica di Avvento preghiamo il Signore nell’attesa del suo ritorno e diciamo:
Vieni, Signore Gesù!
• È giunta l’ora di svegliarci dal sonno, la notte è avanzata e il Giorno è vicino!
• Il tempo ormai si è fatto breve e il mondo passa, chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.
• La nostra cittadinanza è nei cieli, di là aspettiamo il Salvatore Gesù Cristo.
• Tu sei il Signore che torna all’improvviso come un ladro, beato quel servo che tu trovi vigilante.
• Tu vieni come giudice tra le genti, le nostre armi da guerra si trasformeranno in segni di pace.
• Tu vieni come consolatore degli afflitti, chi soffre ed è oppresso troverà in te la sua speranza.
• Tu vieni incontro a noi come lo Sposo, insieme (a …. e) ai nostri fratelli defunti parteciperemo come sposa, da te resa senza macchia e senza rughe, alla festa di nozze nel tuo regno.
Prete: Ti aspettiamo o Signore, giudice di tutti i popoli: tu sei venuto nel mondo quando hai assunto la condizione umana, vieni oggi sotto il segno del pane e del vino, vieni a compiere il tuo Regno e a colmare l’attesa che ci tiene desti. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno verrà il Signore». (Mt 24,42)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: il tema della vigilanza nell’attesa del giorno del Signore (2Pietro cap.3 e 1Tessalonicesi cap.5). Il tempo che viviamo sta tra la venuta del Figlio nella carne umana e il suo ritorno nella gloria.
Letture di domenica prossima, II del tempo di avvento
Isaia 11,1-10; Salmo 72; Lettera ai Romani 15,4-9; Matteo 3,1-12.
Dio viene: vigilate!
Ernesto Menichelli
Isaia nel contesto del brano di oggi parla al popolo d’Israele in un momento in cui il paese è schiacciato tra le «grandi potenze» del suo tempo (l’Egitto e l’Assiria); tanto grandi da far pensare che non si possa vivere senza un’alleanza politica e militare con esse. Isaia allora dice apertamente che il popolo non si salverà con le alleanze politiche, ma con la fedeltà all’unica alleanza già stipulata da tempo, quella con JHWH. Può sembrare utopia proporre la politica della fede in un momento storico così cruciale; ma i fatti gli daranno ragione. Anzi verranno tempi in cui questa alleanza sarà estesa a tutti i popoli. I tempi di Noè diverranno i tempi del Messia, cioè la «fine dei giorni»; l’arca di Noè diverrà il «tempio del Dio di Giacobbe» sul monte del Signore. In essa non entreranno otto persone solamente, ma l’uomo dell’ottavo giorno, cioè l’umanità intera trasformata e riportata all’unità, e raccolta a celebrare Dio.
Il linguaggio profetico di Isaia si identifica con quello apocalittico di Gesù per dire la medesima cosa: la fine di Gerusalemme, di cui Gesù aveva parlato poco prima, è il segno della fine dell’antica alleanza, fatta con Israele; e il capovolgimento cosmico che vi è connesso, non è che una figura della profonda trasformazione del mondo connessa con l’avvento dell’èra messianica. La venuta di Gesù è un fatto che capovolge e trasforma l’intera storia dell’umanità, e scuote fin nelle sue fondamenta il senso stesso del mondo, rinnovandolo totalmente.
Oggi noi siamo chiamati a celebrare questa venuta. Noi, come popolo cristiano, siamo depositari di questo messaggio straordinario e gravido di responsabilità. Il Cristo è venuto, viene, e la vita del mondo deve cambiare; qui si colloca allora tutta la dimensione parenetica dell’attesa, che troviamo nel Vangelo e nella seconda lettura.
Il Vangelo la propone attraverso i verbi: «Vigilate» (v.42), «Siate pronti» (v. 44); e tra i due il terzo verbo invita alla riflessione: «Questo considerate» (v.43). La venuta del Signore si vela dietro il mistero della storia, il cui compimento finale è nascosto: «Quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre» (Mt 24,36). Allora l’attesa è caratterizzata da una disposizione interiore, per cui la fede di chi veglia ed è in attesa, cioè in stato di partenza, si alimenta di memoria celebrativa («questo considerate!»). Sono tre verbi che richiamano le immagini suggestive della notte dell’esodo, dove l’israelita vegliava, col bastone in mano, mangiando l’agnello e le erbe amare: un pasto in cui era rappresentato il sapore amaro del presente e la speranza della liberazione futura.
Possiamo allora dire che già dal primo giorno dell’avvento, l’attesa del Signore si configura in termini e a dimensione pasquale. Anche al cristiano, come all’ebreo errante, è chiesto di essere sveglio nella casa che non dovrà oltrepassare le dimensioni della tenda; di essere pronto e in stato di partenza, celebrando il rito di una memoria che riconosce a Dio il mistero della sua presenza nella storia.
A questo veniamo sollecitati anche da Paolo nella seconda lettura della liturgia. Occorre «svegliarsi dal sonno», aprire gli occhi su un movimento di accelerazione impresso al nostro mondo. «La notte è avanzata e il giorno è vicino»: la storia vive l’urgenza di giustizia, di pace, di salvezza. E il cristiano non può disattendere queste aspettative. Egli deve sapere leggere queste urgenze e incarnare una venuta del Signore. L’invito a «rivestire le armi della luce» significa conversione profonda a Dio attraverso la storia e per mezzo di Cristo. La strada concreta della conversione è descritta da Paolo come una concezione della storia del tutto nuova: rifiuto della decadenza sociale che impernia la vita sull’edonismo, la manipolazione, la strumentalizzazione, le rivalità e le concorrenze, la sopraffazione: tutto ciò è opera delle tenebre, cioè è un vivere il momento presente chiudendosi ad ogni istanza che vada al di là dell’immediato.
Questo rifiuto della decadenza sociale avviene in positivo con una sola possibilità alternativa: «Rivestirsi di Cristo» perché egli è «l’arma della luce». Cristo, come vestito dell’uomo, ricostruisce la dignità della persona umana. Egli è il «vestito nuovo» per riconfigurare la «creatura nuova». Attendere allora il Signore non èuna penitenza, un’ascesi privativa, ma una festa; chi attende il Signore si «arma» di luce, come le dieci vergini che nella notte attendono lo sposo; chi attende il Signore mette il vestito nuovo della novità ultima e definitiva, che è Cristo Signore.

Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.