21ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Canto
Signore Gesù, noi non ci sforziamo di entrare per la porta stretta ma preferiamo i cammini facili e sicuri:
Signore, mostraci la tua misericordia!
Cristo Signore, noi mangiamo e beviamo in tua presenza ma continuiamo a compiere iniquità e ingiustizie:
Cristo, convertici nella tua misericordia!
Signore Gesù, tu accogli tutti gli uomini alla tavola del tuo Regno ma noi siamo quei primi che saranno ultimi:
Signore, perdonaci per la tua misericordia!
Gloria
O Padre, che inviti tutti gli uomini al banchetto pasquale della vita nuova, concedi a noi di crescere nel tuo amore passando per la porta stretta della croce, perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della libertà vera. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Prima Lettura Is 66,18-21
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 116 (117)
Rit. Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.
Rit.
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
Rit.
Seconda Lettura Eb 12,7.11-13
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio,
non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo
quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Gv 14,6
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita,
dice il Signore;
nessuno viene al Padre
se non per mezzo di me.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 13,22-30
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Sforzatevi di
entrare per la
porta stretta
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli, Dio è Padre di tutti gli uomini e vuole che tutti partecipino alla mensa della salvezza. A lui rivolgiamoci con fiducia:
Ascoltaci, Signore.
- Per la Chiesa: perché annunci senza stancarsi la misericordia di Dio
– e cresca come popolo che il Signore raduna da ogni parte della terra. - Per quanti vivono la loro vita nella porta stretta del servizio, del sacrificio e del dono di sé:
– accorda la loro vita all’Eucarestia. - Per tutte le vittime della violenza, per chi paga con il prezzo della vita la lotta per la libertà e la giustizia.
– sostieni in tutti l’attesa del tuo Regno e ci ritroveremo insieme per una festa senza fine. - Per noi qui riuniti: fa’ che non poniamo limiti alla tua salvezza,
– e saremo testimoni della tua infinita misericordia. - Per (… e) tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti: perché il Signore dia a loro la gioia di condividere la sua vittoria sulla morte
– e a noi la speranza che insieme a loro risorgeremo a vita nuova.
Prete: Risveglia, o Padre, le nostre coscienze perché siano pronte ad accogliere il tuo invito, e fortifica la nostra volontà e il nostro impegno nel preparare concretamente la mensa del Tuo Regno. Per il nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
O Signore, che ti sei acquistato
una moltitudine di figli
con l’unico e perfetto sacrificio di Cristo,
concedi a noi, nella tua Chiesa,
il dono dell’unità e della pace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Abbiamo ascoltato parole
che ci incoraggiano nel cammino
per giungere alla città santa,
dove tu riunisci tutti i popoli della Terra
senza escludere nessuno dal tuo dono,
manifestato e realizzato definitivamente in Gesù,
l’Unigenito fatto uomo per la salvezza
di tutti i tuoi figli.
A quanti desiderano la tua amicizia
e vogliono rispondere alla tua chiamata,
Gesù presenta la porta stretta
che non esclude nessuno
in base all’origine
o all’appartenenza ai diversi popoli,
ma chiede a tutti di vivere la fedeltà nell’amore.
Se non operiamo secondo giustizia
non ci riconoscerà e troveremo la porta chiusa,
e ci ricorda che nel tuo regno gli ultimi
diventano i primi.
Confortati e spronati dalle sue parole
mentre camminiamo verso la tua casa,
uniti a tutti i credenti della terra,
innalziamo a te l’inno di adorazione e di lode:
Santo
Scambio della pace
Ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi. (Lc 13,30)
Comunione
Porta a compimento in noi, o Signore,
l’opera risanatrice della tua misericordia
e fa’ che, interiormente rinnovati,
possiamo piacere a te in tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: La speranza della salvezza per tutti i popoli si coniuga con l’esigenza della porta stretta della fedeltà al Signore. La speranza cristiana passa dalla croce per la Resurrezione. Si veda nel Vangelo di Giovanni, la ricca meditazione del capitolo 12.
Letture di domenica prossima, XXII del tempo ordinario
Siracide 3,17-29; Salmo 68; Ebrei 12,18-24; Luca 14,1-14
Esigenze per un’umanità umana
In altre occasioni si è insieme ricordata una frase scritta del giudice Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990, a 38 anni: “Non ci verrà chiesto se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili”.
La credibilità si esprime nella coerenza fra le intenzioni e le azioni; le dichiarazioni, le decisioni, le opere; fra il dire e il fare. E questo in ogni ambito della vita: personale, familiare, culturale, politica, religiosa.
Le persone: donne, uomini, comunità che noi sentiamo come maestre e guide; a cui guardiamo per trarre luce, forza, sostegno; a cui nutriamo la nostra idealità, la nostra fede, la nostra speranza, le riteniamo tali proprio a motivo della loro coerenza e credibilità che in sé contengono idealità, passione, coinvolgimento, coraggio, resistenza nelle prove e nelle difficoltà, nei contrasti, nelle avversità, nell’isolamento.
Per quanto riguarda l’esperienza della fede è davvero straordinario, ma purtroppo poco frequentato, a cominciare dalla Chiesa gerarchica, il patrimonio di profeti e martiri a cui attingere: dai primi cristiani che sceglievano di essere uccisi piuttosto che impugnare un’arma e far parte di un esercito; a Francesco d’Assisi, ideale dell’uomo nuovo per tutta l’umanità; ai maestri di tante e tanti di noi: dal pastore Bonhoeffer a Edith Stein; da don Primo Mazzolari a don Milani; da p. Turoldo a p. Balducci; da papa Giovanni XXIII che portò la profezia ai vertici dell’istituzione, a don Tonino Bello vescovo profeta e poeta; ai martiri don Diana e don Puglisi; a Falcone e Borsellino, ai tanti altri magistrati uccisi; alle donne e agli uomini delle loro scorte; ad Annelena Tonelli, alla suora martire in Amazzonia Dorothy Stang nel febbraio del 2005; al vescovo martire mons. Romero; ai martiri dell’Africa e di tutti i luoghi del Pianeta: uccisi dai poteri per la loro fedeltà e coerenza per un mondo di giustizia, di uguaglianza e di pace.
Essere e diventare veramente umani; essere e diventare veramente cristiani è un’impresa quotidiana che richiede a ciascuno/a di noi riflessione interiore, lavorio su noi stessi, disponibilità, dedizione, verifica delle motivazioni, dei fini, dei comportamenti; rilancio della prospettiva, nutrimento della forza interiore.
In questo contesto, mi pare si possa collocare il Vangelo di questa domenica (Luca 12,22-30). Un tale pone a Gesù questa domanda: “Signore sono proprio pochi quelli che si salvano?”. In un passaggio della sua storia la Chiesa ebbe la presunzione di affermare: “Al di fuori della Chiesa non c’è salvezza”. In un dialogo a San Salvador, il teologo della liberazione p. Jon Sobrino mi diceva di riprendere quell’affermazione per modificarla radicalmente: “Al di fuori dei poveri non c’è salvezza”; se cioè non ci coinvolgiamo tutti insieme in un progetto di liberazione, di vita, di giustizia, di pace, di salvaguardia dell’ambiente vitale e di tutti gli esseri viventi, non ci potrà essere salvezza, nel senso pieno e globale della parola.
Gesù risponde alla domanda con l’indicazione di una sala da pranzo piena di commensali, per rappresentare la nuova umanità che lui è venuto ad annunciare e iniziare; per entrarvi c’è il passaggio di una porta stretta che cioè chiede riflessione, scelta, decisione, adesione, partecipazione all’umanità raccolta in quel luogo: eterogenea, espressione della diversità, proveniente da tanti luoghi, con tante storie a cominciare da quelle più difficili e tribolate.
Proprio per questa accoglienza reciproca un ambiente umano sereno, anche festoso. Però ci sono tante persone che per pigrizia o conformismo o prese da altre occupazioni e preoccupazioni pensano a sé, ai propri interessi e si fermano fuori, presumendo di poter entrare comunque in ogni momento. Ma l’artefice e responsabile di quel grande incontro dirà: “Non vi conosco. Di dove venite?”. Allora quelli diranno: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con te e tu sei passato nei nostri villaggi parlando di Dio”. Alla fine egli dirà: “Non vi conosco. Di dove venite? Andate via da me, gente malvagia!”. Così alcuni diranno: “Ci siamo dichiarati cristiani; abbiamo difeso le radici cristiane, l’identità e la cultura cristiana; i valori cristiani, anche opponendoci con forza agli altri, ai diversi da noi”.
Il Signore dirà: “Non vi conosco. Queste vostre dichiarazioni hanno coperto le vostre incoerenze, le vostre ingiustizie, i vostri egoismi, le vostre menzogne, anche le vostre corruzioni, il vostro razzismo”. Anzi vi dico: verranno tante persone, da diversi luoghi del mondo e vi insegneranno che cos’è la spiritualità vera, l’attenzione e la disponibilità alle persone, il rispetto per i bambini, le donne, gli anziani; per la terra, l’acqua, gli alberi, tutti gli esseri viventi.
Ci sarà un radicale coinvolgimento: tanti di coloro che oggi sono considerati primi saranno ultimi per la loro povertà umana, culturale, spirituale; invece, proprio per la ricchezza di queste dimensioni, le persone considerate oggi ultime saranno prime; nella realtà autentica e profonda della vita e della storia lo sono già.
Don Pierluigi Di Piazza

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