33ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Signore, se l’ascolto della tua Parola non fa crescere la nostra fede nell’amore del Padre:
abbi pietĂ di noi.
Signore, pietĂ !
Cristo, se la preghiera umile e fiduciosa non ravviva la nostra speranza nella tua salvezza:
abbi pietĂ di noi.
Cristo, pietĂ !
Signore, se l’amore per te non ci rende più operosi nella carità , capaci di rispondere alle attese dei nostri fratelli: abbi pietà di noi.
Signore, pietĂ !
Gloria
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, GesĂą Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre,
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietĂ di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietĂ di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Colletta
O Dio, che farai risplendere i giusti come stelle nel cielo, accresci in noi la fede, ravviva la speranza e rendici operosi nella caritĂ , mentre attendiamo la gloriosa manifestazione del tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unitĂ dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura  Dn 12,1-3
Da libro del Profeta Daniele
In quel tempo, sorgerĂ Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 15 (16)
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Rit.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Rit.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Seconda Lettura  Eb 10,11-14.18
Dalla lettera agli Ebrei
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo        Lc 21,28
Alleluia, alleluia.
Risollevatevi
e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.
Alleluia, alleluia.
VANGELOÂ Lc 3,10-18
Dal Vangelo secondo Marco
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, GesĂą disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerĂ ,
la luna non darĂ piĂą la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In veritĂ io vi dico: non passerĂ questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Il cielo e la terra
passeranno,
ma le mie parole
non passeranno
La nostra preghiera di oggi
Prete: Rendiamo grazie al Padre che in Cristo ha redento tutto: la nostra morte e la nostra vita; nell’attesa del ritorno glorioso del Signore invochiamolo: Vieni, Signore Gesù!
- Vieni Signore in mezzo alla tua Chiesa
– e donale la potenza della misericordia e la gloria della croce di salvezza. - Vieni Signore incontro alle nostre paure
– e vinci con il tuo amore le nostre chiusure. - Vieni Signore su chi ha progetti di guerra e di morte
– e sconvolgi la prepotenza con la tua Parola che non tramonta. - Vieni Signore e ispira le scelte dei tuoi discepoli,
– siano attenti ai segni dei tempi, nella fedeltà a te e all’umanità . - Vieni Signore su di noi, che dal Battesimo abbiamo i nostri nomi scritti sul tuo libro di vita,
– conferma i tuoi doni e radunaci in un cuor solo e in un’anima sola. - Vieni Signore e, nel ricordo di (…. e) tutti i nostri fratelli defunti, donaci la speranza nella salvezza per tutti,
– rendici certi che la tua misericordia ci riunirà nel Regno dei cieli.
Prete: O Padre, il tuo Figlio ha vissuto con lo sguardo fisso su di te per trovare ispirazione, forza e consolazione e compiere in obbedienza la tua volontà e la sua missione: concedi anche a noi la stessa tensione filiale e amorosa, nell’attesa del tuo giorno. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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Canto all’offertorio
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Prefazio
Padre misericordioso,
che farai risplendere i giusti come stelle nel cielo,
a te innalziamo il nostro canto di lode,
riuniti dal tuo Figlio a celebrare la sua vittoria
sul peccato e sulla morte,
per diventare pure noi
riflesso vivo della tua gloria.
Vogliamo lodarti per il grande progetto
della salvezza, in cui desideri
che ogni uomo e donna
possa riconoscere il tuo amore.
Per manifestarlo pienamente
hai mandato il tuo Cristo,
che si è presentato come Figlio dell’uomo,
a servizio dei suoi fratelli:
Egli anima la fede dei credenti,
rende vivace la nostra speranza,
educa la carità affinché sia segno
del tuo amore senza confini.
Rincuorati e spronati dalle sue parole,
ci uniamo all’immenso coro dei santi
per cantare con il creato la tua lode:
Santo
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Agnello di Dio
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Antifona alla comunione
Il Figlio dell’uomo manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai confini della terra (Cf. Mc 13,27).
Comunione
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Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: i testi sul giorno del Signore (Ezechiele 37,1-14; 38–39) e l’immagine della mietitura come giudizio misericordioso di Dio (Matteo 13,36-43; Apocalisse 14,14-20); la necessità di essere pronti (1Tessalonicesi 4,13-5,26; 2Pietro 3).
Le letture di Domenica prossima, XXXIV del tempo ordinario, Cristo Re dell’universo – anno B
Daniele 7,13-14; Salmo 92; Apocalisse 1,5-8; Giovanni 18,33-3
Il dovere di sperare per tutti
Se le minacce di giudizio e le immagini spaventose delle pene comminate ai peccatori che troviamo nella Scrittura e nella tradizione, hanno un senso, sicuramente hanno per prima cosa il segno di mettermi davanti agli occhi la grave responsabilitĂ , che si accompagna alla mia libertĂ . Ma la Scrittura e la tradizione mi costringono pure a ritenere, in forza di queste minacce di giudizio, che anche solo un altro, oltre a me stesso, è caduto nell’inferno o vi è destinato? A me pare che, proprio al contrario si possa anzitutto sostenere la tesi seguente: chi pensa che, oltre a se stesso, anche solo un altro possa andare eternamente perduto, non può piĂą amare senza riserve…. GiĂ il minimo pensiero occulto di un inferno definitivo per altri induce erroneamente, nei momenti in cui la solidarietĂ umana diventa particolarmente difficile, ad abbandonare l’altro a se stesso.
Invece bisognerebbe decidersi «realmente senza riserve a riconoscere a ogni uomo tutto il suo valore e a cercare in questa affermazione dell’altro la propria gioia definitiva. In questa visuale il “paradiso per tutti” non equivale allora ad un invito a poltrire nell’impegno morale, bensì è l’esigenza piĂą grave e inimmaginabile posta a tutti: l’esigenza di decidersi in favore di una pazienza, che per principio non viene mai meno ed è pronta ad aspettare infinitamente a lungo l’altro….».
Hermann-Josef Lauter si domanda con angoscia: «Tutti si lasceranno realmente riconciliare? A tale domanda nessuna teologia o profezia può rispondere. Ma l’amore spera tutto (1Cor 13,7). Esso non può far a meno di sperare la riconciliazione di tutti gli uomini in Cristo. Sotto il profilo cristiano tale speranza illuminata non solo è permessa, bensì doverosa».
Hans-Urs von Balthasar, «Breve Discorso sull’Inferno»
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Tutti, un giorno, abbiamo conosciuto una specie di fine del mondo: la guerra, la morte di una persona cara, un’improvvisa malattia, lo scontro con una societĂ dura e a volte così poco umana… Sappiamo che è stato necessario ricominciare a vivere e a credere nell’estate guardando spuntare l’umile foglia del fico. A volte abbiamo reinventato il mondo come se si potesse attingere luce e forza dal futuro. GesĂą non sapeva tutto. Era abbagliato dal sole di Dio, attraverso la caligine dei giorni minacciosi che venivano verso di lui. Diceva ai suoi amici il segreto nascosto nella precarietĂ del presente. Sta qui il messaggio luminoso delle parole apocalittiche di GesĂą: oggi, qui, attraverso i successi e i fallimenti della vita, bisogna vivere la primavera di Dio. Ostinatamente.
(G. Bessière)
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