5ª DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA – ANNO C
Canto
VIENI E SEGUIMI
Lascia che il mondo vada
per la sua strada
Lascia che l’uomo ritorni
alla sua casa
Lascia che la gente accumuli
la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare
spieghi la vela
Lascia che trovi affetto
chi segue il cuore
Lascia che dall’albero cadano
i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini
E sarai sale della terra
E nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2 volte)
E per questa strada va, va
E non voltarti indietro, va
E non voltarti indietro.
Atto penitenziale
Per la mancanza di speranza e di novità delle nostre azioni: Signore pietà!
Signore, pietà!
Per la nostra pretesa di essere giusti e di avere sempre le risposte giuste: Cristo, pietà!
Cristo, pietà!
Per i mancati perdoni, per non aver creduto che l’amore vince il peccato: Signore, pietà!
Signore, pietà!
Non si dice il Gloria
Colletta
Dio di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo che è tuo Figlio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 43,16-21
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 125 (126)
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Rit.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Rit.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Rit.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Seconda Lettura Fil 3,8-14
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf. Gl 2, 12-13
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore,
dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Gv 8,1-11
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Neanch’io
ti condanno;
va’ e d’ora in poi
non peccare più
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fiduciosi nel Signore che fa nuova la nostra vita liberandoci dal peccato con il suo perdono affidiamoci alla sua misericordia nella preghiera:
Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono!
- Quando siamo tentati di guardare ai peccati dei fratelli, togli, Signore, la trave dal nostro occhio,
– e vedremo con chiarezza le nostre miserie. - Quando siamo tentati di giudicare gli altri, portaci, Signore, a riconoscere le nostre cadute,
– e sperimenteremo la grazia di un cuore umile e contrito. - Quando pieghiamo la tua Parola ai nostri desideri, insegnaci, Signore, il comandamento nuovo dell’amore,
– e potremo respirare nell’esteso spazio della tua misericordia. - Quando dal nostro cuore escono pensieri e progetti cattivi, purifica il nostro intimo, Signore, con il tuo Spirito,
– e conosceremo la gioia di uno spirito nuovo. - Quando manchiamo di speranza, Signore, concedici la consapevolezza che insieme a ( … e a) tutti i nostri fratelli defunti saremo accolti nella gioia del tuo regno,
– e rinnoveremo la fede nella resurrezione.
Prete: Signore, che in Gesù Cristo ci hai detto che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva, accogli la preghiera della Chiesa che gioisce per le celebrazione del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore! Amen.
Canto all’offertorio
SEGNI DEL TUO AMORE
Mille e mille grani nelle spighe d’oro
mandano fragranza e danno gioia al cuore,
quando, macinati, fanno un pane solo:
pane quotidiano, dono tuo, Signore.
Rit. Ecco il pane e il vino,
segni del tuo amore.
Ecco questa offerta,
accoglila Signore:
tu di mille e mille cuori
fai un cuore solo,
un corpo solo in te
e il Figlio tuo verrà, vivrà
ancora in mezzo a noi.
Mille grappoli maturi sotto il sole,
festa della terra, donano vigore,
quando da ogni perla stilla il vino nuovo:
vino della gioia, dono tuo, Signore.
Rit.
Prefazio
Ti ringraziamo, Padre buono
per Gesù tuo Figlio
che svela la grandezza del tuo amore
e della tua misericordia.
Egli fa rifiorire la speranza
nel cuore della donna sorpresa in adulterio;
ferita dal proprio peccato,
accogliendola nella sua dignità di persona
apre la sua vita ad un nuovo futuro.
In lui anche noi possiamo ritrovare
e gustare la potenza della grazia
che da peccatori ci rende riconciliati,
e ci riporta alla festa che tu prepari
per ciascuno dei tuoi figli.
Il perdono che egli ci offre gratuitamente
ci insegna a condividerlo con tutti,
così da risanare il mondo, con la forza dello Spirito,
perché sia segno della tua bontà,
casa accogliente per tutti.
Chiamati a condividere con l’umanità
le gioie e le speranze,
le tristezze e il desiderio di pace nella giustizia,
con l’assemblea del cielo e la Chiesa in cammino nella storia
eleviamo te, Dio fedele, il canto della lode:
Santo
Santo, santo, santo, santo è il Signore
Il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria
Osanna, osanna nei cieli
Osanna, osanna nell’alto dei cieli.
Santo, santo, santo, santo è il Signore
Il Signore Dio dell’universo.
Benedetto è chi viene nel nome del Signore
Osanna, osanna nei cieli
Osanna, osanna nell’alto dei cieli.
Scambio della pace
Antifona alla comunione
«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». «Nessuno, Signore». «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,10-11))
Comunione
DALL’AURORA AL TRAMONTO
Rit. Dall’aurora io cerco Te,
fino al tramonto ti chiamo:
ha sete solo di Te
l’anima mia come terra deserta.
Non mi fermerò un solo istante,
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio,
il mio riparo: mi proteggerai
all’ombra delle tue ali.
Rit.
Non mi fermerò un solo istante,
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio:
unico bene, nulla mai potrà
la notte contro di me.
Rit.
Canto finale
SHALOM
È la mia pace che io ti do,
è la mia pace che io ti do,
è la mia pace che io ti do,
la stessa pace che
il Signore ti dà.
Shalom, shalom, shalom,
pace a te. (2 volte)
È il mio amore che io ti do,
è il mio amore che io ti do,
è il mio amore che io ti do,
lo stesso amore che
il Signore ti dà.
Shalom, shalom, shalom,
pace a te. (2 volte)
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: La peccatrice perdonata (Lc 7,36-50); la gioia di Dio nel perdonare (Esodo 34,6-9; Ezechiele 33.10-11); il Padre nostro (Matteo 6,9-15)
Le letture di Domenica prossima, Domenica delle Palme – anno C
Isaia 50,4-7; Salmo 21; Filippesi 2,6-11; Luca 22,14-23,56
L’eterno fariseismo della comunità cristiana
(di A. Urban)
Hanno colto sul fatto una peccatrice, la si trascina davanti a tutti, in tribunale. Pieni di indignazione morale la si addita a tutti. Venne colta sul fatto, il che rende la cosa veramente interessante. Sembra che vi sia proprio una soddisfazione nel poter raccontare una cosa del genere. Quante storie scandalistiche vengono raccontate anche oggi con un evidente senso di delizia! Ce n’è tutta una gamma che va dal piccolo pettegolezzo da comari fino agli affari delle persone in vista, cose che costituiscono l’inesauribile materiale dei settimanali e delle riviste: cioè il pane quotidiano della nostra società. Naturalmente anche qui vengono presentate in un atteggiamento accusatore di indignazione morale, con il quale si vorrebbe giustificare a se stessi e agli altri il fatto che ci si occupa evidentemente di questi argomenti; lo si vorrebbe anzi far divenire quasi un’opera buona.
Sarebbe però il caso di vedere se a coloro che si comportano così interessa veramente che sia fatta giustizia, o se questa indignazione morale non sia piuttosto un segno che gli stessi accusatori non hanno saputo risolvere quegli stessi problemi e cioè che accusano negli altri ciò che essi segretamente – forse inconsciamente – vorrebbero fare.
La psicologia del profondo ci ha fatto conoscere il fenomeno dei «desideri repressi» che si manifestano in una paradossale «confessione coatta», nel senso che il soggetto tradisce costantemente, e contro la sua volontà, ciò che lo muove. Chi di noi è mai senza «colpa», sia in senso psicologico che morale? In ogni caso non certamente coloro che pensano di dover mettere in pubblico e accusare gli errori degli altri.
Il Signore ci penetra con il suo sguardo fino al nostro midollo, tutti noi ci troviamo davanti a lui, in mezzo alla scena, insieme alla donna, in qualità di accusati. Egli conosce le nostre mancanze, non chiude un occhio, non le nasconde, ma nemmeno condanna: egli perdona. Egli, che è l’unico veramente innocente («agnello di Dio»), ha il potere di cancellare veramente i peccati e darci la possibilità reale di iniziare nuovamente: «va’ e d’ora in poi non peccare più».

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