Salvador Bahia

Diario di viaggio – TERZA PARTE

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16 agosto 2018

Stamani ci siamo alzati più tardi, ci siamo concessi un po’ di riposo.

La colazione che Maddalena, la signora che cura la casa, ci ha preparato è un pranzo: un specie di purè e faroca con carne de sol (carne secca), uova strapazzate, banane e la pignã.

Con Uber (ormai ci siamo appassionati a questo servizio) ci spostiamo al Mercato Modelo nel centro della città.

È l’occasione per comprare qualche piccolo ricordo e regalo.

Un panino veloce per poi andare in parrocchia da don Paolo per un incontro con gli anziani.

Arriviamo alla parrocchia Nossa Senhora da Piedade per partecipare all’incontro con un gruppo della terza età.

Si chiama gruppo Arco-Iris (Arcobaleno): si ritrovano una volta alla settimana per cantare, fare teatro, leggere poesie, fare artigianato o riflettere su alcuni temi. Riescono ad animare tutte le feste della parrocchia.

Nasce per dare un’occasione alle persone sole di ritrovarsi insieme.

Non manca il samba.

Passiamo così più di due ore fra canti e balli. Queste donne anziane hanno una vitalità incredibile!

Dopo una merenda con dolci preparati da loro, frutta, biscotti e succhi che anche noi abbiamo portato per condividere, ci trasferiamo alla Igreja da Trinidade per partecipare alla messa con le persone che vivono per strada. Popolaçao de rua.

Henrique ci ha presentato la comunità. 17 anni fa questa chiesa era una specie di discarica, luogo di spaccio e prostituzione. D’accordo con il vescovo hanno liberato la chiesa e l’hanno trasformata nel luogo della comunità.

Qui si ritrovano e vivono persone che vivono in strada e hanno il desiderio di cambiare la loro esistenza. Chiunque voglia entrare a far parte di questa comunità è il benvenuto. Non vivono di offerte. Tutti i membri della comunità lavorano fuori o all’interno di essa. Fanno piccoli lavori di artigianato con i materiali di scarto, piccoli lavori o la pubblicazione e distribuzione di un giornalino.

Sono aiutati a integrarsi nella società ricostruendo la propria indipendenza: l’ultima fase di reinserimento si svolge in alcune casette della comunità, affidate a chi ha un lavoro ma non una casa, servono per imparare a gestirsi soldi, bollette e stipendio ). Chiunque poi voglia dedicarsi al servizio della comunità entra a far parte del gruppo guida.

Ciò che colpisce è il forte senso di comunità che anima questo luogo, la stessa icona centrale richiama i tre pellegrini che visitano Abramo, specchio della Trinità: essi riescono a stare insieme solo perché ritengono che gli altri siano più importanti di se stessi; questo e il principio che cercano di applicare anche alla Trinidade, tanto che nella Messa il prete non si distingue dall’assemblea ma siede in cerchio con essa.

Partecipiamo alla loro preghiera: è semplice sullo stile di Taizè. È divisa in quattro parti:

1. preghiera della comunità con salmi, canoni di Taizè, racconto delle situazioni particolari della comunità.

2. Il Vangelo

3. L’eucarestia

4. La cena

Dopo la cena la chiesa diventa dormitorio.

Da un lato gli uomini, dall’altro le donne, un cartone per materasso. Salutiamo e con un pulmino ritorniamo a casa.

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Venerdì 17 Agosto

Ore 7,45 – Dopo le lodi concludiamo la colazione. Oggi abbiamo scoperto un nuovo modo di mangiare la manioca. Cotta come cannelloni da immergere nel caffè.

Con il pulmino ci avviamo al Centro Pastorale Diocesano per prendere Mauro Barsi. Ci accompagnerà all’isola di Marè all’interno del mare della della Bahia dove si trova un progetto di educazione sociale per i bambini e i ragazzi dell’isola.

Saliamo su una barca e iniziamo la traversata

Si scende in un punto senza molo, per cui scendiamo in acqua e raggiungiamo a piedi la riva.

Ci fermiamo un’ora in questo piccolo paradiso per fare il bagno.

A piedi ci spostiamo in un’altra zona dell’isola dove da un molo saliamo sulla barca di prima.

Nell’isola non arrivano le auto. Ci si muove a cavallo, a piedi o in moto.

Saliamo in barca e ci spostiamo nel paesino di Bananeira

Con l’aiuto di un’altra barchetta riusciamo a scendere a riva.

Attraversiamo il paesino di Bananeira per raggiungere la scuola.

Nel frattempo rientrano i ragazzi delle medie e superiori dalla scuola

Questa Isla di Maré è una terra fertile. Ha tutte le risorse per vivere come in un paradiso. Piantagioni di banane, la coltivazione, la pesca, il maresco (la raccolta dei molluschi).

Gli uomini partono la mattina e vanno a pescare o a lavorare nella terraferma, le donne sono quasi tutte impegnate nel maresco.

Un giorno una mamma non sapeva dove lasciare sua figlia di cinque anni per andare a lavorare. La chiuse in casa ma la bambina riuscì a uscire ed affogò. Da allora si avvertì l’urgenza di trovare un luogo dove le mamme potessero lasciare con tranquillità i propri figli e nacque questo centro di educazione di Agata Smeralda.

Da sette anni lo stato ha dato la possibilità alle grandi corporazioni industriali di estrarre petrolio e costruire un porto petrolchimico in mezzo al verde della Bahia.

Questo ha portato un forte inquinamento nella zona. Drastica diminuzione di pesci, un aumento sproporzionato di tumori. Le coltivazioni risultano inquinate con un alto tasso di mercurio e metalli pesanti come il piombo.

Gli interessi economici schiacciano la vita delle persone, la loro dignità e tutto l’ecosistema.

Queste persone stanno lottando per la loro vita e chiedono di essere ascoltate e supportate nella loro lotta.

Arrivati ci offrono il pranzo con le loro specialità. Pesce fritto, ….

Il dolce di banana.

Con canti, poesie e teatro ci raccontano la loro storia e la la situazione in cui vivono.

Lasciamo l’isola è torniamo al pulmino che ci riporterà a casa.

Conclusione della giornata alla churrascaria di fiducia

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Sabato 18 agosto 2018

Ore 10.00 Siamo arrivati alla casa della Comunità Marta e Maria.

Edvania coordina la casa di accoglienza dei moradores de rua.

Chi vive per la strada è facilmente esposto a Tubercolosi, AIDS, problemi mentali, dipendenza da alcool o droga: vivono insomma una condizione di grande fragilità.

A Salvador vivono 4000 persone per strada, non sono riconosciuti dallo Stato, non hanno diritti e sono invisibili al mondo.

In questa comunità trovano accoglienza secondo una visione umana ed evangelica.

Edvania ci racconta il suo percorso, la sua voglia di ricerca di una vita sempre più profonda che riempia il cuore di amore.

Questa ricerca l’ha portata ad essere fuori dagli schemi. Non si è accontentata di fare la carità e poi vivere in una situazione di tranquillità e agio.

Il senso di comunità anche qui è molto forte.

Condividiamo il pranzo

Finito il pranzo ci salutiamo calorosamente. Ci ritroviamo al pelourinho con Cassia, una studentessa universitaria che sta facendo un Master in italiano incontrata sull’autobus, grande appassionata di Pirandello.

Visitiamo la chiesa di San Francesco, uno dei capolavori dell’arte barocca in Brasile.

La Igreja de São Francisco è completamente rivestita all’interno di intagli in legno dorato.

Poi ognuno si è dedicato allo shopping. Giriamo per i negozi del Pelourinho e del Mercato Modelo.

Ci spostiamo a Rio Vermelho, ritrovo dei giovani baihani della sera e posto della Acaraje più famosa di Salvador.

Ci spostiamo verso il porto e ci fermiamo ad assaggiare la Caipirinha.

Tornati a casa iniziamo a prepararle valigie. Ormai siamo alla conclusione del nostro viaggio.

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Domenica 19 agosto 2018

Ha piovuto per tutta la notte e anche stamani il cielo minaccia altre precipitazioni.

Dopo una sontuosissima calzone preparata da Madalena, andiamo in parrocchia per partecipare alla messa delle 11.00 e per un saluto alla comunità parrocchiale.

I bambini della parrocchia fanno catechismo dalle 9.00 alle 11.00 e poi partecipano alla messa.

Grazie a don Marco e don Paolo per tutto l’aiuto e l’accompagnamento di questa meravigliosa esperienza. Ci ha toccato profondamente il cuore, ci ha sicuramente cambiati.

Terminata la messa si spostano le panche e l’eucarestia continua con il pasto condiviso.

Dopo pranzo il piazzalino della chiesa diventa un campino da calcio.

Passiamo dalle suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta per un saluto e una breve preghiera insieme.

Prima di tornare a casa padre Marco ci consiglia di assaggiare un tipo di gelato particolare tipico di Bahia, lo Açai.

Tornati a casa iniziamo a fare le valigie.

E lasciamo la Bahia nel primo vero giorno d’inverno.

Ore 20,15 – partiamo con il pulmino per l’aeroporto.

Non prima di aver salutato Madalena

Ecco la formazione di partenza

Arriviamo all’aeroporto e riusciamo velocemente a imbarcare i bagagli. Ora troviamo qualcosa da mangiare e poi andiamo al gate. Da ora in poi aggiorneremo il diario una volta arrivati a Lisbona. Un saluto a chi ci segue.

In coda per i controlli di sicurezza

siamo al Gate.

ore 11:28

Siamo atterrati a Lisbona

In attesa dell’aereo per Firenze

Ci imbarchiamo sul volo per Firenze.

ore 16,14 partiamo

atterriamo alle 20:10 di Firenze

Siamo a Firenze. Un grosso abbraccio a tutti.

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