Per Gaza e per la pace

Un segno per chiedere la pace

Dalla domenica di Pentecoste sul fronte delle nostre chiese sarà esposto un lenzuolo bianco, un sudario.
Sono più di 50 mila i morti a Gaza finora. E di questi più di 15 mila sono bambini: morti sotto le bombe, dal freddo e dalla fame.
A Gaza i teli bianchi avvolgono i corpi dei palestinesi morti ammazzati e sono diventati, così, il simbolo della strage. Sono, cioè, gli oggetti comuni del nostro tempo crudele. Tempo di genocidio.
Il sudario ricopre, sottrae alla vista del mondo il corpo di cui è stato fatto scempio. Avvolgere nel sudario è un gesto estremo di cura, di pietà.
Protegge la dignità degli esseri umani quando le vite non valgono più niente, nella conta approssimativa dei morti.
Vogliamo piangere e onorare la memoria dei morti di Gaza, piangerli uno a uno. E allora insieme, in silenzio, inondiamo il nostro quartiere di sudari, esponiamo un lenzuolo bianco dai nostri balconi, dalle nostre finestre.
Un gesto semplice, universale.
Un simbolo di pace e memoria.
Ogni sudario esposto è un pensiero di pace, un invito al dialogo, un modo per non restare indifferenti. Insieme con un solo gesto: un lenzuolo bianco che unisce.
Che sia l’ultimo sudario per Gaza.

Con questo gesto vogliamo anche ricordare tutte le vittime della guerra in Ucraina e di tutte le situazioni di conflitto e di guerra che sono presenti nel mondo. Non vogliamo arrenderci alla logica della violenza e della guerra. Vogliamo essere forti nella speranza, consapevoli che solo nel costruire percorsi di pace dipende il futuro del mondo.
Chiediamo con forza alle istituzioni internazionali di fermare questa spirale di violenza, garantire aiuti umanitari e avviare un processo di pace giusto e duraturo.

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