UN METODO NATO SUL CAMPO
Il metodo non è nato a tavolino. Al contrario, è stato elaborato a partire dall’osservazione di sperimentazioni messe in atto in varie parrocchie della diocesi di Verona agli inizi degli anni 2000 e poi allargate a varie parrocchie d’Italia, per riformulare l’iniziazione cristiana dei piccoli, uscendo dallo schema scolastico, coinvolgendo i genitori e valorizzando la domenica come giorno del Signore e della comunità.
Dopo aver seguito e verificato queste esperienze, abbiamo deciso di provare a riformulare il modo tradizionale di fare catechismo secondo quello che, più che un metodo, è un nuovo orizzonte in cui collocare il cammino dell’iniziazione cristiana (IC).
OBIETTIVI
Il «metodo a quattro tempi» intende raggiungere alcuni obiettivi che nell’impianto tradizionale restano un po’ in ombra:
recuperare il ruolo centrale della famiglia nella comunicazione della fede, aiutando i genitori a riscoprire un credere adulto in vista della testimonianza ai loro figli;
favorire il passaggio dal catechista singolo a un’équipe e far interagire maggiormente la comunità cristiana;
offrire ai ragazzi un’esperienza (non una lezione!) di catechesi vivibile per tempi e modi, uscendo dall’impossibile costrizione dell’oretta (scarsa!) dopo molte ore di scuola;
valorizzare meglio il giorno del Signore e l’anno liturgico all’interno del cammino di iniziazione.
LA PROPOSTA
Il «metodo a quattro tempi» invita le comunità cristiane a uscire dallo schema scolastico del catechismo settimanale per favorire condizioni più adeguate all’iniziazione cristiana, creando un contesto ampliato di annuncio, dilatando i tempi, i luoghi e le presenze:
– dall’ora di catechismo si passa al ritmo mensile scandito in quattro tempi, con al centro la domenica;
– dall’aula del catechismo si passa ai molteplici ambienti in cui la famiglia può vivere la fede: casa, sala parrocchiale, chiesa;
– dal catechista singolo si passa a un insieme di presenze (genitori, figure ministeriali della comunità, la comunità che celebra) che lavorano in équipe.
Concretamente, il cammino dell’IC viene ad articolarsi per ogni itinerario annuale in tappe mensili, ritmate secondo una scansione settimanale:
a settimana – Incontro dei genitori: si propone ai genitori un percorso di riscoperta della fede da adulti, attraverso un itinerario «trasformativo» (non una serie di conferenze!) impostato sulle tappe del catechismo dei loro figli, suggerendo anche come comunicare in famiglia quanto maturato nel gruppo.
a settimana – Comunicazione in famiglia: con l’aiuto di semplici proposte, si sostiene il tentativo dei genitori di testimoniare la fede ai figli, attraverso l’attenzione al vissuto familiare, l’educazione di alcuni atteggiamenti, ma anche con momenti espliciti di dialogo, di preghiera, di esperienza.
a settimana – Incontro di catechesi dei ragazzi: collocato in un momento di almeno un paio d’ore, il possibilmente non subito dopo la scuola o prima del calcio, della danza ecc., si propone, prima di tutto:
di permettere ai ragazzi di vivere una vera esperienza di accoglienza;
di dare loro uno spazio per condividere ciò che hanno vissuto in famiglia;
di offrire loro un’esperienza catechistica rispettosa dei tempi e delle modalità di apprendimento propri dell’età;
di vivere un momento comunitario attraverso il coinvolgimento, oltre che del catechista, di altre figure rappresentative della comunità cristiana: il parroco, alcuni genitori volontari (stabili o a rotazione), qualche giovane, dei ministri dell’eucaristia, qualche nonno o altre figure che facciano «squadra» con i catechisti e portino il loro contributo «carismatico» specifico (caritativo, musicale, ludico…).
a settimana – Domenica con le famiglie: previsto, preferibilmente, la domenica mattina un’ora circa prima della celebrazione della messa, consiste in un incontro, guidato dal parroco o da un formatore, in cui i genitori si ritrovano per una verifica dell’esperienza vissuta in famiglia e per approfondire le questioni aperte. I ragazzi intanto preparano una preghiera, un gesto o un segno per riesprimere nella messa qualcosa del cammino fatto nella tappa, coinvolgendo l’assemblea.
Ogni parrocchia è invitata ad applicare il metodo tenendo conto del proprio contesto, delle proprie risorse, delle famiglie coinvolte… fatti salvi però i criteri guida che lo caratterizzano.
CRITERI GUIDA
FAMIGLIE AL CENTRO
Scelta di fondo è quella di mettere al centro le famiglie e non solo i ragazzi, rivolgendosi agli adulti a partire dal loro essere genitori. Per questo motivo viene loro proposto un cammino di fede ritmato sull’iniziazione cristiana dei figli (e non, per esempio, sul catechismo degli adulti…): è il cammino dei piccoli, dunque, che ritma quello dei grandi.
STILE DI PRIMO ANNUNCIO
Si è cercato di mettere a fuoco i passaggi fondamentali di ogni anno, secondo un criterio di «essenzializzazione» del messaggio cristiano che tenga conto di rivolgersi a grandi e piccoli in un orizzonte di «primo annuncio». Per questo non viene richiesta alcuna «condizione» e l’esperienza è proposta in un clima di totale gratuità: i genitori possono scegliere anche di non partecipare agli incontri formativi e ciò non preclude ai loro figli di partecipare al momento previsto per loro in parrocchia.
CREAZIONE DI SPAZI «UMANI» DI INCONTRO VERO
Ai ragazzi viene offerto un incontro prolungato, ricco di attività diverse, scegliendo un tempo in cui non siano stanchi per la scuola o altri impegni. NB: l’esperienza di molte parrocchie insegna che l’ideale sarebbe potersi ritrovare con i ragazzi il sabato mattina o pomeriggio.
RIDEFINIZIONE DELLA FIGURA DEL CATECHISTA
Non va perduta la presenza e la funzione dei catechisti, chiamati a essere prima di tutto testimoni; si propone invece di investire su di loro dal punto di vista formativo, per aiutarli sia in questa riscoperta e riformulazione della fede, sia nel passaggio dal sentirsi solo catechisti dei ragazzi a diventare veri compagni di viaggio anche dei loro genitori. Ciò non esclude che qualche genitore affianchi sempre o qualche volta i catechisti, insieme ad altre figure della comunità.
RISCOPERTA DELLA DOMENICA E DELL’ANNO LITURGICO
Il momento celebrativo domenicale permette di inserirsi nel percorso dell’anno liturgico (solennità e tempi forti) e di proporre momenti comunitari festivi nel giorno del Signore, limitati non solo alla messa ma anche a esperienze di condivisione e fraternità che lo fanno vivere anche come giorno della comunità.
PROSPETTIVA MISTAGOGICA
In tale percorso si ribadisce con forza che i sacramenti sono accolti «lungo la via» e non sono la «meta» della via: questa meta è la maturità cristiana relativa a ogni età, dei piccoli come dei grandi. Non impedendo a nessuno la celebrazione dei sacramenti, si propone, però, un serio cammino di fede per chi vuole viverli «da cristiani», sempre adattandosi alle concrete possibilità della gente.