IL DONO PASQUALE DEL PERDONO
In chiesa – B.V.M. Madre delle Grazie all’Isolotto
Gesù entra a porte chiuse e stette in mezzo a loro
Prete: Salga a te, Signore,
la nostra preghiera di stasera.
Tutti: Discenda su di noi la tua misericordia.
Prete: Gloria al Padre, al Figlio
e allo Spirito santo
Tutti: com’era nel principio, ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
VANGELO Gv 20,19-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore. Gloria a te o Cristo
Apriamo il nostro cuore alla sua misericordia
«La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. […] Chiediamo al Signore che ci faccia comprendere la legge dell’amore, con la quale ogni cuore umano può aprirsi a una vita nuova.» (Evangelii Gaudium, n. 47)
Prete: Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore Gesù che ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, perché mostri a noi il suo volto e ci salvi.
Lettore: Signore, tu hai chiamato Zaccheo, il pubblicano, e ti sei invitato a casa sua, aprendolo così alla conversione e alla vita nuova:
Assemblea: – converti il nostro cuore:
Signore, tu con sguardo pieno di amore, hai liberato Matteo dalla schiavitù del denaro:
– liberaci dai nostri idoli.
Signore, tu hai accettato il gesto di amore della donna peccatrice, non l’hai condannata ma l’hai accolta e rimandata in pace:
– donaci un cuore libero di amare.
Signore, a Pietro che ti ha rinnegato tre volte hai offerto il tuo perdono riconfermandolo nel tuo amore:
– perdona le nostre incoerenze.
Signore, tu hai liberato Maria Maddalena dalle catene del male e l’hai resa testimone della tua risurrezione:
– rendici testimoni del tuo amore.
Signore, al malfattore accanto a te nella croce che si è affidato a te assicurasti il paradiso:
– rendici capaci di misericordia.
Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo…»
«Aprire le porte del cuore significa lasciare entrare Dio con la sua misericordia, il suo amore, il suo perdono. E quando si lascia entrare Dio, anche le porte agli altri si aprono.»
(Papa Francesco, Omelia del Giubileo della Misericordia, 2016)
Si aprono le porte della chiesa
Iniziano le confessioni individuali.
Durante le confessioni:
MANI
Vorrei che le parole mutassero in preghiera
e rivederti, o Padre, che dipingevi il cielo.
Sapessi quante volte, guardando questo mondo,
vorrei che ritornassi a ritoccarne il cuore.
Vorrei che le mie mani avessero la forza
per sostenere chi non può camminare;
vorrei che questo cuore, che esplode in sentimenti,
diventasse culla per chi non ha più madre.
Rit. Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo;
cuore, prendi questo mio cuore,
fa’ che si spalanchi al mondo,
germogliando per quegl’occhi
che non sanno pianger più.
Sei tu lo spazio che desidero da sempre
so che mi stringerai e mi terrai la mano.
Fa’ che le mie strade si perdano nel buio,
e io cammini dove cammineresti tu.
Tu soffio della vita, prendi la mia giovinezza,
con le contraddizioni e le falsità;
strumento fa che sia per annunciare il Regno
a chi, per queste vie, tu chiami beati.
Rit.
Noi giovani di un mondo che cancella i sentimenti,
e inscatola le forze nell’asfalto di città;
siamo stanchi di guardare, siamo stanchi di gridare;
ci hai chiamati, siamo tuoi, cammineremo insieme.
Rit. Mani, prendi queste nostre mani,
fanne vita, fanne amore,
braccia aperte per ricevere chi è solo;
cuore, prendi questi nostri cuori,
fa’ che siano testimoni che tu chiami ogni
uomo a far festa con Dio. (2 volte)
SALMO LAICO
Ci si sente terribilmente soli
a non udire mai la voce di un altro.
(Georges Bernard Shaw)
Colui che si chiude
e non vuole essere che sé stesso,
si tradisce e si perde.
(Gustave Thibon)
Il problema della vita è dunque questo:
come rompere la propria solitudine,
come comunicare con gli altri.
(Cesare Pavese)
Nessuno può parlare a lungo da solo:
un’altra voce deve sempre farsi sentire;
presto o tardi ogni monologo
diventa dialogo.
(Graham Greene)
Quando si mescola la propria voce
a quella degli altri
si rimane come presi a un amo.
(Franz Kafka)
Nessuno di noi sa
che effetto produca la sua vita,
e che cosa dia agli altri.
La cosa essenziale è che ci si sforzi
di avere una luce dentro di noi.
Sovente la nostra luce si spegne
e viene riaccesa per mezzo di un’azione altrui.
(Albert Schweitzer)
Poiché c’è un’armonia fra i colori,
ce n’è una fra le voci.
E, come fra le voci,
c’è un concerto fra le anime
sia che si odino o che si amino.
(Paul Claudel)
Perché basta che un solo uomo ne odi un altro
e a poco a poco l’odio
contagia tutta l’umanità.
Basta che un uomo ami tutti i suoi simili
di un amore non corrisposto
perché questo amore a poco a poco dilaghi
su tutta l’umanità.
(Jean Paul Sartre)
Tutti noi siamo come un unico uomo.
Lavoriamo insieme
per qualcosa che ci riunisce
al di là della bestemmia e della preghiera.
Essere felice significa
assumersi il destino di tutti,
non con una volontà di rinuncia
ma con una volontà di felicità.
Anche la felicità
è una lunga pazienza.
(Claire Uchet)
Voi, “giovani”,
che nutrite nel cuore grandi aspirazioni,
imparate a vivere insieme
gli uni con gli altri in pace,
senza frapporre barriere
che vi impediscano di condividere
le ricchezze di altre culture
e di altre tradizioni.
Rispondete alla violenza
con opere di pace,
per costruire un mondo riconciliato
e ricco di umanità.
(Giovanni Paolo II)
DALL’AURORA AL TRAMONTO
Rit. Dall’aurora io cerco Te,
fino al tramonto ti chiamo:
ha sete solo di Te
l’anima mia come terra deserta.
Non mi fermerò un solo istante,
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio,
il mio riparo: mi proteggerai
all’ombra delle tue ali.
Rit.
Non mi fermerò un solo istante,
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio:
unico bene, nulla mai potrà
la notte contro di me.
Rit.
LETTURA Mt 5,38-42
Dal Vangelo secondo Matteo
38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Spezzare la logica ripetitiva della nostra storia
Gesù si oppone alla giustizia proclamata dalla Legge perché essa chiude, esclude qualsiasi avvenire.
Il perdono rompe una logica immanente alle relazioni umane sottomesse al sistema di equivalenza della giustizia.
Gesù non è un ingenuo: non esige la passività, non chiede di rinunciare alla lotta contro il male — egli vuole mostrare che l’equivalenza nel male, fors’anche nel nome della giustizia, non trasforma la società umana. Ci vuole un atteggiamento che non si misuri su quanto è stato già fatto: occorre un gesto che innovi, un gesto creatore. Altrimenti si rimane inevitabilmente chiusi entro la logica ripetitiva, e questa logica ha come termine l’esclusione o la morte di almeno uno dei due antagonisti. Il perdono rappresenta questa innovazione: esso crea uno spazio nel quale la logica immanente alle equivalenze giudiziarie non ha più corso. Il perdono non è l’oblio del passato: è il rischio di un avvenire diverso da quello imposto dal passato o dalla memoria. È un invito all’immaginazione. In effetti, l’equivalenza giuridica traccia la strada che devo seguire: il perdono invece cancella ogni traccia: bisogna avventurarsi da soli nell’incontro con l’altro. «Occhio per occhio» è riposante perché l’atto è predeterminato, ma se rifiutiamo l’equivalenza, se riteniamo che un occhio particolare non varrà mai un altro occhio particolare, e che il danno fatto all’altro non compenserà mai la perdita del primo, che in questo modo ci sarà solo un accumulo di mali, bisogna allora che inventiamo un atteggiamento che nessuna regola precisa: dobbiamo mettere in atto immaginazione e creatività. Si poteva descrivere l’avvenire del paralitico non perdonato e non guarito, quello della donna adultera condannata, o degli accusatori di Gesù non perdonati: non è più possibile dire quale sarà il loro avvenire dal momento che è stata spezzata la legge della ripetizione, o quella dell’equivalenza. Il credente imita Dio creatore quando, esorcizzando l’imperativo della giustizia legale, apre ad un’altra relazione con colui al quale egli perdona. Così il perdono, trasformando le relazioni umane, possiede una capacità di rivelazione del volto originale di Dio.
Ch. Duquoc
Lettore: Signore, tu ci hai sempre dato il pane quotidiano:
Assemblea – nella nostra povertà noi crediamo in te.
Signore, tu ci hai sempre dato la forza di vivere:
– nella nostra debolezza noi speriamo in te.
Signore, tu sei sempre stato Amante fedele:
– in mezzo ai nostri tradimenti noi amiamo te.
Signore, tu ci hai sempre custoditi dal maligno:
– nelle tentazioni e nelle prove noi invochiamo te.
Signore, tu hai sempre rischiarato le nostre tenebre:
– nell’oscurità della nostra fede noi cerchiamo te.
Signore, tu hai sempre compiuto le tue promesse:
– nei dubbi e nelle incertezze noi attendiamo te.
VOCAZIONE
Era un giorno come tanti altri
e quel giorno lui passò.
Era un uomo come tutti gli altri
e passando mi chiamò
Come lo sapesse che il mio nome
era proprio quello,
come mai volesse proprio me
nella sua vita, non lo so.
Era un giorno come tanti altri
e quel giorno mi chiamò.
Rit. Tu Dio che conosci il nome mio
fa’ che ascoltando la tua voce,
io ricordi dove porta la mia strada
nella vita, all’incontro con te.
Era un’alba triste e senza vita
e qualcuno mi chiamò.
Era un uomo come tanti altri
ma la voce, quella no.
Quante volte un uomo
con il nome giusto mi ha chiamato,
una volta sola l’ho sentito
pronunciare con amore.
Era un uomo come nessun altro
e quel giorno mi chiamò.
Rit.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,43-48
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Lo specifico cristiano
«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori perché siate figli del Padre vostro celeste…» (Mt 5,43-44).
In questo passo compare, per la prima volta nel Discorso della Montagna, il termine amore, a cui tutto il resto può essere ricondotto, come ad un denominatore comune, e per di più all’improvviso e decisamente in un significato inequivocabile: amore per il nemico. Ogni altro tipo di amore si spiega da solo: non ci vuole molto a ripagare con la stessa moneta, nel bene e nel male: è la normalità. Ma, amare il nemico è qualcosa di insolito, fuori del comune. È lo specifico cristiano, il «di più», la «giustizia migliore». Da questo si riconosce l’uomo veramente libero: il figlio di Dio.
Eppure, amare il nemico è pressoché impossibile: chi può scavalcare la propria ombra? Si tratta in realtà del totalmente altro, del divino. Infatti: «Egli — Dio —fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni». Dio illumina e riscalda entrambi, i cattivi e i buoni, e anzi i cattivi per primi!
Ma, l’amore del nemico non è solo il grande segreto celeste di Dio. È anche il segreto molto umano e insieme divino di Gesù. Benediceva quelli che lo maledivano. Pregò per quelli che lo torturavano. Non rispose alla violenza, ma prese su di sé la sofferenza per amore. Morì sulla croce per i suoi nemici.
Almeno, giunti a questo passo, ci diventa chiaro che tutto il Discorso della Montagna si riduce a nulla se non si considera chi lo tenne e come giunse a quell’altra montagna, al Golgota, sulla quale mantenne ciò che aveva promesso nel suo discorso. Solo in comunione con Gesù, solo diventando suoi discepoli, l’impossibile diventa possibile: si ama davvero dove prima ci si odiava; si benedice davvero chi prima si malediva; si ripaga il male col bene e così si riesce ad estirparlo. Il segreto del Discorso della Montagna non è nei suoi elevati ideali morali che tanti condividono a parole, ma quasi nessuno segue. Il segreto del Discorso della Montagna è Gesù stesso. Se lo si capisce, allora se ne comprende la sfida ed il peso diventa leggero. Se non lo si capisce, resta estraneo, irritante, insensato: resta una norma inadempibile, che fa solo disperare di sé. (…)
Il Discorso della Montagna si è avverato proprio attraverso lo stesso Predicatore della Montagna, per questo non è un ideale troppo elevato. È la rivelazione della realtà di Dio, di cui tutti noi viviamo. Essa si avvera in noi, quando sperimentiamo che Gesù vive anche per noi, che soffre anche per noi e che è morto anche per noi, come se fossimo noi i nemici e gli empi (cf. Rm 5, 6). Dio non viene a noi se non grazie all’amore per i nemici. Il Dio che ci ama non chiede del bene e del male, perché anche il mio bene non è tale davanti a lui. Il Dio che ci ama cerca il nemico e compie per il nemico il suo atto d’amore fecondo.
Altrimenti, nessuno di noi potrebbe parlare di un amore di Dio che egli stesso abbia sperimentato. Altrimenti, nessuno potrebbe diventare figlio o figlia di questo Dio. I figli di Dio sono nemici domati. I figli di Dio vivono di un amore che è costato caro: questo amore è stato pagato da Dio con la morte del Figlio amato. Attraverso di lui, i figli di Dio sono liberati dal circolo vizioso dell’odio nel cuore e della discordia nel mondo.
J. Moltmann
IL CANTO DELL’AMORE
Se dovrai attraversare il deserto
non temere io sarò con te
se dovrai camminare nel fuoco
la sua fiamma non ti brucerà
seguirai la mia luce nella notte
sentirai la mia forza nel cammino
io sono il tuo Dio, il Signore.
Sono io che ti ho fatto e plasmato
ti ho chiamato per nome
io da sempre ti ho conosciuto
e ti ho dato il mio amore
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai.
Non pensare alle cose di ieri
cose nuove fioriscono già
aprirò nel deserto sentieri
darò acqua nell’aridità
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai
perché tu sei prezioso ai miei occhi
vali più del più grande dei tesori
io sarò con te dovunque andrai.
Io ti sarò accanto sarò con te
per tutto il tuo viaggio sarò con te
io ti sarò accanto sarò con te
per tutto il tuo viaggio sarò con te.
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati
«Dobbiamo avere il coraggio di uscire e incontrare l’uomo d’oggi lì dove vive, lavora, soffre e gioisce. Il Cristo ci precede in ogni strada, in ogni volto, anche in quelli che sembrano lontani.»
(Cardinale Carlo Maria Martini, Lettera pastorale “Farsi prossimo”, 1985)
«Il Signore non ci aspetta soltanto dentro le mura della Chiesa; Egli è già nel mondo, nelle strade, nei volti di chi cerca senso, di chi soffre, di chi spera. Il nostro compito è uscire a riconoscerlo, ad amarlo, a servirlo.»
(Cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Intervento a un congresso missionario, 2019)
Passiamo dalla porta aperta della chiesa per andare in piazza.
Il cero pasquale acceso ci precede fuori della chiesa.
Intorno al cero pasquale
ognuno accende la propria candela.
VIENI E SEGUIMI
Lascia che il mondo vada
per la sua strada
Lascia che l’uomo ritorni
alla sua casa
Lascia che la gente accumuli
la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare
spieghi la vela
Lascia che trovi affetto
chi segue il cuore
Lascia che dall’albero cadano
i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi,
tu vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini
E sarai sale della terra
E nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2 volte)
E per questa strada va, va
E non voltarti indietro, va
E non voltarti indietro.
Preghiera.
LODE E RINGRAZIAMENTO (cf 1Gv 3,14-24)
È veramente giusto ringraziarti e glorificarti,
Dio onnipotente ed eterno,
perché tu ci hai detto che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli.
Noi ti ringraziamo, Signore!
Da questo abbiamo conosciuto l’amore:
Gesù ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.
Noi ti ringraziamo, Signore!
Figli, non amiamo a parole né con la lingua,
ma coi fatti e nella verità.
Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità
e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
qualunque cosa esso ci rimproveri.
Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Noi ti ringraziamo, Signore!
Carissimi, abbiamo fiducia in Dio;
e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui.
Questo è il suo comandamento:
che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo
e ci amiamo gli uni gli altri.
Se noi osserviamo i suoi comandamenti
dimoriamo in Dio ed egli in noi.
E da questo conosciamo che dimora in noi:
dallo Spirito che ci ha dato.
Noi ti ringraziamo, Signore!
Prete:
Accetta il nostro “grazie” Padre santo: tu ci hai riconciliati con te e hai resi tuoi figli amati.
Per questo vogliamo benedire oggi e sempre il tuo nome e pregarti come Gesù ci ha insegnato:
Padre nostro…
ORAZIONE CONCLUSIVA E BENEDIZIONE
O Dio, Padre misericordioso, che conosci i pensieri e vedi i segreti dei cuori, infondi il tuo Spirito su noi che abbiamo celebrato con fede e amore la tua misericordia.
Abbiamo confessato la tua lode, insieme ai nostri peccati e alla nostra fiducia in te.
Purificati nell’intimo, possiamo vivere alla tua presenza, e resi figli nel tuo Figlio Gesù, fa’ che siamo rinnovati nell’amore e nella fedeltà alla tua Parola.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Dio vi confermi e rinnovi con la sua grazia, perché possiate vivere fedelmente la vostra vocazione di figli.
Amen
Egli vi renda segno e testimonianza del suo amore.
Amen
Nel cammino della vostra vita, vi renda saldi nella fede,
gioiosi nella speranza, operosi nella carità.
Amen
E la benedizione di Dio onnipotente Padre,
Figlio X e Spirito santo discenda su di voi
e con voi rimanga sempre. Amen
Siate testimoni dell’Amore che perdona,
andate in pace.
Rendiamo grazie a Dio.
RESTA QUI CON NOI
Le ombre si distendono,
scende ormai la sera,
e s’allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà,
di un giorno che ora correrà sempre.
Perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.
Rit. Resta qui con noi,
il sole scende già,
resta qui con noi
Signore è sera ormai.
Resta qui con noi,
il sole scende già,
se tu sei con noi
la notte non verrà.
S’allarga verso il mare
il tuo cerchio d’onda,
che il vento spingerà
fino a quando giungerà
ai confini di ogni cuore,
alle porte dell’amore vero.
Come una fiamma che dove passa brucia,
così il tuo amore tutto il mondo invaderà.
Davanti a noi l’umanità
lotta, soffre e spera
come una terra che nell’arsura
chiede l’acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita.
Con te saremo sorgente d’acqua pura,
con te fra noi il deserto fiorirà.