Celebrazione del sacramento della Cresima
Cattedrale di Santa Maria del Fiore
20 ottobre 2024
Canto
MANDA IL TUO SPIRITO
Manda il tuo Spirito,
Manda il tuo Spirito,
Manda il tuo Spirito,
Signore su di noi. (2 volte)La tua presenza noi invochiamo,
per esser come tu ci vuoi.
Manda il tuo Spirito, Signore su di noi.Impareremo ad amare,
proprio come ami tu.
Un sol corpo e un solo spirito saremo.
Un sol corpo e un solo spirito saremo.Manda il tuo Spirito… (2 volte)
La Tua sapienza noi invochiamo,
sorgente eterna del Tuo amore.
Dono radioso che da luce ai figli tuoi.Nel tuo amore confidiamo,
la Tua grazia ci farà.
Chiesa unita e santa per l’eternità,
chiesa unita e santa per l’eternità.Manda il tuo Spirito… (4 volte)
Manda il Tuo Spirito,
Manda il Tuo Spirito, Signore su di noi.
Signore vieni in noi
Atto penitenziale
Signore, nostra pace, abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, luce nelle tenebre, abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore nostra vita, abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Gloria, gloria a Dio.
Gloria, gloria nell’alto dei cieli.
Pace in terra agli uomini
di buona volontà.
Gloria!
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, glorifichiamo te,
ti rendiamo grazie per la tua immensa gloria.
Signore Dio, gloria! Re del cielo, gloria!
Dio Padre, Dio onnipotente, gloria!
Gloria, gloria a Dio.
Gloria, gloria nell’alto dei cieli.
Pace in terra agli uomini
di buona volontà.
Gloria!
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore, Agnello di Dio, Figlio del Padre.
Tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Gloria, gloria a Dio.
Gloria, gloria nell’alto dei cieli.
Pace in terra agli uomini di buona volontà.
Gloria!
Perché tu solo il Santo, il Signore,
tu solo l’Altissimo, Cristo Gesù
con lo Spirito Santo nella gloria del Padre.
Gloria, gloria a Dio.
Gloria, gloria nell’alto dei cieli.
Pace in terra agli uomini
di buona volontà.
Gloria!
Colletta
O Dio della pace e del perdono,
che hai inviato il tuo Figlio nel mondo
per dare la sua vita in riscatto per tutti,
concedi alla tua Chiesa
di servire l’umanità intera
a immagine di Cristo, servo e Signore.
Egli è Dio e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 53,10-11
Dal libro del profeta Isaia
Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 32 (33)
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Rit.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Rit.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Seconda Lettura Eb 4,14-16
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo
Rit. Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia!
Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia!
Ed oggi ancora, mio Signore,
ascolterò la tua parola
che mi guida nel cammino
della vita.
Rit. Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia!
Alleluia, Alleluia, Alleluia, Alleluia!
VANGELO Mc 10,35-45
Dal Vangelo secondo Marco
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
Presentazione dei cresimandi
Omelia
RITO DELLA CONFERMAZIONE
Rinnovazione delle promesse battesimali
Vescovo: Rinunciate a satana e a tutte le sue opere e seduzioni?
Cresimandi: Rinuncio
Vescovo: Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Cresimandi: Credo
Vescovo: Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Cresimandi: Credo
Vescovo: Credete nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, è in modo speciale a voi conferito come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste?
Cresimandi: Credo
Vescovo: Credete nella santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne e la vita eterna?
Cresimandi: Credo
Vescovo: Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Imposizione delle mani
Vescovo: Fratelli carissimi, preghiamo Dio onnipotente per questi suoi figli: egli che nel suo amore li ha rigenerati alla vita eterna mediante il battesimo, e li ha chiamati a far parte della sua famiglia, effonda ora lo Spirito santo che li confermi con la ricchezza dei suoi doni e, con l’unzione crismale, li renda pienamente conformi a Cristo, suo unico Figlio.
Preghiera in silenzio.
Il vescovo e i sacerdoti impongono le mani su tutti i cresimandi dicendo:
Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito paraclito: Spirito di sapienza e di intelletto, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, e riempili dello Spirito del tuo santo amore. Per Cristo nostro Signore.
Assemblea: Amen.
Crismazione
Seguendo i catechisti, i cresimandi, il padrino o la madrina e i genitori si presentano davanti al vescovo. Il padrino, o la madrina, pone la mano destra sulla spalla destra del cresimando in segno di presentazione.
Il cresimando davanti al vescovo dice a voce alta il suo nome
Vescovo: [Nome] ricevi il sigillo dello Spirito santo che ti è dato in dono.
Cresimato: Amen.
Vescovo: La pace sia con te.
Cresimato: E con il tuo Spirito.
Canti durante le cresime:
COME BREZZA
Spirito di luce pura
che parli nell’anima,
Spirito di gioia e vita
che adombrasti Maria,
Spirito impetuoso e forte,
che palpiti ora in noi,
Come brezza leggera, leggera…
Spirito consolatore
carezza dell’anima,
Spirito di fiamma e fuoco
che trascini con te,
Spirito che ci travolgi
e sussurri impercettibile,
Come brezza leggera, leggera…
Rit. Che non passi mai,
un solo giorno senza amarti!
Che non passi senza di te,
senza la bellezza limpida
Che santifica ogni cosa in noi,
e illumina l’oscurità. (2v)
Tu che all’alba del creato
sull’acque e gli oceani,
Aleggiavi come soffio
potente di Dio.
Tu parola dei profeti
del regno tu l’anelito,
Come brezza leggera, leggera…
Rit. (1v)
Refrigerio di ogni pena
pensiero che illumina,
Tu che hai dato al mondo il Verbo,
il cuore di Dio.
Dacci d’ascoltare te
il tuo respiro dentro noi,
Come brezza leggera, leggera…
Rit. (2v)
Invochiamo la tua presenza vieni Signor.
Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.
Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,
scendi su di noi.Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,
invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.
Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te.Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,
scendi su di noi…
Rendete
a Dio quello
che è di Dio
La nostra preghiera di oggi
Vescovo: Raccolti in preghiera con lo sguardo rivolto a Cristo Servo, eleviamo le nostre invocazioni al Padre, perché lo Spirito Santo contagi la nostra vita del suo amore che si fa dono.
Lettore:
Diciamo: Signore, rendici servi dell’amore.
- Per la Chiesa di Dio e in particolare per la nostra Chiesa fiorentina chiamata al cammino sinodale per rispondere alle sfide poste dal cambiamento d’epoca che stiamo vivendo: insegnaci, Signore, a crescere insieme nella comunione e nella corresponsabilità aprendo il nostro cuore alle necessità di coloro ai quali siamo debitori del Vangelo. Preghiamo.
- Per la Terra Santa, per le popolazioni di Israele e Palestina, che sono sotto la morsa di una inaudita violenza, per l’Ucraina e tutte le parti del mondo che sono attraversate da guerre e divisioni: ti chiediamo, Signore, il dono della pace fra i popoli, sostieni chi con coraggio non si arrende alla logica dell’odio e della violenza e accompagna coloro che hanno ricevuto la forza del tuo Spirito a compiere passi di pace perché rifioriscano l’amore e la concordia. Preghiamo.
- Per le ragazze e i ragazzi che sono stati confermati dal dono dello Spirito Santo: perché possano trovare nella propria parrocchia accoglienza e solidarietà, e nei padrini e nelle madrine sostegno ed esempio per crescere nella loro vita di fede. Preghiamo.
- Per i momenti belli passati insieme nella preparazione alla Cresima, in cui abbiamo scoperto il tesoro della nostra fede: ti ringraziamo Signore per quanto ci hai donato, ti preghiamo per tutte le catechiste e i catechisti che ci hanno accompagnato in questo cammino di fede e concedi che questa nuova amicizia in te porti frutto. Preghiamo.
- Per tutti i genitori, gli educatori, i missionari e i testimoni del Vangelo nel mondo; ti preghiamo perché siano sempre fortificati dall’esperienza sorprendente dell’incontro con il Signore nel povero e negli ultimi, e dalla fede del popolo al quale sono inviati. Preghiamo.
Vescovo: Padre, spesso non sappiamo cosa ti domandiamo nella nostra preghiera; guidaci con la luce della tua Parola e donaci il coraggio di chi si compromette totalmente in ciò che ti chiede, tu che ci vuoi liberi collaboratori del tuo disegno di amore e di salvezza, compiuto in Cristo tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
SEGNI DEL TUO AMORE
Mille e mille grani nelle spighe d’oro
mandano fragranza e danno gioia al cuore,
quando, macinati, fanno un pane solo:
pane quotidiano, dono tuo, Signore.
Rit. Ecco il pane e il vino,
segni del tuo amore.
Ecco questa offerta,
accoglila Signore:
tu di mille e mille cuori
fai un cuore solo,
un corpo solo in te
e il Figlio tuo verrà, vivrà
ancora in mezzo a noi.
Mille grappoli maturi sotto il sole,
festa della terra, donano vigore,
quando da ogni perla stilla il vino nuovo:
vino della gioia, dono tuo, Signore.
Rit.
Santo
Santo, Santo, Santo,
Il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria:
osanna, osanna, osanna,
nell’alto dei cieli.
Osanna, osanna, osanna,
nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene
nel nome del Signore.
Osanna, osanna, osanna,
nell’alto dei cieli.
Osanna, osanna, osanna,
nell’alto dei cieli.
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45).
Comunione
VERBUM PANIS
Prima del tempo
prima ancora che la terra
cominciasse a vivere
il Verbo era presso Dio.
Venne nel mondo
e per non abbandonarci
in questo viaggio ci lasciò
tutto se stesso come pane.
Verbum caro factum est
Verbum panis factum est.
Qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi
e chiunque mangerà non avrà più fame.
Qui vive la tua chiesa intorno a te
dove ognuno troverà la sua vera casa.
Verbum caro factum est…
Prima del tempo
quando l’universo fu creato
dall’oscurità
il Verbo era presso Dio.
Venne nel mondo
nella sua misericordia
Dio ha mandato il Figlio suo
tutto se stesso come pane.
Verbum caro factum est…
Qui spezzi ancora …
Verbum caro factum est…
Canto finale
LE TUE MERAVIGLIE
Ora lascia, o Signore, che io vada in pace
perché ho visto le tue meraviglie.
Il tuo popolo in festa per le strade correrà
a portare le tue meraviglie.
La tua presenza ha riempito d’amore
le nostre vite, le nostre giornate,
in te una sola anima.
Un solo cuore siamo noi,
con te la luce risplende,
splende più chiara che mai.
La tua presenza ha inondato d’amore
le nostre vite, le nostre giornate,
fra la tua gente resterai
per sempre vivo in mezzo a noi.
Fino ai confini del tempo,
così ci accompagnerai.
Ora lascia, o Signore, che io vada in pace
perché ho visto le tue meraviglie.
Il tuo popolo in festa per le strade correrà
a portare le tue meraviglie.
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Gesù il servo (Isaia 42; 52-53); servire (Giovanni 13,1-20).
Letture di domenica prossima, XXX del tempo ordinario
Geremia 31,7-9; salmo 126; Lettera agli Ebrei 5,1-6; Marco 10,46-52.
Ha preso su di sé i nostri peccati
Nella ventiquattresima domenica del tempo ordinario la liturgia ci aveva già proposto il testo del terzo canto del servo del Signore; oggi, a poche domeniche di distanza, ci propone una piccola antologia del quarto canto del “servo”, il celebre capitolo 53 del libro di Isaia, che ogni anno la chiesa legge per intero nella liturgia del venerdì santo; per maggiori dettagli sulla figura del misterioso servo rimando a quanto abbiamo già osservato in precedenza. Il testo di oggi, riprendendo alcuni elementi chiave del quarto canto del servo, fa emergere con forza la missione di Gesù che si identifica nel vangelo con questo servo sofferente, orientandoci così di nuovo nella prospettiva della croce.
Il servo descritto dal Deuteroisaia, questo personaggio dalle indubbie caratteristiche messianiche, ci è presentato come «l’uomo dei dolori», un profeta che, come molti altri prima di lui, ha dovuto sperimentare la sofferenza. Un uomo disprezzato e abbandonato da tutti, come una radice nel deserto, lo specchio di un’umanità schiacciata dalla violenza altrui e, apparentemente, abbandonata da Dio. Sembra, anzi, che sia stato Dio stesso a volerne il patire: «Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori».
Nell’Antico Testamento il problema del male è sentito con molta intensità; non di rado, però, viene risolto con l’idea che il male subìto dall’uomo sia, in qualche modo, la conseguenza di un peccato commesso da lui o da qualcuno prima di lui. Nel quarto canto del servo assistiamo a un radicale rovesciamento di prospettiva: la sofferenza del servo non è più una punizione, anzi, è strumento di salvezza per i peccati di tutto il popolo: «Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità». Utilizzando un linguaggio sacrificale, il testo isaiano descrive la vita del servo come un’offerta fatta a Dio; come avveniva nell’usanza israelita del «capro espiatorio» (Lev 16,22), quando su un vero capro si scaricavano tutte le colpe d’Israele, così il servo del Signore prende su di sé i peccati dei popolo e, attraverso la propria vita offerta per gli altri, ne causa il perdono.
Un tema analogo si ritrova oggi nella seconda lettura, tratta dal capitolo quarto della lettera agli Ebrei: l’autore della lettera parla di Cristo utilizzando un linguaggio chiaramente sacerdotale. Come sommo sacerdote, Cristo diviene l’unico e autentico mediatore tra Dio e l’uomo, colui che può davvero perdonarne i peccati perché li ha presi su di sé, offrendo se stesso, perché ha sperimentato fino in fondo, «eccetto il peccato», la debolezza della condizione umana. In entrambi i casi, sia nella figura del servo che in quella di Cristo sommo sacerdote, il perdono delle colpe non è un gesto automatico e banale; è la conseguenza più profonda di un Dio che trasforma una sofferenza altrimenti incomprensibile in vita donata a tutti.
Il tema della croce è caratteristico della seconda metà del vangelo di Marco ed emerge nel brano evangelico odierno, che prende spunto dal terzo e ultimo annunzio della passione (Mc 10,32‑34). La liturgia, tanto per cambiare, omette questi versetti, perdendo così l’aggancio con l’episodio della domanda fatta a Gesù da parte dei figli di Zebedeo. Di fronte alla ripetizione, fatta per la terza volta, dell’annunzio di Gesù relativo alla sorte che lo attende a Gerusalemme, Marco sottolinea la reazione di paura da parte dei discepoli; la prospettiva della sofferenza, benché illuminata dallo sfondo della figura del Servo (v. appunto la prima lettura di oggi) non riesce a vincere l’incomprensione dei discepoli, della quale Marco ci riporta un ulteriore esempio, ritornando così su un tema che a lui sta particolarmente a cuore.
La domanda dei figli di Zebedeo è preceduta da una richiesta molto esplicita e senz’altro un po’ sfacciata: «Noi vogliamo che tu faccia ciò che ti chiederemo»; la domanda è esemplare per cogliere l’autentico atteggiamento dei seguaci di Gesù. Di fronte alla prospettiva del regno di Dio che Gesù andava predicando, l’unica preoccupazione dei due è quella di avere i migliori posti di governo («sedere alla destra e alla sinistra»), quando davvero Gesù diventerà re, magari sconfiggendo gli odiati romani. Ma dietro questa richiesta è presente anche quella sottile tentazione del potere che, evidentemente, non era affatto estranea alla comunità dei primi discepoli, come non lo è nella chiesa del nostro tempo. I due discepoli non sono né bugiardi né disonesti e, a loro modo, sono anche sinceri; si sono impegnati per Gesù, ed è giusto che ne ottengano un qualche privilegio; in fondo ne hanno tutto il diritto.
La risposta di Gesù è piuttosto, come spesso avviene nel vangelo, una domanda che provoca l’interlocutore. Le immagini del “calice” e del “battesimo” (ovvero dell’essere immersi nell’acqua) vanno comprese nel loro sfondo antico‑testamentario; il calice può essere segno di gioia, ma, come in questo caso, è piuttosto segno di sofferenza e di amarezza, spesso di punizione inflitta da Dio ai malvagi (Sal 75,9); l’immersione può essere a sua volta immagine della morte che travolge l’uomo (v. ad esempio Sal 69,3.15). La domanda di Gesù è pertanto molto esplicita: voi sarete davvero capaci di partecipare alle mie sofferenze, se volete «sedere alla destra e alla sinistra»? La risposta dei due entusiasti «figli del tuono», come appunto Gesù aveva nominato Giacomo e Giovanni, è spontanea e immediata così come la loro precedente domanda: «Lo possiamo». Ma ancora una volta essi non sanno di cosa stanno parlando; la differenza è che nel primo caso Gesù li aveva rimproverati («voi non sapete quel che chiedete»), in questo caso, invece, prende per buona la loro risposta, come anticipazione di quel che ancora essi non conoscono. Entrambi dovranno affrontare il martirio e la morte, ma ciò non sarà per loro merito, bensì per grazia di Dio: «È per coloro per i quali è stato preparato»; neppure il martirio, infatti, è un merito, ma un dono.
Qual è la reazione dei discepoli alla domanda dei figli di Zebedeo? «Essi si sdegnarono», scrive Marco, di fronte a una domanda tanto impertinente; ma la catechesi di Gesù mette in luce come il motivo di un tale sdegno sia molto chiaro: i discepoli sono gelosi e si arrabbiano perché qualcuno di loro tenta, in anticipo, di accaparrarsi i posti migliori. Anche nella chiesa ci sono sempre quelli che puntano alla carriera, alla conquista del loro piccolo o grande spazio di potere da esercitare, naturalmente, «a fin di bene».
La catechesi offerta da Gesù ai discepoli prende il via dalla differenza che deve esistere tra loro e i «capi delle nazioni». Se la mentalità del mondo è quella di cercare il potere per poi mantenerlo, «tra voi non sia così». Il panorama politico attuale, sia detto per inciso, ci rivela quant’è stato carente l’annunzio cristiano su questo punto e quanto sia di nuovo urgente una catechesi su questi temi. Tra voi, però, non sia così: l’unica autorità ammessa nella comunità ecclesiale è quella che vive nell’ottica del servizio; abbiamo già ascoltato un tema analogo (nella 25ª domenica del tempo ordinario) e ora abbiamo occasione di approfondirlo. Il criterio di base che fonda i rapporti ecclesiali è l’essere servi (meglio ancora “schiavi”) gli uni degli altri; Gesù non nega l’autorità né sogna un’ipotetica comunità senza guide; anzi, presuppone una comunità le cui guide siano davvero tali perché veramente “servi”. Se il problema coinvolge la chiesa universale, nella quale forme di centralismo e di autoritarismo continuano ad esistere e spesso, purtroppo, a crescere, esso non è certamente meno presente nelle piccole comunità, nelle parrocchie, dove anche la singola persona (prete o laico che sia) è talora alla ricerca del proprio ruolo di comando. Solo rinunciando a questa tentazione la chiesa potrà essere credibile nel contrapporsi alla logica di un mondo nel quale il potere è tutto.
Alla mentalità del mondo Gesù contrappone il proprio esempio: «Il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per essere servito, ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti». Tutto ciò ci rimanda nuovamente alla croce; il servizio non è, nelle parole di Gesù che Marco ci riferisce, un aiutare gli altri, magari per bontà d’animo; è piuttosto un dare la vita così come Gesù ha fatto. Nelle parole di Gesù ritorna il tema profetico del «figlio dell’uomo», che non è soltanto un Messia glorioso e trionfante, ma piuttosto è il servo descritto da Isaia che muore prendendo su di sé i peccati degli altri. Alla fine, come spesso accade nel vangelo, non è importante tanto quel che noi possiamo fare, magari per «sedere alla destra e alla sinistra» del Signore, quanto piuttosto quello che lui ha già fatto per noi e il perdono che ci ha già donato.
Luca Mazzinghi
Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.