SANTA FAMIGLIA
di Gesù, Maria e Giuseppe
Canto
Atto penitenziale
Signore Gesù, Figlio del Padre, generato prima di tutti i secoli: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore, figlio di Maria, generato dallo Spirito santo: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, Gesù, figlio di Giuseppe secondo la Legge, generato nella stirpe di David: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini amati dal Signore.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo,
ti adoriamo, ti glorifichiamo,
ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre,
tu che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre,
abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo,
tu solo il Signore,
tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Colletta
O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio crescesse in sapienza, età e grazia nella famiglia di Nazaret; ravviva in noi la venerazione per il dono e il mistero della vita, perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1Sam 1,20-22.24-28
Dal primo libro di Samuele
Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal salmo 83
Rit. Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Rit.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.
Rit.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Rit. Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Seconda Lettura 1Gv 3,1-2.21-24
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 2,41-52
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Gesù cresceva in sapienza, età
e grazia davanti a Dio e agli uomini
La nostra preghiera di oggi
Prete: Benediciamo e glorifichiamo il Signore Gesù Cristo che si è fatto uomo e si è spogliato di se stesso per assumere la condizione di servo. Diciamo: Gloria a te, Figlio di Dio!
• Signore Gesù, tu sei frutto del seno di Maria, il benedetto nato dalla benedetta tra tutte le donne: da lei hai imparato il silenzio e ad amare con cuore di uomo.
• Signore Gesù, tu sei stato accolto come figlio da Giuseppe, l’umile carpentiere di Galilea: da lui hai imparato la fedeltà e a lavorare con mani d’uomo.
• Signore Gesù, tu che sei il Figlio di Dio sei nato da donna, hai vissuto in una famiglia: in te noi abbiamo ricevuto l’adozione a figli.
• Signore Gesù, in te è apparso per noi il volto di Dio, in te noi sperimentiamo l’amore che è più forte di ogni violenza e divisione.
• Signore Gesù, tu sei il Verbo che si è fatto carne, la Parola di Dio che si è resa viva per noi: Maria l’ha accolta, Giuseppe se ne è fatto servo, noi la desideriamo come una cerva anela ai torrenti di acqua.
• Signore Gesù, in te è la pienezza del tempo, compimento delle nostre attese e del senso della storia; in te gli anni sono per noi il luogo dell’incontro con la tua salvezza.
• Signore Gesù, la tua incarnazione illumina di speranza la nostra vita terrena: ricordati (di….,) di tutte le nostre sorelle i nostri fratelli defunti e consola chi piange in questi giorni la perdita di una persona cara.
Prete: Padre Buono, che nella famiglia di Maria e Giuseppe hai posto in mezzo a noi la dimora della tua Parola fatta carne, donaci il tuo Spirito santo, perché tutta la nostra vita, nel segno della tua benedizione, si renda disponibile ad accogliere il tuo dono, Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Gesù rispose: «Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?». (Lc 2,48-49)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: la vita familiare (Salmo 127; Efesini 5,21-6,4)
Le letture di Domenica prossima, II dopo Natale
Siracide 24,1-4.12-16; Salmo 146; Efesini 1,3-6.15-18; Giovanni 1,1-18
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri
Ogniqualvolta leggiamo il vangelo dobbiamo sempre tenere presente, per comprenderlo, che non riguarda la cronaca, ma la teologia, cioè non ci riporta una serie di fatti, ma di verità. Quindi non riguarda tanto la storia, ma la fede. Ecco perché sono sempre molto attuali.
Questo è tanto più necessario per il brano del vangelo che abbiamo in questa domenica. Il capitolo 2 di Luca, versetti 41-52, conosciuti come lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù nel tempio. Quindi bisogna seguire le indicazioni che l’evangelista ci dà per comprendere quello che ci vuole trasmettere. E cosa ci vuole trasmettere? La grande resistenza e la grande delusione del popolo di Israele nei confronti di Gesù, perché Gesù non segue le tradizioni dei padri, ma instaura una relazione completamente nuova.
Ma vediamo il vangelo. I suoi genitori … Tutti i personaggi che sono in questo brano sono anonimi. L’unico che ha nome è Gesù. Quando un personaggio è anonimo significa che è rappresentativo. Allora l’evangelista non ci vuole indicare tanto Maria e Giuseppe, ma tutto il popolo di Israele.
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Sono le tre grandi feste nelle quali bisognava salire a Gerusalemme, la Pasqua, la Pentecoste e le Capanne. Quando egli ebbe dodici anni… perché questo particolare? Perché l’evangelista rivede nella figura di Gesù uno dei grandi profeti della storia di Israele, il profeta Samuele che, secondo la tradizione, anche lui incominciò a profetare all’età di dodici anni.
Vi salirono secondo la consuetudine alla festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Può sembrare strano: come è possibile che Gesù rimane e i genitori non se ne accorgono? Perché i genitori sono fortemente convinti che il figlio li segua; il figlio deve seguire le orme dei padri. Ma è questa la novità che vedremo che Gesù ci presenta.
Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; E non trovano Gesù. Non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Può sembrare appunto strano che questa famiglia non si accorga dell’assenza di Gesù. L’evangelista, all’inizio del suo vangelo, annunziando la nascita di Giovanni Battista, aveva detto che sarebbe venuto a portare il cuore dei padri verso i figli. Ed era una citazione del profeta Malachia, che continuava: il cuore dei figli verso i padri.
Luca omette questa seconda parte. È l’antico, il passato, che deve comprendere il nuovo, non il nuovo che deve seguire il passato.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri. Sono i maestri della legge. Il fatto che Gesù sia nel mezzo richiama la sapienza di Dio secondo il Libro del Siracide, dove si legge: la sapienza loda se stessa, si vanta in mezzo al suo popolo.
Quindi Gesù è immagine della sapienza di Dio.
Mentre li ascoltava… E non solo, e li interrogava. A dodici anni lui interroga i maestri della legge. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore. Si traduce con “stupore”, ma l’evangelista adopera un’espressione che indica una meraviglia irritata, erano sconvolti dalle risposte di Gesù. Per la sua intelligenza e le sue risposte.
Ecco a quanto pare non solo interroga, ma fornisce risposte. Ed ecco l’incidente. Al vederlo restarono stupiti, – letteralmente sbigottiti – e sua madre gli disse… qui Maria, la madre di Gesù, come dicevo non è presentata con il nome, ma è rappresentativa del popolo di Israele, commette due errori. Primo lo chiama “figlio”, e il termine adoperata significa “bambino mio”, cioè qualcuno su cui io ho un diritto, un potere.
«Figlio, perché ci hai fatto questo? Ed ecco il secondo errore: “Ecco, tuo padre … quindi si riferisce alla figura di Giuseppe … e io, angosciati, ti cercavamo». Ora la risposta di Gesù. L’unica volta in cui Gesù, in questo vangelo, si rivolge alla madre, è per una parola di aspro rimprovero. E indubbiamente la madre avrà ricordato la profezia di Simeone nel tempio quando le disse: ”A te una spada attraverserà la tua vita”, e la spada è la parola del Signore.
Infatti Gesù risponde: «Perché mi cercavate? Non sapevate – quindi è qualcosa che avrebbero dovuto sapere – che io devo … ” Il verbo “dovere” in questa particolare forma indica la volontà di Dio.
“Devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Mentre la madre gli ha detto: “Tuo padre e io angosciati ti cercavamo”, Gesù dice, no, io devo occuparmi del Padre mio. Suo padre non è Giuseppe. Cosa vuole dire Gesù? Che lui non segue i padri, il passato, ma segue il Padre, colui che fa nuove tutte le cose. Naturalmente essi non compresero ciò che aveva detto loro. Perché non comprendono? Chi guarda al passato non può comprendere il nuovo che avanza.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. E qui si apre uno spiraglio, una speranza per Maria, come già nell’episodio dei pastori, Maria non ha capito, anche lei è sconvolta da questa grande novità.
Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Il cuore indica la mente, la coscienza. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Esattamente come il profeta Samuele che come scritto nella Bibbia, cresceva anche lui con questa sapienza.
Ebbene il brano termina con una speranza per Maria. Maria incomincia il suo processo di crescita che la porterà da essere madre di Gesù a discepola del Cristo.
p. Alberto Maggi OSM
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