2ª DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO – ANNO C
Canto
Atto penitenziale
Abbassa, Signore, le colline del nostro orgoglio con la tua umiltà e la tua mitezza. Signore, vieni presto e abbi pietà di noi!
Signore, pietà!
Riempi, Signore, le valli della nostra disperazione con la tua speranza e la tua presenza. Cristo, vieni presto e abbi pietà di noi!
Cristo, pietà!
Raddrizza, Signore i cammini tortuosi della nostra menzogna con la tua verità e la tua potenza. Signore, vieni presto e abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Fa’ fiorire, Signore il nostro deserto interiore con la tua vita e la tua gioia, abbatti le barriere dell’odio che ci dividono con la tua giustizia e la tua pace, e abbi misericordia di noi, perdona i nostri peccati e conducici alla vita eterna. Amen.
Preghiera all’accensione della candela
Mentre viene accesa la seconda delle quattro candele un lettore dice:
Una voce percorre la terra:
è la voce di Giovanni il Battista
che invita a preparare la strada
al Signore che viene.
Tutti:
Signore, la luce di questa fiamma
ti dica la nostra speranza.
Tu prometti un mondo nuovo.
Fa’ germogliare presto, Signore,
la pace e la giustizia.
Andiamo con gioia incontro al Signore!
Colletta
O Dio, grande nell’amore, che conduci gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, donaci di raddrizzare i sentieri e di appianare la via per accogliere con fede la venuta del nostro Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Bar 5,1-9
Dal libro del profeta Baruc
Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre.
Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.
Sarai chiamata da Dio per sempre: «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà».
Sorgi, o Gerusalemme, sta’ in piedi sull’altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti, dal tramonto del sole fino al suo sorgere, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale.
Poiché Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
Anche le selve e ogni albero odoroso hanno fatto ombra a Israele per comando di Dio.
Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 125
Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Rit.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Rit.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Rit.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Rit.
Seconda Lettura Fil 1,4-6.8-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Mt 25,34
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 3,1-6
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli e sorelle, innalziamo con fede la nostra preghiera a Dio, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.
Diciamo: Signore, vieni presto!
• Donaci, Signore, di preparare ogni giorno la tua via con la forza del tuo Spirito santo che può convertire le nostre vite.
• Raddrizza, Signore, i sentieri tortuosi della nostra menzogna con la semplicità e il discernimento che tu ci ispiri.
• Riempi, Signore, le valli della nostra disperazione con la consolazione e la dolcezza della tua presenza.
• Abbassa, Signore, le colline del nostro orgoglio con l’umiltà e la mitezza di tuo Figlio Gesù Cristo.
• Accogli, Signore, nella tua misericordia (….. e) i nostri fratelli defunti e vieni a suscitare in noi la speranza.
Prete: Ti rendiamo grazie Padre per il tuo Spirito, che invita la Chiesa a preparare la via di colui che solo può colmare l’attesa di tutti gli uomini, e a camminare con decisione verso il giorno del tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Antifona alla comunione
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri. (Mt 3,3; Mc 1,3; Lc 3,4)
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: il cantico di Zaccaria (Luca 1,67-79); l’annuncio della buona notizia della salvezza (Matteo 3,7; 2Corinzi 5)
Le letture di Domenica prossima, terza di Avvento – anno C
Sofonia 3,14-18; Cantico di Isaia 12,2-6; Filippesi 4,4-7; Luca 3,10-18
Riflessioni sulle letture
La parola del profeta (I lettura), la predicazione di Giovanni Battista (vangelo), l’insegnamento dell’Apostolo (II lettura) sono le necessarie mediazioni della Parola di Dio. E il profeta, Giovanni Battista e Paolo sono i mediatori che svegliano il popolo alla coscienza della salvezza che Dio sta operando nella storia e lo dispongono ad accoglierla. Per “vedere la salvezza di Dio” (cf. Lc 3,6) occorre che siano spianate le alture e colmate le valli che separano la terra della deportazione dalla terra d’Israele (Baruc), occorre che siano abbassate le montagne dell’orgoglio e colmate le valli della disperazione in un vero movimento di conversione (Luca), occorre mettere in atto il discernimento che conduce a una equilibrata visione di sé di fronte al Signore che viene (Filippesi).
In un contesto storico estremamente problematico sia dal punto di vista politico che religioso (l’occupazione romana della terra d’Israele e la situazione di degrado del sacerdozio gerosolimitano) la speranza viene dal deserto (cf. Lc 3,1-2). La storia di salvezza conosce i suoi re-inizi nei luoghi marginali, periferici, desertici, dove la Parola di Dio può trovare un uomo non distratto che lascia dispiegare su di sé la sua potenza. La purificazione della vita del popolo, la riforma della vita ecclesiale iniziano non da strategie innovative, ma da un uomo che osa lasciarsi purificare, plasmare, dare forma nuova dalla Parola di Dio. Giovanni, di stirpe sacerdotale (“figlio di Zaccaria”: Lc 3,2), diviene profeta: “la Parola di Dio fu su Giovanni”. La vicenda personalissima di un uomo che osa mettere il proprio cuore alla dura scuola del deserto viene fatta emergere accanto alla esteriorità eclatante della macrostoria (cf. Lc 3,1) e agli intrighi delle gerarchie religiose (il v. 2 fa allusione al fatto che Anna, dopo essere stato sommo sacerdote dal 6 al 15 d.C., continuò a controllare quella carica e a tenere le fila del potere religioso grazie ai suoi figli e poi al genero Caifa che subentrarono in quella carica). Carattere deprimente della situazione storica e squallore della “politica ecclesiastica” non distolgono Giovanni dall’abitare nel deserto per accogliere la Parola di Dio e vivere la propria conversione. Certo, questo significherà che la parola della sua predicazione sarà a lungo un far risuonare la sua voce nel deserto, nel nascondimento, nella marginalità, ma il lavoro operato dalla Parola di Dio su di lui lo renderà capace di chiedere poi conversione e di indicare ad altri la via per arrivare a vedere la salvezza di Dio.
E le condizioni che ostacolano la visione della salvezza di Dio non si situano solo fuori di noi (situazione politica o ecclesiastica), ma anzitutto in noi. Monti da abbassare e burroni da riempire hanno una valenza simbolica (cf. Is 2,12-18) e ricordano al credente che il troppo alto e il troppo basso, l’orgoglio e l’io minimo, l’esaltazione e la depressione sono condizioni di accecamento. Sia il farsi un’immagine troppo alta di sé (cf. Rm 12,16), sia lo svalutarsi sconsideratamente (cf. Mt 6,26; Lc 12,24) nascono da uno sguardo così ripiegato su di sé che non sa vedere il Signore e la sua azione. Si tratta insomma di preparare nel proprio cuore una strada al Signore: del resto, la stessa azione di rendere diritto (vv. 4.5 cf. Lc 3,4-5) ha valenza simbolica e mira alla rettitudine del cuore (cf. At 8,21) necessaria per vedere la salvezza di Dio. O, se vogliamo, mira alla purificazione del cuore necessaria per vedere Dio: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8).
La conversione appare così come la responsabilità che il credente ha nei confronti della Parola di Dio ma anche di “ogni uomo” (Lc 3,6: lett. “ogni carne”): la mia non-conversione ostacola anche l’altro a vedere la salvezza di Dio, mentre la mia conversione è già narrazione della salvezza che Dio opera. La conversione è dunque una preparazione, un essere pronti per il Signore, per la sua venuta: “Siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate” (Lc 12,40). L’esortazione diviene per noi, necessariamente, domanda: siamo pronti?
Luciano Manicardi
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