3ª DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO – ANNO C
Canto
Atto penitenziale
Signore Gesù, tu sei la nostra gioia e la nostra danza. Delle nostre tristezze e delle nostre angosce, abbi pietà.
Signore, pietà!
Cristo Signore, tu sei la nostra salvezza e la nostra fiducia. Delle nostre inquietudini e delle delle nostre paure, abbi pietà.
Cristo, pietà!
Signore, Gesù, tu sei la nostra pace e il nostro amore. Delle nostre guerre e dei nostri odi, appi pietà.
Signore, pietà!
Preghiera all’accensione della candela
Mentre viene accesa la terza candela dell’avvento.
Lettore:
Questa terza candela, Signore,
è la luce della gioia.
Tu sei sempre accanto a noi, Signore,
e questo ci rende sicuri.
Sappiamo di essere amati e accolti sempre.
Per questo vogliamo vivere
secondo giustizia.
Tutti:
Tu ci chiedi di non intralciare
l’azione dello Spirito.
Fa’ che sappiamo scorgere le tracce
delle sua azione in mezzo a noi.
Colletta
O Dio, fonte di vita e di gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché, affrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti, portiamo a tutti gli uomini il lieto annuncio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Sof 3,14-18a
Dal libro del profeta Sofonìa
Rallègrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale Is 12,2-6
Rit. Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Rit.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore
e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Rit.
Cantate inni al Signore,
perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te
è il Santo d’Israele.
Rit.
Seconda Lettura Fil 4,4-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Mt 25,34
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 3,10-18
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Le folle interrogavano Giovanni
dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?»
La nostra preghiera di oggi
Prete: Signore, nostro Dio, noi sappiamo che tu non ci abbandoni alle nostre difficoltà. Per questo ci rivolgiamo a te, sicuri di essere ascoltati e ti diciamo: Signore, dona la tua gioia!
• Accogli la nostra preghiera per la Chiesa: essa riprenda il cammino della speranza da te tracciato e si rinnovi con il tuo amore, per rallegrarsi di gioia nei prossimi giorni di festa.
• Accogli la nostra preghiera per tutti i cristiani: suscita fra essi profeti che denuncino le ingiustizie e difendano i diritti dei poveri.
• Accogli la nostra preghiera per i vescovi e i preti: ripieni della capacità di ascolto portino pace nelle comunità loro affidate; più che maestri di dottrina, siano testimoni del tuo amore.
• Accogli la nostra preghiera per noi qui riuniti: la tua presenza nella Parola e nell’Eucaristia traspaia nella nostra vita quotidiana; donaci di lavorare per la giustizia e per la pace nei piccoli gesti di ogni giorno.
• Accogli la nostra preghiera per le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti (per …..): si rinnovi in noi la speranza di essere in Cristo destinati al tuo Regno di gioia
Prete: Signore, la tua gioia è capace di rigenerare la nostra esistenza; donaci di poter guardare questa nostra terra in modo nuovo, con sguardo profetico, purificato dal tuo Spirito. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi».
(Cf. Is 35,4)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: il cantico di Zaccaria (Luca 1,67-79); l’annuncio della buona notizia della salvezza (Matteo 3,7; 2Corinzi 5).
Le letture di Domenica prossima, quarta di Avvento – anno C
Michea 5,1-4; Salmo 79; Ebrei 10,5-10; Luca 1,39-48.
Nell’attesa della gioia, cooperare alla salvezza
Mentre nella storia si va precisando il grande momento della salvezza, la gioia è il motivo dominante. Si prepara il grande canto di esultanza che eromperà dai cieli all’atto della santa nascita. Dal profondo della storia i profeti consolano il popolo: «Il Signore ha revocato la tua condanna» e «ti rinnoverà con il suo amore» (Sof 3,15.17). Il salmo canta, grida, esulta. Luca dice che cosa Dio vuole che facciamo nell’attesa di questa grande gioia: per prepararsi a riceverla non si può che amare i fratelli. E Paolo canta la fiducia totale nel Signore.
«Le folle interrogavano Giovanni: Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10). E noi, oggi, che cosa dobbiamo fare? Per Luca l’interrogativo è di perenne attualità: nella prospettiva globale della sua opera è infatti chiaro che l’imminenza del giudizio non è una caratteristica della fine, ma di ogni momento della nostra storia.
Che cosa dobbiamo fare per accogliere il Cristo che viene e sfuggire al giudizio incombente? La risposta di Luca è di grande semplicità e spinge verso il concreto, il quotidiano. L’invito che domenica scorsa abbiamo sentito risuonare, sempre dalla bocca di Giovanni, era ancora un invito globale, di stampo profetico: convertitevi. Ora l’invito si fa didattico, concretizza la conversione, la esemplifica, la introduce nel quotidiano e l’applica alle situazioni particolari delle diverse categorie di persone. È uno sforzo da prolungare e attualizzare oggi. Giovanni raccomanda alle folle la carità e l’amore fraterno (v. 11), agli esattori la giustizia (v. 13), ai soldati di non abusare della loro forza, di non far rapine, violenze, ecc. (v. 14). È un invito a darsi da fare in vista della salvezza, annunciata allora come oggi dall’intervento di Dio che si cala nella nostra storia per avviarla alla sua realizzazione.
La speranza cristiana non vive di realtà estranee alla storia, disincarnate e parallele rispetto all’esistere concreto; da qui la fatica della speranza cristiana, perché la parola di Dio non fornisce ricette prefabbricate che eliminano ogni sforzo e ogni sofferenza. Fatica e sofferenza rimangono, eppure il «che fare» del cristiano non deve essere ansioso ed apprensivo, ma deve e può essere vissuto nella fiducia e nella pace, come diceva Paolo, perché il cristiano ha il senso del provvisorio e dell’affidarsi a Dio.
Il «che fare» diviene allora sereno e fecondo nel dialogo con Dio, nella preghiera. Perciò il servizio di speranza che i cristiani sapranno dare al mondo non si misura in base all’efficacia delle loro organizzazioni, o al cumulo di lavoro che ciascuno è capace di erogare, ma in base a uno stile di vita nuovo, fatto di serietà serena, a una prassi che all’impegno coniuga la gioia, a una tensione morale, uno stile che diffonde pace. Di qui l’invito a liberarsi dalla tristezza (che s. Francesco definisce il «male babilonese», perché genera altro male) e a mettersi nella condizione di lasciare che il battesimo nello Spirito santo bruci e distrugga il male.
L’avvento sarà un cammino di gioia se lo vivremo in una continua e gioiosa disponibilità a rettificare le nostre strade. Conversione è far sì che le nostre strade collimino con le strade di Dio, e il «che fare» è una continua tensione di amore fraterno per preparare al Signore che viene un terreno fecondo dove la sua parola possa dare frutti di liberazione. Solo il Signore salva, perché lui conduce la storia verso il suo completamento, e solo ascoltando nella storia la sua voce noi possiamo sapere che cosa ci richiede l’ora che viviamo, in modo da poter essere operatori della sua volontà tra gli uomini.
Franco Mosconi
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