6ª DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu ci hai amato per primo perché avessimo la vita in te e ci avvogli con tenerezza: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
O Cristo, tu sei misericordioso e compassionevole e non ci ripaghi a misura dei nostri peccati: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, tu sei lento all’ira e grande nell’amore e allontani da noi le nostre colpe: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
O Padre, che nel tuo Figlio ci hai chiamati amici, rinnova i prodigi del tuo Spirito, perché, amando come Gesù ci ha amati, gustiamo la pienezza della gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 10,25-26.34-35.44-48
Dagli Atti degli apostoli
Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 97 (98)
Rit. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Rit.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Rit.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Rit. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Seconda Lettura 1Gv 4,7-10
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Gv 14,23
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 15,9-17
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
La mia gioia
sia in voi
e la vostra gioia
sia piena
La nostra preghiera di oggi
Prete: Preghiamo con gioia il Signore che oggi ci sollecita a rafforzare il dialogo di amicizia e di conoscenza profonda con lui e tra noi.
- Signore fa’ che siano spezzate le strutture di sfruttamento e di oppressione che dividono gli uomini
– e impediscono la fraternità e la pace. - Signore donaci l’esperienza del tuo amore affinché gli uomini siano solidali fra loro
– e non antepongano il proprio interesse al bene di tutti. - Signore aiutaci a non dubitare degli altri, ad aver fiducia verso quelli che sono caduti,
– a non lasciarci paralizzare dalle tensioni che ci oppongono e ci dividono. - Signore consacraci al servizio di ogni persona nella spogliazione di noi stessi,
– rendici attenti a quelli che soffrono e che sono dimenticati. - Signore piega il nostro egoismo al rispetto e all’amore;
– donaci un cuore capace di scorgere ciò che è nel più profondo di ogni persona. - Signore, che non smetti di offrirti a noi nel tuo corpo e nel tuo sangue,
– dona ai nostri ragazzi che si avvicinano per la prima volta alla tua mensa di essere una cosa sola con te. - Signore che chiami i tuoi discepoli amici, ricordati (di….. e) di tutti i nostri fratelli defunti:
– rendici capaci di gioire della tua presenza e forti nella speranza.
Prete: Ti rendiamo grazie o Dio, Padre nostro, per il tuo Figlio Gesù; per il grande amore con cui ci ha amato, fa di noi i suoi amici, e il suo Spirito ci dona di portare un frutto che rimane. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto: senza di me non potete far nulla. (Gv 15,5)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Dio è amore (1Giovanni 4,7-21); l’amore è la pienezza della legge (Matteo 22,34-40); l’inno alla carità (1Corinti 13).
Letture di domenica prossima, Solennità dell’Ascensione anno B:
Atti degli apostoli 1,1-11; Salmo 47; Lettera agli Efesini 4,1-13; Marco 16,15-20.
Rimanete nel mio amore
Il testo del Vangelo di oggi è il seguito di quello letto domenica scorsa; l’allegoria della vite e dei tralci viene prolungata e applicata ai discepoli, ruotando proprio intorno al tema dell’amore. Secondo Giovanni, l’intera vita del cristiano consiste nel vivere un legame profondo con Cristo, «rimanete nel mio amore», un legame che prolunga proprio quello che Gesù ha con il Padre. Giovanni ci vuol fare capire ciò che abbiamo già visto nella seconda lettura, che questo amore non è una questione di buoni sentimenti: «nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici». Rimanere nell’amore significa essere disposti a dare la vita per colui che si ama. Inoltre, l’uso insistente del verbo “rimanere” mostra come non si tratti di vivere l’amore come una conquista; “rimanere” presuppone che l’amore ci è stato donato e rivela inoltre che la nostra risposta consiste nel conservarlo, nel rimanere uniti al Signore come i tralci alla vite (15,1‑8). Alla rivelazione di questo amore di Dio nel quale siamo invitati a rimanere segue l’invito esplicito ad amare: «questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati». Questo è il frutto che il Signore domanda ai tralci inseriti nella vite. In questo modo, ciò che sembra un precetto («amatevi») è fondato in realtà su un dono che lo precede («come io vi ho amato»).
Dal testo giovanneo possono essere ancora ricavati due temi, che si agganciano bene a questa riflessione sull’amore e la completano. Il primo è il tema dell’amicizia tra Gesù e i suoi discepoli: «non vi chiamo più servi, ma amici». La riflessione sull’amicizia con Gesù è un tratto tipico di Giovanni; si pensi ad esempio a Lazzaro, «il tuo amico». Il chiamare “amici” i propri discepoli, al contrario dell’uso rabbinico per il quale il discepolo è piuttosto “figlio”, presuppone una confidenza illimitata. E, infatti, «tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi». L’amicizia è allo stesso tempo un dono e una responsabilità: «dare la vita per i propri amici». Tutto questo ha conseguenze importanti sia per la vita del singolo che per quella della comunità cristiana. Il documento del Vaticano Il sulla Rivelazione ci ricorda come «nel suo grande amore (Dio) parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (Dei Verbum 2). La fede cristiana, perciò, non è, prima di tutto, una questione di regole, precetti o persino di dogmi in cui credere; è prima di tutto entrare nel dialogo aperto da Dio con gli uomini, dialogo che presuppone non solo le nostre risposte, ma anche le nostre domande.
Una seconda conseguenza è una lezione per la chiesa: essa è chiamata ad essere segno tra gli uomini dell’amicizia di Dio con noi. Ma questo non sarà possibile finché le logiche dell’autorità prevarranno su quelle del servizio, cioè dell’amore.
Un’ultima riflessione: «questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»: la rivelazione dell’amore del Padre, dell’amicizia del Signore, della possibilità di amare gli altri in modo pieno, è sorgente di gioia (v., nel capitolo che segue, il testo di Gv 16,16‑22); è una gioia che non si conquista, ma si ottiene dal Signore, la «mia» gioia. Questa ulteriore scoperta diviene un compito per il credente: è vivendo tale gioia che egli può diventare testimone credibile e autentico dell’amore in cui ha creduto in un mondo che spesso conosce molta felicità a buon mercato, ma raramente sperimenta davvero la gioia.
Luca Mazzinghi
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