4ª DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Per tutte le volte che strumentalizziamo gli altri, per tutte le volte che ci comportiamo da mercenari, per tutte le volte che non abbiamo cura del fratello: Signore, pietà!
Signore, pietà!
Per tutte le occasioni nelle quali noi, padri e madri, insegnanti, preti, catechisti, educatori, amici, non decidiamo di assomigliare al buon pastore: Cristo, pietà!
Cristo, pietà!
Per tutte le volte che non ascoltiamo il Signore che ci chiama per nome e non lo riconosciamo come il nostro unico e vero pastore, Signore, pietà!
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
Dio, nostro Padre, che in Cristo buon pastore ti prendi cura delle nostre infermità, donaci di ascoltare oggi la sua voce, perché, riuniti in un solo gregge, gustiamo la gioia di essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 4, 8-12
Dagli Atti degli apostoli
In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 117 (118)
Rit. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.
Rit.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Rit.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Rit. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.
Seconda Lettura 1Gv 3, 1-2
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo cfr Gv 10,14
Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 10,11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Io sono
il buon pastore
e offro la vita
per le pecore
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli e sorelle, quale grande amore ci ha mostrato il Padre: noi siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente. Rivolgiamoci a lui con fiducia:
- Signore, tuo Figlio è il Pastore buono:
– fa’ che in lui tutti gli uomini abbiano la vita in abbondanza. - Signore, tuo Figlio ha deposto la vita per le sue pecore:
– fa’ che anche noi sappiamo offrire la vita per i fratelli. - Signore, tuo Figlio è il Pastore secondo il tuo cuore:
– suscita nella chiesa pastori che ci guidino con sapienza e amore, capaci di vivere in “mezzo” alle pecore in piena solidarietà con loro. - Signore, tuo Figlio ti ha pregato perché ci sia un solo gregge:
– affretta il giorno dell’unità visibile tra tutti i cristiani. - Ricordati, Signore, (di …. e) dei nostri fratelli defunti:
– tu che sei stato il nostro pastore da quando esistiamo fino a oggi e che ci hai sempre liberati da ogni male donaci la speranza della vita eterna.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, nostro Padre: la voce del tuo Cristo ci raduna in questa Eucarestia; attraverso di lui ci conduci all’ovile della gioia eterna, dove ci sarà un solo gregge e un solo pastore. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Io sono il buon pastore e do la mia vita per le pecore. Alleluia. (Gv 10,14-15).
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Dio, pastore di Israele (Salmo 22; 77; 79; Isaia 40,1-11); L’unità (Romani 12,3-21; Efesini 4).
Letture di domenica prossima, V di Pasqua B:
Atti degli Apostoli 9,26-31; Salmo 22; Prima lettera di Giovanni 3,18-24; Giovanni 15,1-8.
Il 6 di Aprile di 14 anni fa moriva don Elio Agostini, parroco dell’Isolotto e delegato diocesano per i preti. Pubblichiamo parte del testo del suo intervento esposto nel corso dell’assemblea diocesana del 1994. Nel cammino sinodale che viviamo queste parole le avvertiamo profetiche e ci aiutano nella riflessione sul prete chiamato a configurarsi a Cristo buon pastore.
Abbiamo chiuso il nostro sinodo diocesano dicendo: «Finisce il sinodo, inizia la sinodalità». Siamo qui per vedere se questa sinodalità sta prendendo corpo … Vivere la sinodalità significa cercare la comunione, edificare la famiglia di Dio. In questo senso dobbiamo riconoscere che ci resta da fare una lunga strada. …Voglio aprirvi il cuore e dirvi che, con molta probabilità, ogni prete è partito, all’inizio del suo ministero, con l’idea di salvare il mondo e si è ritrovato, più tardi, a dubitare di poter salvare se stesso. Nel clima di sinodalità di stasera voglio chiedere perdono a tutta la comunità diocesana per i peccati di noi preti.
Il prete è chiamato, col Vescovo e con i diaconi, ad essere nella comunità l’icona del Cristo servo, non ha da autorealizzarsi ma da autospogliarsi. Non è la comunità che appartiene al prete, è il prete che appartiene alla comunità. “Tutto è vostro, quindi anche noi, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio “ (1Cor. 3,22).
…Siamo usciti dal sinodo affermando il primato dell’evangelizzazione. Anche qui dobbiamo riconoscere sinceramente che ci rimane da fare una lunga strada. Se ci sono impegni primari, vuol dire che altri saranno secondi, ed altri ultimi. In una situazione che sta cambiando completamente: cambia il mondo, la mentalità degli uomini, cambiano i valori, diminuiscono i preti, è indispensabile ridirsi e ridarsi i compiti di tutti coloro che compongono la comunità cristiana. È urgente decidere che cosa è bene che il prete non faccia, quello che deve fare è detto con chiarezza nelle promesse dell’ordinazione rinnovate ogni anno nella messa del Crisma. È urgente decidere chi deve fare ciò che il prete non farà più. La mancanza dei preti ci costringerà a fare per disperazione ciò che non abbiamo saputo o voluto fare per convinzione. Non si può fare sempre e solo analisi delle situazioni, viene il momento, ed è sicuramente questo, nel quale si devono prendere delle decisioni. Al prete sarà chiesta più disponibilità, più mobilità, più impegno per collaborare. È doveroso ricordare che il prete è un evangelizzatore sempre bisognoso di essere evangelizzato..
… Cari amici i vostri preti stanno diminuendo ed invecchiando e sono pieni di difetti, ci è necessario il vostro sostegno. Non cerchiamo compassione o conforti di circostanza. Se ci volete bene, e so con certezza che ce ne volete, come noi vogliamo bene a voi tanto da darvi la nostra povera vita perché ci siete diventati cari, se ci volete bene esigete da noi; siamo noi al vostro servizio quindi potete esigere:
1. Che sappiamo costruire rapporti veri con tutte le persone.
2. Che formiamo un unico presbiterio.
3. Che preghiamo sempre senza stancarci.
4. Che continuiamo a studiare.
5. Che ci riposiamo senza ritenerci indispensabili, infatti: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce, come, egli stesso non lo sa» (Mc 4.26-27).

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