3ª DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Vieni, Signore Gesù, e la nostra miseria incontrerà la tua misericordia: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Vieni, Cristo Signore,
e il nostro peccato incontrerà il tuo perdono: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Vieni, Signore Gesù, e la nostra tenebra incontrerà la tua luce: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Preghiera per l’accensione del terzo cero
La terza candela di Avvento
si chiama “Rallegrati”.
Accendendo questa fiamma
accogliamo il tuo incoraggiamento
a non temere, poiché tu vieni
incontro ad ognuno di noi.
Fa’ che sappiamo scorgere le tracce
delle tua azione nella storia dell’umanità;
fa’ che operiamo giustizia e misericordia
come i piccoli del tuo Regno.
Che questa fiamma sia segno
del nostro impegno profetico.
Colletta
O Dio, che chiami gli umili e i poveri a entrare nel tuo regno di pace, fa’ germogliare tra noi la tua giustizia, perché viviamo nella gioia l’attesa del Salvatore che viene. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 61,1-2a.10-11
Dal libro del profeta Isaia
Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale Lc 1,46-50.53-54
Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Rit.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione
la sua misericordia per quelli che lo temono.
Rit.
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.
Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.
Seconda Lettura 1 Ts 5,16-24
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi
Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cfr. Is 61,1
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 1,6-8.19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Io sono voce di uno
che grida
nel deserto:
rendete diritta
la via del Signore
La nostra preghiera di oggi
Prete: O Dio, nostro Padre, tu esaudisci le preghiere dei tuoi figli; docili alla voce del tuo Spirito possiamo riconoscere il tuo Figlio che viene e ci rallegriamo della salvezza che opera in noi.
- Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito per la Chiesa: essa riprenda il cammino con coraggio e parta sulle nuove vie da te tracciate.
– Possa recare il lieto annuncio ai poveri e fasciare le piaghe dei cuori spezzati. - Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito per i cristiani: carichi del loro passato, ma obbedienti a te camminino lieti verso il regno.
– Non più divisi mostrino di essere tuoi discepoli. - Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito per tutti gli uomini: vivano nella giustizia e nella solidarietà.
– Ritrovino strumenti di dialogo e di comunione, e proclamino la tua paternità universale. - Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito per i sofferenti, i malati nella mente e i carcerati:
– al di là delle pene e del male, abbiano l’opportunità di celebrare la festa della fraternità e della tua incarnazione. - Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito per la nostra comunità:
– attraverso il ministero dell’accoglienza essa susciti una comunione sempre più profonda. - Vieni Signore, rinnova il dono del tuo Spirito su di noi che ricordiamo (…. e) i nostri fratelli defunti:
– insieme a loro possiamo rinnovare la speranza nella vita eterna.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, nostro Padre, per la gioia di coloro che attendono il tuo Figlio Gesù Cristo. Oggi, noi viviamo nella speranza senza ancora vederlo. Un giorno, rinnovati dal suo Spirito, vedremo per sempre la tua gioia e la tua esultanza. Egli è Dio e vive… Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete:
a lui non sono degno di slegare il legaccio del sandalo. (Gv 1,26-27).
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: La missione di Giovanni (Matteo 11,2-19 e Luca 1,67-79) e dell’apostolo (Romani 8,31-39; 2Corinti 4; Filippesi 1,12-26).
Letture di domenica prossima, IV del tempo di Avvento B:
Secondo libro di Samuele 7,1-16; Salmo 89; Lettera ai Romani 16,25-27; Luca 1,26-38.
Dialogo tra cielo e terra
(di David Maria Turoldo)
Io a Natale sono sempre triste, e l’ho detto altre volte, anzi ho cantato: l’amaro riso degli angeli a Natale. Sì, perché non sono convinto che i nostri natali abbiano a che fare con il Natale di Cristo.
Certo, vorrei che rimanesse almeno il senso della vita come dono, e questo è importante. Ma oggi abbiamo sostituito il dono con il regalo, regalo contro regalo, il commercio. Invece è la vita come dono, come senso di umanità, come partecipazione, appunto, come lieta notizia che si dona soprattutto ai più sprovveduti. Tant’è vero che il vangelo dice: se hai da invitare qualcuno, non invitare quello che ti può ri-invitare; invita quello che non ha la possibilità di invitarti. Allora qui entriamo dentro l’orbita di Dio, dentro il vero clima del Natale, e vorrei che, appunto, fosse questo.
Traduco il saluto in augurio, perché siamo qui a pregare per questo. […]
Comunque, questo è il testo: «Lo spirito del Signore è su di me, Egli mi ha unto e mi ha consacrato; e mi ha inviato—siamo tutti degli inviati—a portare la lieta notizia». E difatti la ragione per cui esiste il cristiano dovrebbe essere questa: uno che annuncia, uno che porta la lieta notizia; anzi, sarà uno che la dovrà testimoniare; e testimoniare sarà sempre più difficile.
E porta lieta notizia ai poveri. Capite! E poi, notate: «è mandato a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno della misericordia e del perdono». È l’antico giubileo, è il senso del giubileo. E il giubileo non era come i nostri giubilei che basta dire sei Pater-Ave-Gloria, una per l’intenzione del sommo pontefice, un po’ dentro e un po’ fuori della chiesa, oppure andare a visitare il santuario, o andare di qua o di là eccetera, e questo basta per avere rimessi tutti i peccati mortali, per cui possiamo di nuovo ritornare a peccare. No, il Giubileo, il vero Giubileo biblico era l’azzeramento di tutti i debiti e di tutti i crediti: ognuno doveva ricominciare sempre da capo perché la terra era di Dio e quindi tutti dovevano sentirsi sgravati da questi debiti, soprattutto i poveri.
Ecco: portate la lieta notizia ai poveri! E sappiate che anche loro sono liberati dal loro debito, e sono anche loro rimessi nella condizione di sentirsi come gli altri, nella loro dignità.
E quindi ecco il senso: tutti gli scoraggiati, tutti gli afflitti della terra venivano investiti da questa abbondanza di grazia, che poi era la fraternità umana. Il Giubileo era l’anno
della misericordia e del perdono del Signore: ero io che ritornavo daccapo e riprendevo la vita. E naturalmente il sano poteva avere anche più fortuna del malato.
Ma ecco che poi si ricreavano di nuovo le disuguaglianze ed allora di nuovo il Giubileo per cui veniva l’azzeramento e si ripartiva sempre. Perché tu non sei proprietario delle cose, ma sempre uno che deve rendere conto della sua amministrazione. Perché le cose sono sempre di Dio, la vita è di Dio, la terra è di Dio, eccetera eccetera. E notate: è mandato ai poveri, è indirizzato ai poveri.
Ecco, allora, per riassumere soltanto, notate: «lo Spirito del Signore è sopra di noi…». Si tratta di vedere di non spegnere lo Spirito, di non disprezzare le profezie, di essere anche noi come degli unti del Signore, inviati ad annunciare la buona novella ai poveri. E bisogna vedere come ci comportiamo. […]
Noi non siamo la luce, ma dobbiamo rendere testimonianza alla luce. E tutto dipende da come conosciamo colui che è in mezzo a noi come uno sconosciuto. Questo è il senso, il messaggio di questa penultima domenica dell’avvento, in attesa, appunto, di poter celebrare anche noi la sua venuta: in ciascuno, nella nostra chiesa, nella nostra storia. E allora ci domanderemo: quali sono i segni che veramente è venuto?
Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.