2ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu non ti dai pace finché non sorga la giustizia nel tuo popolo: perdona la nostra indifferenza verso la tua parola e abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, in te noi siamo un solo corpo e un solo spirito: perdonaci se con soprusi, disprezzo e violenze non contempliamo il corpo di ogni nostro fratello come tempio del tuo spirito. Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, nel tuo progetto di salvezza tu ci chiami e divenire apostoli e profeti del tuo regno: perdonaci se lasciamo cadere a vuoto i tuoi inviti. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.
Gloria
Colletta
O Padre, che in Cristo Signore hai posto la tua dimora tra noi, donaci di accogliere costantemente la sua parola per essere tempio dello Spirito, a gloria del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1Sam 3,1-10.19
Dal primo libro di Samuele
In quei giorni, il giovane Samuèle serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio.
Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire.
Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore.
Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”». Samuèle andò a dormire al suo posto.
Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuéle, Samuéle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 39 (40)
Rit. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Rit.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto
né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».
Rit.
«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
Rit.
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.
Rit. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Seconda Lettura 1Cor 6,13c-15a.17-20
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Gv 1,41.17b
Alleluia, alleluia.
«Abbiamo trovato il Messia»:
la grazia e la verità
vennero per mezzo di lui
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 1,35-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Rabbì dove dimori?
Venite e vedrete
La nostra preghiera di oggi
Prete: O Padre, Gesù Cristo tuo Figlio ha portato in mezzo a noi il tuo nome e ci chiama con quel nome che tu hai preparato per noi da sempre: nella gratitudine, eleviamo fiduciosi la nostra preghiera.
– Portiamo il tuo tesoro in vasi di creta: sostienici, Signore!
- Preghiamo per la chiesa universale:
– sia credibile nel testimoniare con umiltà a tutti gli uomini che in Gesù, Agnello di Dio, è vinto il peccato e donata la riconciliazione. - Preghiamo per quelli che cercano la loro vocazione:
– sappiano mettersi in ascolto della tua Parola e rispondano gioiosamente alla tua chiamata. - Preghiamo per quelli che annunciano il tuo Vangelo:
– sappiano condurre i loro fratelli a Gesù e siano testimoni perseveranti della fede. - Preghiamo per tutti gli uomini che non conoscono Cristo:
– nella loro ricerca di te, o Dio, siano da noi aiutati; nei loro cammini verso la fede siano da noi accompagnati. - Preghiamo per (….. e per) tutti i nostri fratelli defunti:
– il Signore misericordioso li accolga accanto a sé e doni loro la luce senza tramonto.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, per il tuo Figlio Gesù: l’agnello che toglie il peccato dal mondo. In questa eucaristia anche noi, come il Battista, vediamo e rendiamo testimonianza: è il Figlio di Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Giovanni Battista vide fissò lo sguardo su Gesù e disse: «Ecco l’Agnello di Dio!»
E i suoi discepoli seguirono Gesù. (Cf. Gv 1,36-37).
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: le vocazioni narrate nell’antico testamento (Isaia 6,1-10; Ezechiele 2,1-3 e 21) e nel nuovo testamento (Matteo 4,18-22; 9,9-13; 10,1-4; Atti 9,1-19).
Letture di domenica prossima, III del tempo Ordinario B:
Gioele 3,1-10; Salmo 25; Prima lettera ai Corinti 7,29-31; Marco 1,14-20.
Chiamati a Seguire il Signore
Che cosa cercate?
Il testo giovanneo si apre con la figura del Battista, che ha un ruolo analogo a quello di Eli, nella prima lettura. Come spesso avviene in molte vocazioni, c’è bisogno che qualcuno ci indichi la strada; Giovanni è esplicito: «sentendolo parlare così, i suoi discepoli seguirono Gesù». Inizia così un’avventura che Giovanni presenta in modo diverso, rispetto agli altri Vangeli, dove è Gesù a prendere l’iniziativa invitando i futuri discepoli a seguirlo. Non dimentichiamo, tuttavia, che l’intera scena si svolge in un contesto di rivelazione: «il giorno dopo» è il giorno che segue il primo discorso del Battista, dove per la prima volta Gesù inizia, indirettamente, a manifestarsi (Gv 1,19‑28). Già in 1,29 Giovanni aveva presentato Gesù come «l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo» e, di nuovo, all’inizio del nostro brano, Gesù è additato dal Battista ai suoi discepoli come l’agnello di Dio. Tutto ciò aveva certamente creato nei discepoli stessi un’atmosfera di attesa: l’agnello è il servo del Signore di Is 53,7, che porta su di sé le colpe degli altri, ed è l’agnello pasquale che ricorda la liberazione d’Israele operata da Dio.
La domanda di Gesù, «che cosa cercate?» è particolarmente importante, se si pensa soprattutto che è la prima parola che Gesù pronunzia nel Vangelo di Giovanni. Gesù non chiama direttamente i discepoli, né insiste sulla rivelazione appena fatta dal Battista (l’agnello di Dio) ma vuole far nascere in essi la consapevolezza dei propri bisogni. Non di rado scopriamo la nostra vocazione soltanto quando iniziamo a comprendere di che cosa abbiamo davvero bisogno, che cosa veramente ci manca. Si tenga poi presente che in tutti e quattro i Vangeli il tema della ricerca di Gesù apre e chiude la narrazione; in Giovanni la domanda «chi cercate?» Gesù la porrà di nuovo, nel Getsemani (Gv 18,4.7) e a Maria di Magdala (Gv 20,14). Non sempre la ricerca di Gesù è dettata dalla fede, ma in ogni caso è un indispensabile punto di partenza.
La risposta dei due discepoli è addirittura banale: «Maestro, dove abiti?». In realtà, dietro la frase semplice c’è un’esigenza profonda. I due hanno compreso che la cosa davvero importante non è conoscere delle verità, celebrare dei riti, ubbidire a delle regole morali ma, piuttosto, correre il rischio di stare con il Signore, di accogliere l’invito a casa sua.
Venite e vedete.
La risposta di Gesù ai due che lo seguono è ancora più affascinante: «venite e vedrete!». Accettate, cioè, di fare esperienza di me. Non si tratta più soltanto, come per Samuele, di ascoltare la parola di Dio, ma di vivere un rapporto di amicizia con una persona. Giovanni insiste su questa esperienza che, alla luce dell’intero quarto Vangelo, assume un significato anche in questo caso più profondo: «andarono, videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui». È un “rimanere” con Gesù che anticipa quel «rimanete in me» che ascolteremo nei discorsi della cena pasquale, un tema così caro al quarto Vangelo (Gv 15,1‑10, ad esempio). Giovanni sottolinea, infine, che tutto questo avvenne «all’ora decima», alle quattro del pomeriggio, forse l’ora che alla luce di alcuni testi apocalittici è l’ora delle scelte importanti e definitive, forse, più semplicemente, un ricordo personale di un’esperienza così forte.
Un ultimo dettaglio: il testo giovanneo mette in luce il fatto che i primi due discepoli ne chiamano altri tre, Pietro per primo e poi Filippo e Natanaele (la loro chiamata non viene però letta nel brano liturgico di oggi). Anche in questo caso, il racconto giovanneo mette in risalto il valore dell’esperienza; la chiamata degli altri tre discepoli acquista, infatti, il sapore di una scoperta molto bella della quale si vuole che anche gli altri siano partecipi: «abbiamo trovato il Messia!». Non c’è dunque vocazione, nella chiesa, se non c’è la voglia di comunicare ad altri la gioia di un rapporto con il Signore, che noi per primi abbiamo scoperto e vissuto. Dalla vocazione nasce subito, per Giovanni, la testimonianza.
Luca Mazzinghi
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