14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Canto
Atto penitenziale
Prete: Preghiamo per la pace nel mondo e chiediamo perdono per i nostri silenzi le azioni non fatte.
- Per la pace in Afghanistan
- Per la fine della violenza diffusa in America Centrale e per la fine delle tensioni in Nicaragua
- Per la fine del terrorismo in Burkina Faso
- Per la pace in Camerun occidentale
- Per il dialogo e la riconciliazione nel Ciad
- Per gli accordi di pace in Colombia
- Per la pace nelle regioni del Kivu e dell’Ituri, nella Repubblica Democratica del Congo e la fine delle ostilità con il Ruanda.
Signore, pietà! Signore, pietà!
- Per la fine delle tensioni nella penisola coreana
- Per la pace in Etiopia e la fine delle tensioni con l’Eritrea
- Per la fine della violenza diffusa e dei disordini ad Haiti
- Per la fine delle violenze in Iran
- Per la pace e la fine di ogni violenza in Iraq
- Per la fine delle tensioni tra Armeni e Azeri
- Per la fine delle tensioni tra serbi e albanesi in Kossovo
- Per la stabilità e la convivenza pacifica nel Libano.
Signore, pietà! Signore, pietà!
- Per la pace in Libia
- Per la fine del conflitto in Mali
- Per il Messico e la fine della violenza causata dal narcotraffico
- Per il Myanmar
- Per la fine degli attacchi e delle violenze nel Nord del Mozambico
- Per la fine delle tensioni in Niger
- Per la pace e la fine del terrorismo in Nigeria
- Per la fine del terrorismo e degli attacchi contro i cristiani in Pakistan
- Per la pace nella Repubblica Centrafricana
- Per la pace e la fine di ogni violenza in Siria
- Per la pace in Somalia
- Per la fine di ogni violenza negli Stati Uniti
- Per la fine delle violenze e della guerra civile in Sudan
- Per gli accordi e le iniziative di pace in Sud Sudan,
Signore, pietà! Signore, pietà!
- Per la fine della guerra in Ucraina, perché tacciano le armi e si trovi la via del dialogo
- Per la pace nello Yemen e la crisi nel Mar Rosso
- Per la pace e la fine delle violenze in Terra Santa e Gaza nel conflitto tra israeliani e palestinesi, per la liberazione degli ostaggi, per la protezione dei civili, perché si raggiunga una tregua e si torni a dialogare.
- Per la liberazione di tutti rapiti e in ogni parte del mondo
- Per i governanti perché guidino il mondo su vie di pace e di dialogo
- Benedici, proteggi e rafforza o Signore il servizio della Comunità per la pace in ogni parte del mondo, e ti preghiamo per tutti gli operatori di pace
Signore, pietà! Signore, pietà!
Prete: Ti preghiamo Signore, per la pace nel mondo. Proteggi, accogli, accompagna e benedici i più poveri, i profughi e i rifugiati e le vittime di ogni guerra. Tienici uniti a te alla luce del tuo Spirito, per Cristo nostro Signore.
Gloria
Colletta
O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell’umiliazione del tuo Figlio e nella nostra debolezza sperimentiamo la potenza della sua risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ez 2,2-5
Dal libro del profeta Ezechiele
In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 122 (123)
Rit. I nostri occhi sono rivolti al Signore.
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni.
Rit.
Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
Rit.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo
dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.
Rit.
Seconda Lettura 2Cor 12,7-10
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf. Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri
il lieto annuncio.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mc 6,1-6
Dal Vangelo secondo Marco
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Si meravigliava
della loro
incredulità
La nostra preghiera di oggi
Prete: Nella nostra debolezza, mettiamo la nostra fiducia in Dio, supplicandolo per noi e per tutti gli uomini e diciamo:
- Signore Dio, che sempre invii con premura profeti al tuo popolo:
– fa’ che sappiamo ascoltare coloro che ci parlano nel tuo nome. - Signore Dio, che mostri la tua forza attraverso la debolezza:
– fa’ che la tua chiesa rifugga ogni logica di potenza e di successo. - Signore Dio, che in Gesù hai conosciuto il rifiuto degli uomini:
– fortifica e consola gli annunciatori della tua Parola. - Signore Dio, la nostra incredulità è spesso di ostacolo al Vangelo:
– fa’ che la tua Parola corra e sempre converta i nostri cuori. - Signore Dio, in Gesù ci hai mostrato la piena umanità:
– sostieni tutti i percorsi di pace per divenire uomini e donne veramente umani. - Signore Dio, conferma in noi la speranza che insieme (a ….. e) ai nostri fratelli defunti risorgeremo a vita nuova:
– tu hai manifestato come il tuo amore è più forte della morte.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, nell’umanità del tuo Figlio Gesù Cristo noi riceviamo la grazia di portare nella nostra debolezza la forza della tua parola. Egli è Dio… Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Gesù insegnava nella sinagoga e molti rimanevano stupiti della sua sapienza. (Cf. Mc 6,2)
Comunione
Preghiera per la pace
Disarma il cuore
Insegnaci, Signore, a disarmare i nostri cuori, moltiplicando i gesti di non aggressione e di rispetto della dignità di tutti. Insegnaci, Signore, ogni giorno a disattivare i semi e le ragioni della violenza, dentro e fuori di noi.
Ricordaci che la pace è un mestiere paziente e spesso nascosto, ma che da essa dipende il futuro del mondo. Mostraci come stare incondizionatamente accanto alle vittime, nell’aiuto ai perseguitati, alle frontiere dove arrivano i rifugiati (che, se apriamo gli occhi, capiremo che è proprio accanto a noi), nel servizio umano a chi vive il dramma della guerra o lotta impotente con sofferenze superiori alle sue forze.
Aiutaci a passare dall’informazione all’azione; a superare la passività della paura con l’audacia dell’impegno generoso; ad aprire con zelo profetico le porte del nostro cuore, lo spazio della nostra famiglia, la condivisione delle parole e dei beni. Disarmaci, Signore, da questo sentimento di impotenza che ci blocca, perché tutti possiamo fare qualcosa, a cominciare dalla preghiera.
José Tolentino Mendonça
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Gesù è stato rifiutato (Matteo 11,20-24; Marco 3,20-30; Luca 4,16-30; Giovanni 15,18-16,4).
Letture di domenica prossima, XV del Tempo ordinario anno B:
Amos 7,12-15; Salmo 85; Lettera agli Efesini 1,3-14; Marco 6,7-13.
Si meravigliava per la loro incredulità
In questi versetti Marco ci pone di fronte, in modo sorprendente, a un Gesù improvvisamente in crisi; tante volte pensiamo di voler raccogliere i frutti del nostro intelligente e generoso impegno pastorale, e tante volte ci troviamo con un pugno di mosche in mano. La stessa cosa sembra accadere a Gesù: perché? Come nel brano di Ezechiele, ci troviamo davanti al mistero della libertà dell’uomo; il messaggio del Vangelo non si impone, ma si offre, e non può penetrare là dove viene radicalmente rifiutato; neppure Dio può far violenza alla libertà dell’uomo. Ma nel rifiuto di Gesù da parte dei nazaretani c’è qualcosa di più profondo, c’è una mancanza di fede che impedisce a Gesù di compiere miracoli; essi, infatti, non sono gesti prodigiosi compiuti per convertire chi li vede, ma segni di salvezza che presuppongono la fede.
Gesù appare sin dall’inizio del Vangelo un profeta rifiutato, come accadde un tempo a Ezechiele e agli altri profeti d’Israele; di fronte ai gesti da lui compiuti e alle parole da lui pronunziate, l’entusiasmo iniziale delle folle sembra affievolirsi; si tratta di un’esperienza più volte provata nelle comunità cristiane. Dopo un inizio entusiasmante, le persone si allontanano ed è difficile perseverare. Emerge, in prospettiva, la dimensione della croce, che diventerà dominante a partire dalla seconda parte del Vangelo di Marco, proprio dopo la confessione di Pietro. Dietro l’episodio di Gesù rifiutato dai suoi concittadini già s’inizia a vedere la sua passione.
Nell’incontro con l’incredulità dei nazaretani Marco sottolinea, infine, in modo del tutto sorprendente come Gesù «si meravigliava della loro incredulità». Siamo davanti a una delle più impegnative dichiarazioni contenute nei Vangeli: l’umanità di Gesù è talmente reale da renderlo capace di meraviglia, in questo caso un doloroso stupore, di fronte alle azioni e ai comportamenti di uomini che, invece, avrebbe dovuto ben conoscere; è questa ordinarietà di Gesù, come si è detto, che scandalizza chi lo conosce. Da un lato, ritorniamo a quanto abbiamo detto, circa il mistero della libertà dell’uomo, che persino Dio rispetta. Dall’altro, la meraviglia di Gesù è espressione dell’incarnazione, della logica di Dio che si abbassa al livello dell’uomo. È la logica di un Dio “debole”, che deve diventare la logica della chiesa e di ogni credente, come ci ricorda Paolo nella seconda lettura: «la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza ( … ); quando sono debole, è allora che sono forte!». In tutto questo sta la radice dello scandalo: l’incapacità di riconoscere un Dio immerso nel nostro quotidiano e il rifiuto di accettare una via di debolezza, che passa evidentemente attraverso la croce.
Eppure la storia continua: «un profeta non è disprezzato che in patria». Siamo davanti all’unico testo di Marco in cui Gesù parla di se stesso come di un profeta; come per Ezechiele, la sua missione continua, «ascoltino o non ascoltino». Il Vangelo di oggi si chiude ricordando che «Gesù percorreva i villaggi, insegnando»; si tratta dell’introduzione alla tappa successiva, che tuttavia mostra come il rifiuto non segni il fallimento della missione profetica. Gli abitanti di Nazareth non vogliono credere, come anche noi siamo refrattari alla parola del Vangelo; la predicazione di Gesù non crea in noi la conversione; eppure la sua missione continua: quel che non siamo capaci noi di fare, accogliendo la sua parola, lo farà lui stesso per noi, offrendo la sua vita sulla croce.
Luca Mazzinghi

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