CORPO E SANGUE DEL SIGNORE – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore Gesù, il tuo corpo è nostro cibo
ma noi non abbiamo fame di te:
abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore, il tuo sangue è nostra bevanda
ma noi non abbiamo sete di te:
abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, Gesù, la tua vita è la nostra salvezza
ma noi non seguiamo te:
abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, saziaci alla mensa della Parola e del Corpo e Sangue di Cristo, perché nella comunione con te e con i fratelli camminiamo verso il convito del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Dt 8,2-3. 14-16
Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 147
Rit. Loda il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Rit.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Rit.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Rit.
Seconda Lettura 1Cor 10,16-17
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Sequenza
Ecco il pane degli angeli
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Canto al vangelo Gv 6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo,
dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 6,51-58
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Chi mangia
la mia carne
e beve il mio sangue
rimane in me
e io in lui
La nostra preghiera di oggi
Prete: Dio ci ha parlato: abbiamo compreso che l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore. Preghiamo perché il Padre ci doni sempre il pane vivo disceso dal cielo, Cristo salvatore. Diciamo insieme:
Dacci il nostro pane quotidiano, Signore.
- Per la Chiesa: l’Eucaristia, pane spezzato per gli uomini, le dia la forza e la gioia di porsi con umiltà al servizio dell’uomo.
- Per i sofferenti di tutto il mondo: trovino conforto e aiuto nella nostra solidarietà, affinché la comunione donataci nell’Eucaristia sia realtà vissuta.
- Per la nostra conversione: l’Eucaristia ci liberi dal nostro fariseismo di contornare di addobbi e oro Gesù presente nel pane e di non saperlo riconoscere nel povero e nello sfruttato.
- Per la nostra parrocchia: mangiando dell’unico pane per la vita del mondo possiamo vivere la comunione e la missione di Cristo Risorto.
- Per (…. e) tutti i nostri fratelli defunti: possano partecipare al banchetto preparato da Dio nella gloria del suo regno.
Prete: O Dio, nostro Padre, che dai il cibo a ogni vivente ed hai nutrito con la manna il tuo popolo nel deserto, non privare mai la tua Chiesa del cibo eucaristico che la rende un solo corpo in Cristo, nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Dice il Signore: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui». Alleluia. (Gv 6,56)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: L’ultima cena di Gesù: Marco 14,22-25; Matteo 26,26-29; Luca 22,15-20; 1Corinti 11,23-26. La Chiesa è corpo di Cristo: 1Corinti 12,12-27.
Letture di domenica prossima, XI domenica del tempo ordinario – anno A
Esodo 19,2-6a; Salmo 99; Romani 5,6-11; Matteo 9,36-10,8
Fino a che egli venga…
Memoriale della morte del Signore, del dono della sua vita per noi, l’Eucaristia è anche anticipazione del banchetto celeste a cui siamo invitati e a cui dobbiamo un giorno prendere posto, se sappiamo rispondere alle premure di Dio.
Questo aspetto profetico dell’Eucaristia è stato sottolineato da Cristo stesso con quelle parole, un po’ oscure ed enigmatiche, che più o meno hanno sempre messo in imbarazzo i commentatori: «In verità vi dico che non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio» (Mc 14, 25) o, più precisamente, secondo l’evangelista Luca: «finché questa Pasqua non si compia nel regno di Dio» (Lc 22, 17).
Nell’evangelo il regno di Dio è sovente paragonato a un banchetto, e questo perché la condivisione della tavola è uno dei segni più semplici, più evidenti e universali dell’amicizia e dell’eguaglianza fra gli uomini. Già il fatto che nel corso della sua vita terrena Cristo abbia condiviso la tavola degli uomini era il segno del perdono divino e dell’intimità che Dio, nonostante la nostra indegnità, voleva stabilire mediante il Figlio tra sé e gli uomini.
Ma alla cena Cristo fa molto di più: invita gli uomini alla sua tavola, che è un po’ la tavola di Dio, è lui in persona, infatti, che invita e che manda due dei suoi discepoli a preparare il cenacolo secondo i suoi desideri.
Questo pasto del cenacolo, che sarebbe diventato la nostra Eucaristia, in realtà è solamente un’anticipazione, l’anticipazione di un altro pasto, di un’altra tavola, di un altro banchetto, quello di cui si parla in modo più esplicito nell’evangelo di Luca: «Io preparo per voi un regno,… perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno» (Lc 22, 29-30).
L’ultima parola del disegno di Dio sul mondo e sugli uomini è, secondo Paolo e Giovanni, «Dio tutto in tutti». Nell’attesa di questo fine ultimo, di questo finale solenne, Dio, nell’Eucaristia, viene in ciascuno di noi, per farci già passare, in qualche modo, totalmente in lui.
È per l’appunto di questo passaggio in lui, operato dall’assunzione dell’Eucaristia, che parla Cristo nel suo discorso sul pane di vita, nella sinagoga di Cafarnao: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6, 56).
E quest’azione trasformante dell’Eucaristia egli la presenta come pegno e anticipazione sacramentale di quell’altra trasformazione, quella definitiva, che sarà la risurrezione: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6, 54).
Perciò l’Eucaristia è celebrata “fino a che egli ritorni”. Essa è di per se stessa annuncio e anticipazione del mondo a venire: quello in cui Dio sarà tutto in tutti.
Deve quindi suscitare nei nostri cuori quell’impazienza di cui la Chiesa primitiva ci ha lasciato testimonianza nelle acclamazioni liturgiche trasmesseci dalla tradizione: «Passi il mondo e venga il regno». «Vieni, Signore Gesù!».
J. Goldstain, Harmoniques évangéliques, pp. 175-176.
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