15ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu non ti stanchi mai di seminare in tutti la tua parola, perdona i nostri cuori distratti o incapaci di accoglierla.
Signore, pietà!
Cristo, tu conosci i misteri del Regno e parli in parabole per rivelarli a noi, perdona la nostra indifferenza o la superbia di costruire la nostra vita da soli.
Cristo, pietà!
Signore, tu sei Parola di Dio fatta carne e in te ci rendi figli di Dio, perdona il nostro poco coraggio nel non agire con speranza nella realtà del mondo.
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
O Padre, che continui a seminare la tua parola nei solchi dell’umanità, accresci in noi, con la potenza del tuo Spirito, la disponibilità ad accogliere il Vangelo, per portare frutti di giustizia e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 55,10-11
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve
scendono dal cielo
e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto
ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 64 (65)
Rit. Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.
Rit.
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
Rit.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
Rit.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!
Rit. Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Seconda Lettura Rm 8,18-23
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf Mt 13,19-23
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mt 13,1-23
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Ascoltate la
parabola del
seminatore
La nostra preghiera di oggi
Prete: Preghiamo il Signore che semina la sua parola senza misura, affinché i semi di bene posti nel cuore di ogni uomo producano frutti abbondanti, diciamo:
Fa’ che ti ascoltiamo, Signore.
- Signore, la tua Parola è efficace e non torna a te senza effetto: insegnaci a fare l’esperienza dell’ascolto e del silenzio per vivere la gioia del Vangelo.
- Signore, tu ci doni con abbondanza la tua Parola: fa’ che siamo perseveranti nell’ascoltarla, anche nei giorni di prova, ed essa prenderà dimora in noi e ci donerà la gioia vera.
- Signore, tu apri i nostri orecchi all’ascolto: donaci un cuore buono, largo e profondo, e la tua Parola produrrà in noi il frutto che tu desideri.
- Signore, tu non ti stanchi di gettare il seme della tua Parola: fa’ che la nostra comunità sia il terreno buono dove cresce il regno di Dio.
- Signore, la tua Parola è potente, porta frutto abbondante: fa’ che l’ascolto apra il nostro cuore alla speranza e dona (a …. e) a tutte le nostre sorelle e ai nostri fratelli defunti la pace del tuo regno eterno.
Prete: Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro: Gesù ha seminato abbondantemente la Parola che può fruttare il cento per uno. Il tuo Spirito ci renda terreno fertile, per portare il frutto della tua pace in Cristo nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Il seme seminato nel terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende. (Mt 13,23)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: i testi sull’ascolto della Parola e sulla sua efficacia (Salmo 32; 106; 118; Matteo 7,14-27; Marco 4,26-29).
Letture di domenica prossima, XVI del tempo ordinario A
Sapienza 12,13.16-19; Salmo 85; Lettera ai Romani 8,26-27; Matteo 13,24-43.
Ogni giorno su di noi una pioggia di semi di Dio
Egli parlò loro di molte cose con parabole. Magia delle parabole: un linguaggio che contiene di più di quel che dice. Un racconto minimo, che funziona come un carburante: lo leggi e accende idee, evoca immagini, suscita emozioni, avvia un viaggio. Gesù amava i campi di grano, le distese di spighe, di papaveri, di fiordalisi, osservava la vita e nascevano parabole. Oggi osserva un seminatore e nel suo gesto intuisce qualcosa di Dio.
Il seminatore uscì a seminare: la parabola non perde tempo in preamboli o analisi, racconta un fatto o una esperienza. Il seminatore, non un; il Seminatore per eccellenza, Colui che con il seminare si identifica, perché non fa altro che questo: dare vita, fecondare. Seminatore: uno dei più belli nomi di Dio. E subito l’immagine d’un tempo antico ci riempie gli occhi della mente: un uomo con una sacca al collo che percorre un campo, con un gesto largo della mano, sapiente e solenne.
Ma il quadro collima solo fin qui. Il seminatore della parabola è diverso, eccessivo, illogico: lancia manciate generose anche sulla strada e sui rovi. È uno che spera anche nei sassi, un prodigo inguaribile, imprudente e fiducioso. Un sognatore che vede vita e futuro ovunque.
Una pioggia continua di semi di Dio cade tutti i giorni sopra di noi. Semi di Vangelo riempiono l’aria. Si staccano dalle pagine della Scrittura, dalle parole degli uomini, dalle loro azioni, da ogni incontro. Ma per quanto il seme sia buono, se non trova acqua, luce e protezione, la giovane vita che ne nasce morirà presto. Il Seminatore getta il seme, ma è il terreno che permette di crescere. Allora io voglio farmi terra buona, terra madre, culla accogliente per il piccolo germoglio. Come una madre, che sa quanto tenace e desideroso di vivere sia il seme che porta in grembo, ma anche quanto fragile, vulnerabile e bisognoso di cure, dipendente quasi in tutto da lei.
Essere madri della parola di Dio, madri di ogni parola d’amore. Accoglierle dentro sé con tenerezza, custodirle e difenderle con energia, allevarle con sapienza.
Ognuno di noi è una zolla di terra, ognuno è anche un seminatore che cammina nel mondo gettando semi. Ogni parola, ogni gesto che si stacca da me, se ne va per il mondo e produrrà qualcosa. Che cosa vorrei produrre? Tristezza o germogli di sorrisi? Paura, scoraggiamento o forza di vivere?
«Il cristiano è uno ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha però la sicurezza che non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola nel mondo come una forza di vita». (E.G. 278-279).
Ermes Ronchi
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