Di fronte al silenzio e alla indifferenza, alcune parrocchie della nostra diocesi hanno proposto l’impegno di pregare per la pace nel corso della liturgia eucaristica, in una domenica di ogni mese (preferibilmente: nella prima), in particolare perché lo Spirito illumini le menti e scaldi i cuori nostri e di chi altro ama la Pace per indicarci la strada e imporre un immediato cessate il fuoco ed un avvio di trattative in ogni dove le armi distruggono vite umane e città. Anche la nostra parrocchia ha aderito a questa iniziativa e domenica prossima condivideremo un piccolo segno durante le messe.
Qui riporteremo le varie iniziative
Invocazione per la pace
Invocazione alla pace
Piazza dell’Isolotto
15 settembre 2024
Nel pomeriggio di Domenica 15 settembre nella piazza antistante la chiesa dell’Isolotto si è svolta, come precedentemente annunciato, l’iniziativa “Invochiamo la pace” organizzata dalle tante parrocchie fiorentine che da tempo si sono impegnate a caratterizzare la messa della prima domenica del mese con la preghiera della pace.
L’iniziativa è stata seguita da più di seicento persone, ed ha visto il susseguirsi di oltre venti tra interventi e gesti simbolici che i rappresentanti delle varie Confessioni religiose, Fondazioni ed Istituti partecipanti hanno espresso, con accenti diversi, per manifestare la comune volontà di pace. Più volte è riecheggiato il grido corale “Giù le armi e trattate!”, ad esprimere in uno slogan la speranza ed il desiderio che si levava dalla piazza.
Tutti gli interventi si sono rivelati un contributo prezioso ed è in corso la trascrizione degli stessi; non appena saranno resi disponibili sarà possibile consultarli anche su queste pagine.
La serata si è chiusa con l’intervento dell’Arcivescovo, don Gherardo Gambelli, che dopo aver citato l’intervento di apertura di don Fabio Masi tratto dal Levitico “la terra è mia, dice il Signore, e voi siete presso di me come forestieri e ospiti”, ha successivamente reso attraverso un breve racconto tutta la drammaticità che deriva dall’assuefazione agli eventi pericolosi e distruttivi, cogliendo come il motivo dello svolgimento dell’iniziativa sia stato proprio la volontà di contrastare il rischio di questa assuefazione.
La presenza dell’Arcivescovo è stata molto significativa non soltanto per il suo discorso ma anche per il gesto che ha voluto compiere incontrando come in un abbraccio ideale le rappresentanti della Comunità dell’Isolotto al termine del loro intervento. Come ha sottolineato il parroco, don Luca Niccheri, “è tempo che la Chiesa fiorentina nel suo insieme rimetta a tema il conflitto vissuto presso l’Isolotto ormai da molti anni e cerchi le strade per superarlo”.
L’auspicio comune è che questo gesto di riconciliazione possa prefigurare i tanti gesti di riconciliazione che necessitano le tante guerre che ad oggi insanguinano il mondo; è cosa tutt’altro che facile ma questa piazza, nel quartiere tanto caro a La Pira che da uomo di pace seppe tradurre il suo desiderio in azioni concrete ed anticipatrici, ha voluto rappresentarne l’ineludibile necessità.
15 settembre invocazione per la pace
L’Arcivescovo di Firenze, mons. Gambelli,
assieme ai rappresentanti di molte altre Confessioni religiose e Associazioni,
in piazza dell’Isolotto per chiedere che
TACCIANO LE ARMI E SI TRATTI
Ci sarà anche l’Arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli, assieme ai Rappresentanti di tante altre Confessioni religiose e di Fondazioni e Istituti attenti ad approfondire i temi dell’Ecumenismo, alla “Invocazione della Pace”, che si terrà domenica prossima 15 settembre, dalle 17.30, in piazza dell’Isolotto.
Gli interventi, le riflessioni, le testimonianze, i gesti che la caratterizzeranno saranno vari ed esprimeranno, con accenti diversi, la comune volontà di pace.
È ogni giorno più forte l’esigenza da parte della comunità umana di prendere coscienza del pericolo incombente, che attraverso l’assuefarsi alla sciagurata prospettiva di risolvere i conflitti attraversi l’uso di armi sempre più sofisticate, rischia di portare il mondo verso la catastrofe.
Donne e uomini con il dono di una fede, in particolare, non possono non levare forte una invocazione affinché le loro menti si illuminino ed i loro cuori si scaldino per imporre alle armi di tacere e perché ci si metta a sedere per dirimere i conflitti in ogni parte del mondo dove si combatte.
Ma questo non può essere che il desiderio di tutti anche di chi non è credente e, domenica pomeriggio, vari saranno i momenti in cui parole e gesti di chi interverrà lo renderanno evidente L'”Invocazione della pace” si svolgerà significativamente proprio in quel quartiere
costruito 70 anni fa, quando era sindaco Giorgio La Pira, grande tessitore di rapporti per la pacificazione dei conflitti, e avrà come ideale linea guida le parole di padre Ernesto Balducci: “Se vuoi la pace prepara la pace”.
Domenica 4 Agosto
Durante le messe della domenica faremo insieme la preghiera per la pace.
Ci soffermeremo per un breve momento di riflessione stimolati dalla visione di un video:
Cortometraggio sulla Pace
Quattro adolescenti seduti in cerchio si raccontano le loro più grandi paure…
Scritto e realizzato con gli alunni delle classi prime A, B e C dell’I.C.S. Alessandro Manzoni di Rosate.
Domenica 7 luglio
Durante le messe della domenica ricorderemo in un preghiera di perdono tutte le situazioni di conflitto nel mondo.
Distribuiremo e faremo insieme la seguente preghiera:
Insegnaci, Signore, a disarmare i nostri cuori,
moltiplicando i gesti di non aggressione
e di rispetto della dignità di tutti.
Insegnaci, Signore, ogni giorno
a disattivare i semi e le ragioni della violenza,
dentro e fuori di noi.Ricordaci che la pace
è un mestiere paziente e spesso nascosto,
ma che da essa dipende il futuro del mondo.
Mostraci come stare incondizionatamente
accanto alle vittime, nell’aiuto ai perseguitati,
alle frontiere dove arrivano i rifugiati
(che, se apriamo gli occhi,
capiremo che è proprio accanto a noi),
nel servizio umano a chi vive il dramma della guerra
o lotta impotente con sofferenze superiori alle sue forze.Aiutaci a passare dall’informazione all’azione;
a superare la passività della paura
con l’audacia dell’impegno generoso;
ad aprire con zelo profetico le porte del nostro cuore,
lo spazio della nostra famiglia,
la condivisione delle parole e dei beni.
Disarmaci, Signore,
da questo sentimento di impotenza che ci blocca,
perché tutti possiamo fare qualcosa,
a cominciare dalla preghiera.José Tolentino Mendonça
Il Vescovo a Barbiana
Mercoledì 26 giugno, il nuovo Arcivescovo di Firenze, Monsignor Gherardo Gambelli, è stato a Barbiana, per celebrare la Messa nel giorno della morte di don Lorenzo Milani, avvenuta in questo stesso giorno di 57 anni fa nella casa in via Masaccio, dove abitava la sua Mamma.
La funzione è stata preceduta da una visita speciale alla chiesa e alla canonica: quella dei Cappellani delle carceri italiane.
La presenza dell’Arcivescovo alla giornata è stata quindi doppiamente significativa: sia per la scelta di stare a fianco dei Cappellani delle carceri (lui stesso è stato Cappellano a Sollicciano fino alla sua nomina), sia per la scelta di rendere omaggio con la sua presenza a Barbiana alla figura di don Lorenzo Milani.
Trascriviamo un brano della sua omelia di stamani in cui, con forza, il Vescovo riprende il tema della improponibilità della guerra con un forte richiamo ai testi a cui “noi popolo di Israele” dobbiamo ritrovare la forza per tornare ad essere fedeli:
Il capitolo 20 del Deuteronomio è un testo di una sorprendente attualità perché parlando dell’eventualità di entrare in guerra, introduce tutta una serie di condizioni da assolvere precedentemente che rendono praticamente quasi impossibile farlo …
Mi sembra che l’articolo 11 della nostra Costituzione italiana faccia eco a questo capitolo 20 del Deuteronomio:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Chissà?
Forse anche noi, come il popolo d’Israele, abbiamo perso questo testo?
Ci sarà qualcuno capace di ritrovarlo, di suscitare in noi questo sentimento di ripudio della guerra e del male?
Ognuno si chieda: “E se cominciassi a farlo io, oggi, proprio là dove vivo?