Avvisi della settimana

CATECHESI

Incontro con i genitori

Dei ragazzi nati nel 2016
Mercoledì 13 novembre 2024 – ore 21.00
Sala parrocchiale di San Lorenzo a Ponte a Greve
via Ponte a Geve 14/a
(è possibile usare il piazzale come parcheggio)

Ci ritroviamo con i genitori dei ragazzi nati nel 2016 per iniziare il cammino di catechesi di questo anno pastorale.

In ascolto della Parola

CATECHESI PER GLI ADULTI

3 POSSIBILI OCCASIONI

Da novembre 2024 ogni settimana ci ritroviamo in chiesa
per l’ascolto del vangelo della domenica
e per una condivisione sulla Parola

LUNEDÌ
Sala parrocchiale
San Lorenzo a Ponte a Greve

ore 21.00

GIOVEDÌ
San Lorenzo a Ponte a Greve
ore 18.30

VENERDÌ
San Quirico a Legnaia
ore 18.00

Iscrizione alla catechesi dell’iniziazione cristiana

Riguarda tutti i minori nati dal 2016 al 2012.

Sono aperte le iscrizioni​.

La Comunità di Ain Arik

Ad Ain Arik, paesino sulle sponde di un wadi, cioè un torrente che in estate è in secca, il campanile suona il mattutino e il minareto risponde.
Il villaggio di Ain Arik è situato a circa 6 km a nord-ovest di Ramallah; consta di 1800 abitanti dei quali meno di un terzo sono cristiani (circa 260 ortodossi e 150 latini), e due terzi musulmani. La convivenza tra le due comunità religiose è pacifica ed improntata a solidarietà, forse anche a motivo della comune sofferenza legata all’occupazione israeliana.
Sul limitare, un convento, dove fin dal 1988, su richiesta dell’allora patriarca Michel Sabbah, vive la comunità della Piccola Famiglia dell’Annunziata, figli spirituali di don Giuseppe Dossetti.
La comunità, attualmente composta da 5 sorelle e due fratelli, di cui un prete, collabora con il parroco latino nei confronti dei cristiani presenti soprattutto in un servizio per la messa domenicale, nella preparazione ai sacramenti, e in un appoggio spirituale ai cristiani (confessioni, colloqui, momenti di preghiera). La messa domenicale, come tutta la preghiera liturgica comunitaria da Mattuttino a Compieta, si svolge in arabo.

Insieme per la pace

La prima domenica del mese abbiamo pensato di dare spazio ad una riflessione o ad una preghiera che le monache e i monaci della Piccola famiglia dell’Annunziata insieme alla comunità cristiana di Ain Arik ci proporranno per condividere con loro la situazione difficile e drammatica della guerra e del lungo e faticoso percorso che ci aspetta nel ricostruire quei rapporti che superano la paura e l’odio che la violenza genera.
È un piccolo di gesto per dire a noi e a loro che non siamo soli, ma che camminiamo insieme nel costruire la pace.

Da pochi giorni, con la fragile tregua di Gaza, la situazione è peggiorata per i territori della Cisgiordania. Per comprendere meglio la situazione vi invitiamo a leggere questo articolo:

ECCO IL PIANO DI ISRAELE PER PRENDERSI LA CISGIORDANIA

Qui riportiamo ogni mese ciò che la comunità di Ain Arik ci propone.

2 febbraio 2025

Dopo mesi di conflitto, una tregua, seppur fragile, finalmente avvolge Gaza da domenica scorsa. L’emozione è grande nel vedere le immagini degli sfollati tornare nei luoghi delle loro case, la scarcerazione dei prigionieri, la liberazione degli ostaggi israeliani… ma la violenza e le ingiustizie che si stanno intensificando nei territori occupati mostrano ancora una volta quanto sia sempre più grande e profonda la ferita che lacera questa regione. Le parole di Geremia che stiamo meditando in comunità, spesso difficili, sembrano descrivere la situazione attuale:
«Non v’è forse balsamo in Gàlaad? Non c’è più nessun medico? Perché non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?
Chi farà del mio capo una fonte di acqua, dei miei occhi una sorgente di lacrime,
perché pianga giorno e notte gli uccisi della figlia del mio popolo?» (Ger 8,22-23).
Al pianto profetico di Geremia sembrano far eco le suppliche quotidiane del patriarca emerito Michel Sabbah, che, unito nel dolore dei suoi figli, manifesta una fede incrollabile:

«Sforzatevi, fatevi coraggio, voi tutti che sperate nel Signore» (Sal 30,25).
Signore, abbi pietà. Sì, Signore, dobbiamo prendere coraggio, essere forti.
La vita normale sta gradualmente tornando a Gaza, ma la morte resta vicina. In Cisgiordania la situazione peggiora. Signore, la nostra speranza è in te. È impossibile convivere con la nostra situazione. Ma in te speriamo. Ci rafforzi, ci sostieni nelle nostre prove. Crediamo e speriamo. Ci ridarai la vita. Signore, abbi pietà.
«Abbi pietà di me, Signore, sono nell’angoscia. Il dolore mi consuma gli occhi,
la gola e le viscere» (Sal 30,10).

Signore, abbi pietà. Signore, la nostra angoscia aumenta, salvaci. I dolori ci consumano, nessuno può salvarci se non te. Signore, gli uomini pensano sempre di sterminarci o di trasferirci all’estero. Il nuovo presidente degli Usa ha chiesto all’Egitto e alla Giordania di accoglierci. Signore, vogliamo solo restare nelle nostre case. Signore, Creatore e Padre, vieni in nostro aiuto e abbi pietà di noi. Liberaci dalla malvagità degli uomini.
«Io confido in te, Signore, dico: Tu sei il mio Dio! I miei giorni sono nelle tue mani: liberami dalle mani dei miei nemici e dei miei persecutori» (Sal 30,15-16).

Signore, abbi pietà. Signore, le cose peggiorano ogni giorno in Cisgiordania. Morti, feriti, prigionieri, case demolite, tutti i Territori chiusi, non possiamo muoverci. Siamo sotto assedio. La pace sembra essere molto lontana. Tu sei Dio, sei nostro Padre. I nostri “giorni sono nelle tue mani: liberami da mani ostili. Liberaci dal male, Signore, ascoltaci, abbi pietà di noi”.

Non cessiamo o Signore di chiederti con fede e speranza il dono della pace, quella che Tu solo puoi donare: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Giovanni 14,27-31).
Donaci o Signore di essere operatori di pace come tu stesso ci hai insegnato: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
sorella Scolastica

5 gennaio 2025

Mi chiamo Sina Shaheen, della parrocchia latina di Nostra Signora dell’Annunciazione di Ain Arik, sono membro del consiglio del villaggio di Ain Arik e del consiglio parrocchiale.
Soffriamo in Palestina in generale e a Gaza in particolare a causa del flagello della guerra e della brutale aggressione contro il nostro popolo, dove le condizioni economiche, psicologiche e sanitarie sono molto difficili.
Il nostro popolo a Gaza vive nel freddo, nella fame, nelle malattie e nel genocidio. Non c’è cibo, né medicine, né riparo né sicurezza sotto i bombardamenti e la distruzione.
Chiediamo l’aiuto del mondo e lavorare insieme per fermare immediatamente la guerra e portare soccorsi e aiuti umanitari alla nostra gente a Gaza. Anche noi in Cisgiordania soffriamo di condizioni economiche e psicologiche molto difficili e, come madre di due giovani, ho costantemente paura per loro, perché non c’è sicurezza né stabilità.
Chiediamo a Dio Onnipotente di portare la pace nel nostro paese e nel mondo intero, e lo preghiamo affinché ispiri pazienza nel nostro popolo e affinché i governanti rinsaviscano e operino per la giustizia e la pace.
Donaci, Signore, la forza di avere fede, speranza e amore. Solo pochi giorni fa abbiamo celebrato la nascita del Salvatore Gesù Cristo. Ti chiediamo, Signore, di liberarci dalla guerra e dal male e di portare la pace nei nostri cuori e nel nostro Paese, affinché i nostri figli possano vivere come il resto dei ragazzi del mondo.
Rivolgiamo questo messaggio dal cuore della Terra Santa,
dal luogo della nascita del principe dell’amore e della pace,
nella speranza che possa raggiungervi
e toccare le vostre menti e i vostri sentimenti.
Tu sei il vivente e l’onnipotente che può ogni cosa. Amen

una delle mamme della parrocchia

Auguri di buon anno a tutti voi, chiediamo che possa essere un anno diverso, migliore, di pace. Un abbraccio.
Vogliamo anche ringraziarvi, a nome di tutti i fedeli della parrocchia, per le vostre preghiere e per i vostri messaggi.

25 dicembre 2024

Ricordiamoci gli uni gli altri nelle preghiere. Per noi è già di grande sostegno sapere che ci ricordate. Buon Natale a tutta la parrocchia da tutti noi e da questa terra, che nel pensiero del Signore, come impariamo dal profeta Isaia, deve essere un luogo di pace e di incontro dei popoli (is 2,1-5). Un abbraccio.
Buon natale a tutti voi.

1 dicembre 2024

Carissimi sorelle e fratelli delle parrocchie di san Lorenzo e di san Quirico a Firenze e di san Romolo a Bivigliano, e carissimi don Marco Cioni e don Luca Mazzinghi, abbiamo accolto con gioia l’invito a partecipare alla vostra preghiera per la pace. La prima parola che vi rivolgiamo in questo incontro è: grazie di cuore. È per noi, sorelle e fratelli della Piccola Famiglia dell’Annunziata di don Dossetti che risiede in Ain Arik, ma anche per tutti i cristiani di questa parrocchia palestinese che ci ha accolti da tanti anni, un grande conforto sapere che pregate per noi, per questi popoli, per la pace. Crediamo e speriamo che questo rafforzerà quel vincolo di carità, fede e speranza che abbiamo in comune. Anche noi saremo impegnati a pregare per voi.
Avremo il modo col tempo di conoscerci.
Parteciperemo ai vostri incontri presentandovi un pensiero, una intenzione che riguarda questa terra, questi popoli. Ogni volta, sarà uno di noi a farlo, nei modi e con le parole che ognuno crede. Vorremmo anche lasciare che a parlare possano essere il parroco e i fedeli della parrocchia.
Per questo primo momento di preghiera abbiamo pensato innanzitutto perciò che dobbiamo ringraziare il Signore per questa iniziativa. Sarà una lode a lui gradita.
In secondo luogo l’intenzione di preghiera per questo incontro, è che le armi finalmente tacciano. Le armi che provocano morte, alimentano l’odio e uccidono la speranza. Senza di questo non può iniziare nessun cammino verso una difficilissima, ma crediamo possibile, convivenza dei due popoli che abitano questa terra. I numeri dicono che non c’è altra possibilità che la convivenza. Sono più di sette milioni gli ebrei e sono altrettanto i palestinesi. Ogni pensiero di nazionalismo esclusivo, e oggi sono tante le voci che si levano in questo senso, si scontra con questo dato. È un dato che perciò deve essere ascoltato e che deve portare non a pensieri che prevedano l’eliminazione dell’altro, ma a cercare il bene dell’altro, comprendere che l’altro è una possibilità per crescere. Ma questo cammino può iniziare solo con il silenzio delle armi, a cui dovranno seguire altri passi ispirati sempre dalla ricerca della convivenza. Un cammino davvero difficile, ma che non ha alternativa.
A questa intenzione ne aggiungiamo una più particolare, pregate per i nostri giovani. Negli incontri che facciamo con loro sentiamo che la speranza di un futuro è quasi sparita. Il fatto che siano i giovani a provare segni di mancanza di speranza è il segno di due società ormai esauste.
Davvero ancora grazie di cuore.

Per questa volta, Sandro.

In questa sezione lasciamo uno spazio per condividere un proprio pensiero.

I nostri commenti:

0 commenti

I Prossimi appuntamenti