13ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Canto
Atto penitenziale
Signore Gesù, tu hai detto: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me», ma noi non viviamo la radicalità dell’amore per te: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore, tu hai detto: «Chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me», ma noi neghiamo le esigenze della tua sequela: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore Gesù, tu hai detto: «Chi avrà perduto la propria vita per causa mia la troverà», ma noi rifiutiamo di morire a noi stessi: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
O Padre, infondi in noi la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché, seguendo Cristo sulla via della croce, siamo pronti a donare la nostra vita e manifestare al mondo la tua presenza d’amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 2Re 4,8-11.14-16a
Dal secondo libro dei Re.
Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare». Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo [disse a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 88 (89)
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto:
«È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
Rit.
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
Rit.
Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele.
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore.
Seconda Lettura Rm 6,3-4.8-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf. 1Pt 2,9
Alleluia, alleluia.
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa; proclamate le opere ammirevoli di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mt 10,37-42
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
Chi avrà perduto
la sua vita
per causa mia,
la troverà
La nostra preghiera di oggi
Prete: Fratelli e sorelle, nel nostro cammino alla sequela del Signore Gesù Cristo, rivolgiamo con fede la nostra supplica a Dio nostro Padre. Diciamo: Padre, noi ti preghiamo!
- Padre, fa’ che amiamo Gesù Cristo al di sopra di tutto e di tutti e troveremo la nostra gioia profonda nel vivere con lui.
- Padre, fa’ che sappiamo portare la nostra croce dietro a Gesù e giungeremo insieme a lui alla gloria della resurrezione.
- Padre, fa’ che accogliamo i profeti inviati nel nome di Cristo e ascolteremo nelle loro parole un’eco del Vangelo.
- Padre, fa’ che sappiamo servire Cristo in ogni essere umano e riconosceremo in lui le tracce del volto di colui che tanto amiamo.
- Padre, concedi (a ….. e) alle nostre sorelle e ai nostri fratelli defunti la tua pace e il tuo riposo nella vita senza fine.
Prete: Ti rendiamo grazie o Dio, Padre nostro. Il tuo amore vuole la totalità del nostro essere e tu ci accogli così come siamo. Quando riceviamo il corpo e il sangue del Cristo, il tuo amore ci spinge ad uscire dal nostro egoismo e ad accoglierci a vicenda. Tu vivi e regni, nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
«Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà in eterno», dice il Signore. (Mt 10,39)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Rinunciare a tutto e prendere la croce al seguito del Maestro (Matteo 10.34-39; Luca 9,57-62; 18,18-30; Filippesi 3,17-21). Accogliere gli inviati del Signore (Gv 18,1-8; Romani 15,14-33; 1Corinti 9,1-18).
Le letture di Domenica prossima, XIV del tempo ordinario – anno A
Zaccaria 9,9-10; salmo 144; Romani 8,9.11-13; Matteo 11,25-30
Chi non prende la croce non è degno di me. chi accoglie voi, accoglie me
p. Alberto Maggi OSM
Vino nuovo in otri nuovi, è questo l’annuncio di Gesù. Cosa significa? La nuova relazione che Gesù è venuto a proporre con Dio è incompatibile con tutti i sistemi religiosi, sociali e familiari esistenti, che erano basati sull’obbedienza e sul potere, e Gesù, con il suo annunzio, con questa nuova relazione che propone con Dio, non più basata sull’obbedienza e le sue leggi, ma sull’accoglienza ed il suo amore, va a colpire i tre valori sacri sui quali si reggeva la società, valori sacri, valori indiscussi: Dio, patria, famiglia. E Gesù comincia proprio dalla famiglia, dov’era indiscusso il potere del marito sulla moglie, e del padre sui figli. Ecco perché Gesù, citando il profeta Michea, aveva annunziato che l’attività del messia era quella di dividere, dividere l’uomo da suo padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, cioè il nuovo viene diviso dal vecchio, che resiste a questa novità.
E, nel brano che la liturgia ci presenta oggi, Gesù afferma: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me». Cosa significa? Il primo messaggio di Gesù è rivolto ai figli, e poi ai genitori, ma hanno lo stesso significato: liberare le persone da quei rapporti, che si chiamano legami, vincoli, perché sono proprio quei rapporti che legano. Gesù non vuole persone legate, Gesù vuole persone libere.
Allora il primo messaggio è ai figli, di sciogliere quei legami di obbedienza, di dipendenza con i genitori, che impediscono loro di crescere, di realizzarsi. E poi Gesù si rivolge anche ai genitori, che devono distaccarsi da quei legami con i figli che fanno dimenticare loro che, prima ancora di essere genitori, sono marito e moglie, quindi Gesù invita alla piena libertà. Naturalmente, chi accoglie questo messaggio di Gesù, viene considerato come un pazzo, viene rifiutato da una società che deve la sua esistenza a questi valori di obbedienza, a questi valori sacri. Allora comincia la persecuzione.
Ecco perché Gesù, ed è la prima volta che appare nel vangelo di Matteo (Marco), afferma “chi non prende la propria croce”, la croce non viene data da Dio, la croce non va accettata, la croce va presa dall’uomo. Gesù si riferisce all’asse orizzontale, il patibolo, che il condannato, al momento della condanna, metteva sopra le spalle, per poi essere condotto nel luogo dell’esecuzione. La croce significava il rifiuto da parte di Dio, da parte del popolo, quindi, significa la perdita totale della propria reputazione. Ebbene Gesù vuole persone libere, capaci anche di perdere la propria reputazione.
Ed ecco per questo Gesù continua dicendo: “chi avrà trovato la sua vita”, trovato la sua vita significa trattenerla per sé, “la perde”, invece “chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà”, cosa vuol dire Gesù? Dove c’è amore senza limiti, c’è vita senza limiti, quindi, chi pensa a sé si rovina, chi pensa agli altri realizza pienamente se stesso.
E poi, ecco la sorpresa dell’annuncio di Gesù: “Chi accoglie voi accoglie me”, Gesù sta parlando delle persone che ha accolto la croce, di chi prende la croce sulla sua vita. Ebbene colui che porta la croce non è, come credeva la religione, un maledetto da Dio, ma la manifestazione visibile di Dio stesso. Ecco perché, dice Gesù, “chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. Quindi accogliere questa croce, prendere questa croce, essere considerati dei maledetti da Dio, dei rifiutati della società, in realtà mostra la presenza di Dio.
Poi Gesù, con un linguaggio tipicamente rabbinico, dice che “Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta”, ugualmente per il giusto, e ci si aspetta, alla fine quando dice “chi accoglie”, dare un bicchiere d’acqua significa accogliere, un discepolo come discepolo, abbia la ricompensa di un discepolo, ed invece ecco la sorpresa finale di Gesù: “Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli”, piccoli il termine greco è micron, significa invisibili, quindi far parte del gruppo di Gesù significa essere gli emarginati, i rifiutati dalla società, “perché è un discepolo”, è il discepolo che ha preso su di sé la croce, “in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa»”. Chi ha accoglie un discepolo, non avrà la ricompensa del discepolo, ma la presenza stessa di Gesù e del Padre.
Il messaggio di questo brano del vangelo è molto, molto chiaro: nessun legame, Gesù ha bisogno di persone libere. Nessun legame neanche con Dio, perché Dio non assorbe l’uomo, ma lo potenzia, Dio non lega le persone a sé, ma le libera, Dio non trattiene gli individui, ma li spinge per andare con lui e come lui verso l’umanità.
Avvisi della settimana
Gli appuntamenti della settimana. Le notizie e gli avvisi delle attività svolte in questa settimana.